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Consiglio Comunale 28dic2018

REGOLAMENTO SUL CONTROLLO ABC
Ieri Consiglio Comunale. In seconda convocazione (e non è un dettaglio…): è sufficiente un numero inferiore di consiglieri per avere il numero legale. L’amministrazione sceglie la seconda convocazione per non incorrere in una spaccatura – che di fatto c’è ma così non inficia l’approvazione di punti che spaccano LBC. Uno per tutti, il Regolamento del Controllo Analogo dell’Azienda Speciale ABC.

17 i punti all’odg.:

  1. Piano di Azione 2018;
  2. Ricognizione delle Partecipate;
  3. Piano di Emergenza Comunale;
  4. Variazione di Bilancio per lavori strade
  5. Variazione di Bilancio per lavori scuole
  6. Contributi Asili Nido Comunali
  7. Variazione di Bilancio per festeggiamenti Natale 2018
  8. Variazione di Bilancio per passerelle mare e attrezzi giardinieri
  9. Variazione di Bilancio per acquisto autobus e transenne
  10. Variazione di Bilancio per mutuo pista ciclabile
  11. 2 Variazioni di Bilancio per debiti fuori bilancio
  12. Proroga termine esenzione TARI
  13. Convenzione Open Fiber
  14. Regolamento Scuole Infanzia Paritarie
  15. Regolamento Consulta Scuola
  16. Regolamento controllo ABC

Un fatto non irrilevante: alla fine non si discute proprio di ABC perché la maggioranza vota di rimandare la discussione del punto perché assente l’Assessora delle Partecipate per motivi di salute.
Si riaggiorna il Consiglio solo per questo punto al 10 gennaio 2019.

STORIA di due CONSULTE della SCUOLA di Latina.
Il 28 dicembre 2012 il Consiglio Comunale, su proposta del PD, vota all’unanimità la proposta di delibera n.186/2012 che istituiva la Consulta Scuola/Istruzione: doveva seguire un Regolamento per renderla operativa. L’amministrazione Di Giorgi lasciò invece tutto appeso. Consulta istituita ma solo sulla carta. Con la nuova amministrazione che in nome della partecipazione vuole dare un nuovo corso alla storia di Latina, spero che venga data applicazione alla nostra delibera che aveva già istituito la Consulta e che aveva solo bisogno di un Regolamento per iniziare a vivere. In Commissione mi dichiaro soddisfatta del Regolamento e faccio un plauso all’assessore che finalmente conclude un percorso già iniziato ma che s’era fermato alla sola istituzione.

Il 28 dicembre 2018, invece, l’Amministrazione a guida LBC fa finta che quella delibera del 2012 non sia mai esistita e, invece di dare semplicemente seguito ad un atto di Consiglio già approvato, fa finta che non sia mai stato approvato.
In Consiglio viene proposta l’istituzione di una seconda Consulta della Scuola che ora su chiama “Consulta Cittadina della Scuola”.

Ora ne abbiamo formalmente due: una su proposta PD approvata nel 2012, un’altra targata LBC.
Voler ignorare qualcosa non significa che quello non esista.

In un Ente  se un atto di Consiglio delibera qualcosa, non si può ignorarlo o pretendere che si cancelli da sé; o si attua, o si annulla o si revoca con un altro atto emanato dallo stesso organo. Queste sono le regole. Uguali per tutti, anche per LBC.
Visto che LBC non considera alcuna proposta che non abbia il timbro LBC, ora toccherà portare in Consiglio e votare la revoca/annullamento della delibera 186/2012 che istituiva la Consulta della Scuola che aveva una pesante colpa: non essere a firma LBC.
Autorefenziali, degni eredi del Marchese del Grillo.
Il PD ha votato comunque favorevolmente, ma ha fatto notare l’incapacità di riconoscere l’altrui lavoro.

VARIAZIONI per LAVORI di STRADE e SCUOLE
Nella megavariazione di bilancio che impegna circa €5ML per interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di strade e scuole l’amministrazione non inserisce due lavori che il Consiglio Comunale aveva votato all’unanimità: il finanziamento di uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza di via della Rosa e il semaforo a chiamata in Viale Le Corbusier davanti al Manzoni.

