Category Archives: Senza categoria

VERSO LA REGIONE LAZIO

Sono candidata alle prossime elezioni del 12-13 febbraio per il rinnovo del Consiglio Regionale. La lista del Terzo Polo di cui faccio parte sostiene Alessio D’amato come candidato Presidente.

Siamo convinti che Alessio D’Amato sia il miglior candidato in campo per aver dimostrato capacità organizzativa, sensibilità e concretezza della gestione dell’emergenza pandemica e nella campagna vaccinale di cui il Lazio può vantare di essere stata regione all’avanguardia. Una prova di capacità che ben gli vale la candidatura alla presidenza della nostra regione.

Possiamo vantare un programma vero, concreto, onesto e attento ai bisogni dei cittadini.

Vi invito a leggerlo e a compararlo con quello degli altri candidati.

VERITÀ e CONTROLLI: per una politica dei rifiuti condivisa.

Il dovere della politica non si limita a fare le scelte, ma soprattutto a farle rappresentando i cittadini.

schermata-2021-02-21-alle-18-19-39
E i cittadini devono sapere perché a Montello si muore più che in altri luoghi, o perché nessuno ha detto nulla quando venivano interrati fusti di veleno o quando veniva barbaramente ucciso don Cesare Boschin.

Questa storia è purtroppo la nostra storia e dobbiamo tutti esserne consapevoli per cambiarne il corso nel futuro.

La storia dietro la questione della discarica e alla connessa gestione dei rifiuti negli ultimi 20 anni deve innescare un processo di consapevolezza senza il quale non possiamo pensare di ricostruire la fiducia dei cittadini verso la politica.

La proposta che ho fatto in Commissione Ambiente è di organizzare un ciclo di incontri per conoscere i contenuti della Relazione della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui rifiuti, e conoscere il Piano Regionale dei Rifiuti.

Questi documenti sono fondamentali per coinvolgere i cittadini, dando loro gli strumenti di conoscenza per avere piena consapevolezza del valore delle scelte che la politica oggi fa in discontinuità con quelle del passato.

Un altro elemento imprescindibile è il CONTROLLO.
Perché i cittadini non vogliono siti di stoccaggio e impianti vicino casa?
Perché hanno paura che non siano sicuri, perché hanno paura per la loro salute.

I cittadini devono essere sicuri che le Istituzioni li tutelino, controllino impianti e siti, e mettano loro a disposizione tutti i dati, aggiornati, facilmente accessibili e leggibili.

Ricordiamo che in 10 anni ci sono stati ben 500 incendi di siti di stoccaggio, significa 50 all’anno, 4 o 5 al mese per 10 anni!!!
Tutti devono poter controllare e verificare che i siti siano sicuri al 100%.
Attualmente la lettura dei dati di flusso di rifiuti che arrivano nei vari impianti e discariche non è né facilmente accessibile, né intelligibile, né sono raccolti in un unico bacino interconnesso tra le varie parti coinvolte nei controlli: Province, ASL, ARPA…
Chi vuole conoscere i dati relativi ai vari impianti deve dotarsi di esperti del settore, spesso a servizio di comitati di cittadini che non riescono ad accedere o a leggere questi dati in modo autonomo.

Gli impianti di stoccaggio, smaltimento, trasformazione, lavorazione dei rifiuti sono oggi imprescindibili e vanno allocati dentro il nostro perimetro provinciale, come stabilisce il Piano Regionale dei Rifiuti: la loro gestione deve essere al massimo della trasparenza e supercontrollata.

Ecco, si dovrebbe arrivare a non avere più bisogno di comitati di cittadini, perché tutto dovrebbe risultare indiscutibilmente trasparente, di facile accesso e comprensione, e affidabile.

Non c’è altra strada.

QUALE FUTURO per LATINA?

Questi anni di servizio politico ed esperienza nell’amministrazione mi hanno regalato un punto di osservazione particolare di Latina: ne vedo con più chiarezza le potenzialità, le criticità, le radici dello stallo che viviamo, e le soluzioni che ci aprono la strada per una ripartenza.

Latina ha sempre rappresentato la terra delle OPPORTUNITÀ, un terreno fertile dove poter far crescere economia, cultura, socialità.

Non ho mai vissuto la mia città con il collo torto verso il passato: l’ho sempre vissuta come una pedana di lancio per il mio futuro, per la mia professionalità, per la mia famiglia, e trovo nella storia di Latina esattamente questo stesso sentimento: non l’orgoglio di appartenere a qualcosa di ideologicamente connotato, ma la gioia di poter partire e costruire qualcosa di nuovo.