Quello che la giunta decide di fare si fa; quello che il Consiglio indica, non si sa se verrà fatto o no.
E invece è esattamente il contrario: il Consiglio dà un indirizzo e la giunta e gli uffici devono eseguire. Una delibera di Consiglio non è un scherzo, né un gioco collettivo, è un atto amministrativo che ha due possibilità: o viene realizzato o viene annullato o revocato da un altro atto dello stesso organo che lo ha emanato. Ma LBC non lo sa e agisce secondo regole di propria fantasia.

Di fatto ci ritroviamo con atti di indirizzo che non verranno mai applicati.
LBC non rispetta e mortifica le decisioni del Consiglio Comunale. Il PD ha votato a favore.

LA CULTURA
Il Natale
Variazione di bilancio di 125mila per finanziare il programma del Natale a Latina: un atto di coraggio da parte di un assessore esperto e competente preso in prestito da un partito (il PD) perché la politica culturale di LBC ha sonoramente fallito. Ecco dove l’assessore ha preso il soldi per il Natale:

-€40mila da spese di ufficio
-€30mila da interessi passivi
-€14mila dall’indennità di della presidenza del consiglio
-€4mila da turismo
-€6mila dal SUAP
-€18mila da registrazione sentenze
+€10mila dalla regione ecco come siamo arrivati a €125mila.

Ci voleva l’assessore Di Francia per avere il coraggio di fare le scelte che LBC pavidamente non riusciva a fare!
Anche qui il PD ha votato favorevolmente.

Il teatro
Ma c’è un altro punto molto rilevante: l’assessore ha sconfessato l’indirizzo di LBC che votò la delibera per affidare il teatro a privati.
Il 12 luglio 2017 LBC con la delibera n.48/2012 (leggi la notizia)
veniva decisa la concessione a terzi della sala del teatro mediante evidenza pubblica, con affidamento al vincitore del bando per tre anni, con un contributo da parte del Comune di 100mila euro, per la realizzazione di 40 spettacoli annui. Nel corso della stagione il Comune si sarebbe riservato lo spazio per venti eventi.
Il PD votò contro.
Ora se ne sono accorti anche loro, forse… e dalle parole dell’assessore alla cultura capiamo che non se ne farà più niente.
Ma chi comanda? Dovrebbe comandare il Consiglio Comunale…
Di fatto, una delibera di indirizzo c’è, ma sarà con tutta probabilità inapplicata e LBC fa ancora finta di niente.

ACQUISTO di DUE autobus nuovi
A pochi mesi dall’affidamento del servizio trasporti al nuovo gestore, il Comune delibera l’acquisto di due nuovi autobus per un importo di oltre €800mila.

Questa delibera è molto strana: il servizio TPL è eseguito con mezzi messi a disposizione del gestore. In sede di gara era previsto che CSC prendesse in carico 5 mezzi, i più recenti, da utilizzare nel servizio. Non è indicato, né si capisce perché il Comune debba acquistare questi mezzi e a chi li dovrà consegnare e in base a quali accordi contrattuali.
Perché viene disatteso l’art.12 del capitolato che espressamente dice che “l’affidataria potrà utilizzare la parte degli autobus costituenti la flotta di proprietà dell’ente con oneri e costi a totale carico dell’affidataria“, “l’affidataria dovrà disporre materialmente di tutti i mezzi necessari, Compresi quelli da utilizzare per le eventuali sostituzioni, entro la data di inizio del servizio, Pena la revoca dell’affidamento dello stesso.
La CSC ha offerto 271.000 km in più rispetto al finanziamento regionale che devono coprire anche altre linee: perché non viene utilizzato questo chilometraggio in più per coprire questa nuova linea?
Perché dobbiamo spendere questi soldi da bilancio? Cui prodest?
Il PD ha votato contro.

Il PD ha votato favorevolmente 8 delibere su 16: sappiamo riconoscere le proposte che fanno il bene della città, ma non perdiamo la lucidità quando si tratta di eccepire su scelte sbagliate o rilevare modalità discutibili se non addirittura meschine.

Il PD è all’opposizione e continuerà a svolgere la sua funzione di controllo e indirizzo che i cittadini ci hanno affidato.

Dimensionamento: trasparenza e partecipazione ancora tradite

Non è cambiato niente: ogni volta che il Comune avanza una proposta di dimensionamento scolastico lo fa senza coinvolgere nessuno se non una delle parti coinvolte: conseguenze? Salgono inevitabilmente le proteste.

Questa volta due sono le scuole: coinvolte: l’IC della G. Cena/Piazza Dante e l’IC A.Volta.

Per rafforzare l’Istituto Comprensivo Volta che è ridotto a numeri al limite dell’autonomia, gli viene trasferita la competenza del plesso della scuola primaria di Piazza Dante, togliendo a questa un pezzo considerato vitale.

Lo scempio iniziale era stato operato nel 2012 quando alla Volta sono stati attribuiti plessi molto distanti ovvero Giochetto, Pantalonaccio laddove invece il bacino di studenti in uscita dalle elementari arrivava spontaneamente dalla scuola elementare di Piazza Moro-Via Tasso ora però appartenente ad altro IC e ad altro dirigente il quale ha istituito classi di scuola media al proprio interno dirottando le scelte sulla propria scuola media.

E fu sempre il 2012 che venne aggiunto un ulteriore istituto comprensivo, il 12º fatto di tanti piccoli pezzetti sparsi in diversi borghi creando non poche difficoltà dal punto di vista strutturale e amministrativo interno alle scuole e di cui oggi si deve discutere la sostenibilità visto il calo della popolazione scolastica.

Ma la questione a mio avviso più grave emersa in commissione cultura scuola sport altro giorno cui erano presenti una rappresentanza di entrambi gli istituti, è stata la totale inadeguatezza di questa amministrazione nel settore scuola. È iniziata con il problema delle strutture a settembre, ma continua per quanto riguarda la questione della gestione della popolazione scolastica.

Accusavo continuamente la precedente amministrazione di non aver creato un luogo istituzionale in cui far convergere tutti i presidi degli istituti comprensivi per ragionare insieme rispetto alle priorità sia strutturali che di tipo amministrativo e relative al dimensionamento per discuterle in piena trasparenza scegliendo il metodo della partecipazione alle decisioni, ma nulla è stato fatto nella precedente amministrazione e nulla sta facendo questa amministrazione.

Il problema è una totale assenza degli stakeholder a livello di processi decisionali: le scelte vengono prese dall’assessore con qualche preside e poi vengono fatte piovere in testa alle persone, in questo caso le famiglie che si ritrovano una scuola smembrata senza sapere il perché.

Si è anche scoperto in commissione il motivo per cui è stata creata una scuola media all’interno della struttura della di Piazza Dante: l’inagibilità di un intero piano della Giovanni cena che il Comune ancora non mette in sicurezza. Ho trovato molto pesanti ed imbarazzanti le accuse da parte dell’assessora DI MURO nei confronti della scuola di piazza Dante di voler ghettizzare la parte che ricade nell’area della Giovanni cena spostando alcune classi di scuola media all’interno della struttura di piazza Dante, là dove mi sembra palese l’inadempienza del Comune che ha interdetto un intero piano dell’edificio della Giovanni cena precludendone la presenza di classi.

Ho chiesto un accesso agli atti rispetto alla verbalizzazione delle conferenze dei dirigenti scolastici, quel tavolo che all’inizio del mandato l’assessora alla scuola aveva dichiarato di voler avviare: non mi risultano infatti convocazioni rilevanti a questo tavolo composto da tutti i dirigenti per discutere questioni. Ad oggi è evidente che le decisioni vengono prese senza il coinvolgimento di tutte le parti interessate e soprattutto senza un confronto veramente trasparente, cosa che la Consulta della Scuola, istituita all’unanimità dalla precedente amministrazione ma mai attivata neanche dall’amministrazione Coletta, sarebbe in grado di garantire.

Anche su questo fronte siamo ben lontani dalla trasparenza e la partecipazione che questa amministrazione ripete come un mantra senza concretizzarla in fatti.

Priorità: famiglia

Ho chiesto nuovamente in Commissione Welfare di portare in discussione la bozza di Regolamento della Consulta Comunale della Famiglia, Infanzia e Adolescenza depositata agli atti della commissione sanità della precedente amministrazione: è ora di dare voce ad una parte fondamentale della nostra comunità, prima cellula sociale dove si forma e si sviluppa ogni cittadino.

L’attenzione che una comunità dà alla famiglia ed ai bambini denota la capacità di costruire il proprio futuro ed è per questo che, proprio perché in assemza di un Assessorato alla Famiglia nel nostro Comune è tanto più doveroso creare uno spazio in cui la Famiglia diventa interlocutore e soggetto di politiche.

Con la consulta – che è a costo zero – cambia il rapporto cittadino-politico: non più richieste che il singolo politico soddisfa e su cui chiede poi il consenso elettorale, bensi un rapporto trasparente ed onesto, non più personale col singolo consigliere bensí collettivo e istituzionale, ufficiale.

Nel 2012 il Consiglio Comunale istituisce all’unanimità il luogo di consultazione, di proposta e di confronto con l’Amministrazione sulle questioni e le realtà delle famiglie della nostra città. Alla istituzione non è mai seguito un regolamento e quindi la consulta non si è mai costituita.

Spero che questa Amministrazione si dimostri lungimirante e aggiunga, ai tantissimi tavoli e confronti che ha già avviato con tante categorie, anche quello con la Famiglia.

Non c’è più tempo da perdere: la famiglia è una priorità.

Ipocriti e smemorati: la destra a caccia dei voti dei cattolici.

FullSizeRender (4)Sono ipocriti e smemorati quei politici della scorsa consiliatura, Calandrini, Calvi, Chiarato, Tripodi &Co, che oggi firmano documenti a favore della famiglia e ieri non hanno voluto la Consulta per la Famiglia/Infanzia/Adolescenza.

Da quando sono entrata in Consiglio Comunale ho chiesto col mio gruppo PD di istituire l’organismo previsto dallo statuto della nostra città di partecipazione democratica, per elaborare insieme alle associazioni le politiche per la famiglia: associazioni come MOIGE, La Chiave d’Oro, Famiglie Nuove, Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti di Latina (UCID), Centro Aiuto alla Vita di Latina, Associazione Italiana Genitori di Latina (AGE), Genitori si Diventa, Forza Papà e tante altre avrebbero potuto dire la loro su tassazione, incentivi, scuola, viabilità trasporti e incidere sulle scelte del Comune.

Sono state invece azzittite dalla maggioranza che le ha scientemente ignorate.

A nulla sono valse le continue e pressanti richieste fatte da me al presidente della Commissione che doveva approvare il Regolamento senza il quale non si poteva dare inizio ad un organismo di interfaccia con le associazioni più rappresentative della città per la famiglia.
Per un anno la Commissione non è stata neanche convocata perché i politici che oggi si affrettano a firmare, quando erano in potere di fare, hanno tergiversato, snobbato e fatto orecchie da mercante. (Leggi la mia denuncia di quei giorni)

Dire oggi che si farà qualcosa che, quando era nel loro potere, non hanno fatto, è palesemente strumentale e ipocrita.
Fanno gola i voti dei cattolici e si preferisce il rapporto “uno a uno” con le associazioni per poter elargire misure e chiedere i voti in cambio: prassi che sa di mafia.

La Consulta è evidentemente un organismo troppo trasparente per chi ragiona come la destra che ci ha governato.
Noi la realizzeremo immediatamente.

La famiglia “soggetto” di politiche.

IMG_1817.JPG“Le politiche per la famiglia? Si fanno insieme alle famiglie. Ed alle associazioni che le rappresentano”. È questa la sintesi di un articolato ragionamento, che però può dare l’effettiva visione del fare amministrativo di Nicoletta Zuliani e del Partito Democratico.

“Fino ad oggi abbiamo assistito ad una ‘politica del fare’ che invece non ha fatto – quella dell’amministrazione di Giovanni Di Giorgi, così come quella delle altre giunte di centrodestra – e che, soprattutto ha tenuto a decidere in modo autoreferenziale sui temi più importanti per la comunità, limitandosi a comunicarne poi i risultati sul territorio, come ad esempio è successo per l’urbanistica e la ZTL. Una politica di tipo paternalistico, che concedeva ciò che era dovuto ai cittadini come se si trattasse di un favore o di un’eccezione, costringendo nella maggior parte dei casi i cittadini a doversi rivolgere al politico di turno – consigliere o assessore che fosse – per ottenere un determinato servizio o essere ascoltato”.

La politica è invece partecipazione, trasparenza, servizio. Una partecipazione vera ed effettiva, in cui i cittadini e le loro rappresentanze sul territorio entrano a far parte attivamente del processo decisionale, avendo voce in capitolo nelle scelte e la possibilità di cambiare ciò che può essere cambiato: questa è la democrazia partecipativa”. Questo si può realizzare per Zuliani attraverso l’organismo delle consulte, un istituto a costo zero previsto dallo Statuto Comunale ma mai fino ad oggi utilizzato. La consulta per la Famiglia-Infanzia-Adolescenza è stata approvata all’unanimità in consiglio comunale nel 2012 ma non è stata mai attivata.

Perché questo?

L’attivazione delle consulte, ed in questo caso quella sulle politiche della famiglia, avrebbe dovuto essere prima approvate in sede di commissione, all’epoca presieduta da Giorgio Ialongo, il quale per un anno ha ben pensato di non convocare la commissione e poi, per i successivi due anni, di non calendarizzare mai il punto che io – quale consigliere comunale proponente – avevo formalmente richiesto” – ricorda Zuliani.La mancata attivazione delle consulte è stata quindi una precisa volontà politica. È stato una sorta di ostruzionismo istituzionale.

Cosa cambierebbe con le consulte?

Con la consulta – che, ripeto, è a costo zero – cambia il rapporto cittadino-politico: non più richieste che il singolo politico soddisfa e su cui chiede poi il consenso elettorale, bensi un rapporto trasparente ed onesto, non più personale col singolo consigliere bensí collettivo e istituzionale, ufficiale,.

Chi ha a cuore il bene di una comunità, la rende libera da vincoli ed autonoma nelle scelte, e la mette nelle condizioni di partecipare alle decisioni che la riguardano”. In base a questo principio, le famiglie della città di Latina – così come le altre categorie che si intrecciano a vari livelli all’interno della società – devono diventare ‘soggetti’ di politiche, e non più essere trattati come ‘oggetti’ su cui far ricadere le decisioni della politica: interlocutori da ascoltare e con cui costruire scelte, non più sudditi da accontentare e a cui chiedere il voto per le prossime elezioni”.

Renzi chiama i sindaci: Latina non è pronta.

Sindaci chiamati ad indicare una scuola da ristrutturare. Ma quali saranno i criteri di questa scelta? L’amministrazione non è pronta all’appello di Renzi.
Nicoletta Zuliani: «Negli uffici tutto tace»

20140306-194630.jpg«Abbiamo la possibilità di indicare al governo un edificio scolastico del nostro comune per cui è prioritario un intervento di ammodernamento e di messa in sicurezza, ma quali saranno i criteri per stabilire quale scuola segnalare come oggetto di tale intervento? Il parere degli uffici tecnici preposti non basta perché la scelta cui l’amministrazione è chiamata non dovrebbe prescindere da un confronto con chi opera nel settore dell’istruzione. Senza la Consulta della Scuola, per cui mi batto da sempre, questo confronto diventa difficile o lo si bypassa col risultato che si rischia di perdere un’opportunità importante».

La consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani mette sull’attenti l’amministrazione comunale perché non vada sciupata la possibilità di ristrutturare un edificio scolastico della città in forza della lettera inviata dal Presidente del Consiglio ai sindaci italiani con l’invito di indicare entro il 15 marzo una struttura del proprio comune particolarmente bisognosa di interventi di restauro. «I tempi sono stretti e l’amministrazione comunale non è pronta» denuncia la Zuliani. «Le commissioni Istruzione (ex Ialongo) e Lavori Pubblici (ex Nasso) – sottolinea la consigliera – non mi sembra che abbiano colto l’opportunità di formulare alcun contributo. Nel settore dei lavori pubblici, cui fa capo l’edilizia scolastica, abbiamo tra l’altro un dirigente ad interim. C’è a disposizione uno studio di tre tecnici esterni costato 80mila euro che illustra il piano esigenziale degli edifici scolastici comunali, ma quando si parla di scuole non ci si può limitare a considerarne l’aspetto strutturale. Ci sarebbe da capire, per esempio, se una data struttura si trova in un luogo di espansione o di riduzione scolastica. Ci sono altri elementi importanti cui non si può prescindere e che solo chi vive sulla propria pelle la scuola può fornire».

La consigliera coglie la palla al balzo per rivendicare l’attivazione della Consulta della Scuola, la cui necessità emerge ancora di più oggi di fronte alla missiva di Renzi. «L’istituzione della Consulta – ricorda la Zuliani – è stata approvata all’unanimità dal consiglio comunale, avrebbe potuto fornire a costo zero elementi utili a capire quale edificio fosse opportuno scegliere con criteri condivisi da chi vive la scuola, ma non è mai stata insediata. Chi sceglierà dunque? E quali saranno i criteri a monte di questa scelta? La vicinanza del preside al sindaco? La sicurezza? La proiezione di espansione o contrazione? Le idee dei dirigenti dei servizi coinvolti?» si chiede la democratica.

«La necessità di partecipare alle scelte dell’amministrazione è sempre più forte, specialmente se tali scelte coinvolgono i cittadini del futuro della nostra città che non hanno colori o appartenenze politiche. Per questo – ribadisce la Zuliani – ho spinto tanto per attivare la Consulta, uno strumento di ascolto delle istanze provenienti dal territorio e da interlocutori altri dagli istituzionali, ovvero dirigenti scolastici, sindacati di categoria, rappresentati dei genitori. Nessuno meglio di loro può dire quali esigenze ha la scuola per cui operano e di quali interventi strutturali avrebbe bisogno. Senza questo strumento – conclude la consigliera – rischiamo di arrivare impreparati agli appuntamenti che ci attendono: oggi è l’appuntamento con la lettera del Presidente del Consiglio ai sindaci, ieri è stato il bando certo per la costruzione di nuove scuole (unico criterio era quello cronologico di arrivo della domanda) domani chissà. Intanto rischiamo di sprecare un’altra grande occasione sul fronte dell’edilizia scolastica, un tema sul quale non possiamo essere impreparati».

COMUNE INADEMPIENTE: le consulte aspettano

Un’amministrazione lenta, sorda e cieca. Praticamente inadatta a governare una complessità che dimostra di non conoscere. Un’amministrazione da cancellare. Invece di realizzare quanto essa stessa ha deliberato all’unanimità, si gingilla con il riassetto delle poltrone, lo scambio dei ruoli, la “pesa” dei voti.

Il 12 aprile 2012 il Consiglio Comunale ha deliberato all’unanimità l’istituzione di due importanti consulte, come da Statuto Comunale: la Consulta Scuola/Istruzione e la Consulta Infanzia-Famiglia-Adolescenza. Finalmente avremmo attuato l’articolo 73, comma 2, dello Statuto che prevede l’istituzione delle consulte come organismi di partecipazione popolare per le tematiche inerenti settori sociali di rilievo. Strumenti che non sono stati mai messi in pratica: eppure sono praticamente a costo zero. (leggi la delibera di consiglio, leggi la mozione)

E’ passato un anno e mezzo e nonostante le numerose richieste e sollecitazioni nulla è stato fatto per dare attuazione a quello che il Consiglio Comunale aveva deliberato. E’ una vergogna: un’amministrazione che disattende le proprie direttive.

E allora tre sono le ipotesi:
  • non vuole realizzare ciò che ha deliberato, credendo che bastasse approvare una mozione per azzittire e la minoranza dei Democratici che avanzano istanze di partecipazione popolare e toglierseli di torno
  • non è capace di attuare ciò che delibera, tanto che il presidente della Commissione e l’Assessore di riferimento non hanno mai fatto nulla per concretizzare l’indirizzo del Consiglio
  • ha paura di confrontarsi con i cittadini (soprattutto quelli che non li hanno votati)

In un momento di grande cambiamento che richiede ascolto della base, e attenzione alle richieste dei cittadini lo strumento delle consulte – ripeto a costo zero per l’amministrazione – rappresentano un “must”, un passaggio irrinunciabile per  tutta la classe politica che deve evolvere pena la sua estinzione. L’evoluzione sta nel cambiare lo stile del fare politica: non più operare seguendo le indicazioni dei propri amici o di chi va ripagato per il sostegno dato in campagna elettorale, bensì luoghi istituzionali dove le categorie sociali, gli “stakeholders” collaborano alla definizione degli interventi, e quindi delle politiche che ricadranno su di loro.

Le associazioni di famiglie, di operatori del mondo familiare e dell’infanzia che vivono e operano sul nostro territorio aspettano di offrire il proprio contributo in termini di proposte e prospettive dalle quali osservare la loro realtà che nessun altro conosce meglio di loro. Quale modo migliore per elaborare interventi efficaci? Quale osservatorio migliore per un politico, per un assessore?

Il mondo della scuola con i dirigenti, rappresentanti dei genitori e le associazioni che affiancano le scuole aspettano di poter dire la loro in materia di strutture scolastiche, dimensionamento, mensa, sicurezza, legalità, progetti. Quale luogo migliore di un tavolo istituzionale per osservare l’impatto “scuola” dal punto di vista sociale, economico, produttivo, ed elaborare politiche strategiche per il futuro della nostra città?

Non si creda che ai cittadini bastano le “briciole”delle politche: attenti a farsi belli con le rotonde e con lo sfalcio dell’erba. Occorrono modifiche di sistema. Occorre  coerenza istituzionale. Occorre, almeno, realizzare le delibere di Consiglio Comunale.

Ma ahimé, chi ci governa sta dimostrando di avere un unico interesse per cui spende ore e ore di riunioni: ruoli, rimpasto, spostamenti, poltrone…

 

Vittorio Veneto: né verità né chiarezza dalla Provincia

«È uno  scandalo: le affermazioni fatte o le cose lasciate intendere dell’amministrazione provinciale erano tutte rivolte alla conferma dell’istituto Vittorio Veneto nell’edificio, di Via Mazzini. Adesso veniamo a sapere di una volontà completamente diversa».

Il giorno stesso in cui il Consiglio Comunale dava mandato al sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi per intercedere presso la Provincia per lasciare che i ragionieri continuassero a studiare nella sede storica al centro di Latina, da Via Costa partiva una lettera indirizzata al dirigente scolastico del Vittorio veneto in cui si legge: “Per quanto riguarda la parte agibile dell’immobile scolastico di Viale Mazzini, si sta provvedendo a renderla disponibile, in via del tutto temporanea, per quegli istituti interessati da un forte incremento di iscrizioni e che non hanno piena capienza nelle sedi originarie di assegnazione. Tale intervento comunque non precluderà il restante della struttura di circa 40 aule oltre uffici e servizi allorché saranno finanziati e ultimati i lavori, venga assegnata e utilizzata da altro istituto di istruzione secondaria superiore”.

Un atto firmato dal dirigente, per cui non si conoscono le vere intenzioni dell’assessore. Continue reading

La consulta infanzia-famiglia-adolescenza sta per diventare realtà

Il regolamento per la consulta infanzia-adolescenza-famiglia sarà redatto dalla Commissione Sanità (sanità, igiene pubblica, pari opportunità, anagrafe, personale, pubblica istruzione, asili nido e volontariato).

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All’unanimità questa mattina i consiglieri hanno deciso che la costituzione dell’organismo consultivo proposto dalla consigliera comunale del Partito democratico Nicoletta Zuliani non deve essere più rimandata.

Mercoledi 27 mattina in rappresentanza di tutte le associazioni che hanno chiesto la consulta all’Amministrazione Comunale hanno partecipato i presidenti di due associazioni che hanno esposto le motivazioni.

“Idee concrete – spiega la Zuliani – orientamenti e bisogni sui settori infanzia, adolescenza e famiglia sui quali grazie alla Consulta l’Amministrazione potrà essere più efficace”. Continue reading

Dimensionamento scolastico: la bocciatura della Corte Costituzionale ne decreta il fallimento

Il richiamo della consigliera del Pd Nicoletta Zuliani: i politici siano interlocutori dei bisogni della comunità e non esecutori di decisioni prese altrove 

«La bocciatura da parte della Corte costituzionale del Piano di dimensionamento scolastico riporta in maniera ancora più forte l’urgenza e la necessità della consulta scuola e istruzione». La consigliera comunale del Partito democratico Nicoletta Zuliani commenta così la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la delibera della Regione Lazio nella parte del dimensionamento scolastico riguardante l’obbligo degli accorpamenti in istituti comprensivi costituiti da un minimo di mille studenti.

«È il fallimento delle decisioni prese tenendo conto del criterio folle stabilito dal governo Berlusconi che si sostituiva alla Regioni, uniche legittimate a decidere su questo tema – dichiara la Zuliani – tutti gli accorpamenti sono nulli».

I sindacati hanno chiesto immediatamente un tavolo di confronto, «ma non sono gli unici interlocutori– spiega la consigliera – c’è necessità di un organismo di consultazione comunale. L’amministrazione si deve dotare di questo importante strumento partecipativo e consultivo nel quale convogliare le proposte di chi le realtà della scuola e dell’istruzione le vive in prima persona ogni giorno. Solo così arriveremo a soluzioni condivise e adatte alle esigenze del territorio».

È lampante l’urgenza della costituzione della consulta (la cui istituzione è stata già approvata dal consiglio comunale), momento cruciale delle istituzioni democratiche.

«Mi appello ai nostri politici – conclude Nicoletta Zuliani – affinché si facciano interlocutori dei bisogni della comunità e non esecutori di decisioni prese altrove».