Devo dire la verità: non condivido la scelta di affidare a qualcuno lo studio di un piano strategico per la città, seppure di matrice latinense: il futuro di una città non può essere concepito dietro incarico, ma dallo sguardo attento e sapiente di chi guarda più lontano ed ha la responsabilità di farlo.

img_7e552f1bb9d7-1 La cosiddetta VISIONE non è mai stata appannaggio dei tecnici.
La visione appartiene ai POLITICI, quelli che sanno guardare alla propria città non attraverso le proprie idee o la propria appartenenza politica, ma da molte angolazioni e da molte distanze; che sono capaci di FAR INTERAGIRE urbanisti, imprenditori, intellettuali, economisti della comunità che hanno una visione prospettica frutto della competenza ed esperienza nel proprio settore.

Personalmente, vorrei una Latina che ATTRAE.
Perché i nostri giovani, i nostri ricercatori, i nostri imprenditori devono andare altrove per riuscire a realizzare i propri sogni?
È QUI che dobbiamo creare le condizioni per offrire a noi stessi e al panorama internazionale di giovani, ricercatori e di imprenditori il luogo dove poter realizzare i loro progetti.

Infrastrutture, biotech, servizi avanzati, e formazione: questi i campi di irrinunciabile sviluppo.

Per realizzare tutto questo non possiamo aspettare il 2032.
Da subito si deve attivare un percorso per modellare insieme il futuro, e creare da subito i presupposti senza i quali ogni idea è pura evanescenza, velleità.

Abbiamo l’opportunità di una quantità di risorse mai avute a disposizione, grazie al Next Generation EU e occorre avere idee chiare ma soprattutto maturate insieme.
Questo sarà possibile solo se riusciremo ad acquisire quello spirito che solo una COMUNITÀ UNITA sa avere, una comunità che non rigetta, che non rifiuta, ma che riconosce in ogni sua componente una parte di sé.
E per questo la ama.
Buon compleanno Latina.

LATINA: si può diventare “città dei 15 minuti”?

C’è un’idea che mi piace proprio tanto: la “città dei 15 minuti“.

30958833-23f9-42e9-8f0b-3116e47e6959Ideata per la prima volta nel 1923 in occasione di un concorso di architettura a Chicago, si propone oggi di riorganizzare l’utilizzo del tempo da parte degli abitanti delle città in modo da migliorare le condizioni di vita e l’ambiente.

Il professor Carlos Moreno della Sorbona di Parigi, sviluppa il concetto di “la ville du quart d’heure” ovvero, quella città in cui le necessità urbane quotidiane sono raggiungibili in 15 minuti a piedi o in bicicletta: lavoro, casa, negozi, intrattenimento, istruzione e assistenza sanitaria. Nella visione di Moreno, questi luoghi dovrebbero essere tutti disponibili nello stesso tempo che un pendolare impiegherebbe su una piattaforma ferroviaria.

“La città di 15 minuti” vuole riconsiderare  il “nuovo rapporto tra cittadini e ritmo di vita nelle città” per ottenere un ritmo migliore.

2b3cc49c-c504-411f-a255-359fe4ffbbed“Un edificio, con molte applicazioni durante il giorno, come ad esempio una scuola, potrebbe essere utilizzata per altre attività durante il fine settimana. Vogliamo anche edifici che mescolino luoghi in cui vivere e lavorare allo stesso tempo – questo riduce il tempo per gli spostamenti. ”

L’utilizzo delle scuole per finalità utili per il territorio sono già previste dalla legge 107/2015 che prevede che tra gli enti locali, le istituzioni scolastiche, associazioni, enti no-profit si possano stipulare convenzioni proprio per rendere usi multifunzionali a servizio del territorio e moltiplicare, decentrare servizi e utilità.

In sostanza la città dei 15 minuti è quella che riduce drasticamente i viaggi inutili e rende tutto a portata di 15 minuti a piedi o bicicletta.

adff024b-5d1e-4db6-8d47-5e0d8b0f7e95Latina racchiude nella sua area comunale una quantità di territorio grande quanto quella compresa nel GRA intorno a Roma, un’estensione enorme che sperimentiamo nella difficoltà a veder garantite manutenzione del verde e trasporti a carico delle casse pubbliche. Un territorio rarefatto nello spazio che c’è tra nucleo città e borghi, distanti qualche chilometro dal centro e divenuti veri e propri “villaggi”.
Mi piace la parola villaggio: evoca una forte connotazione comunitaria e di coesione sociale.

I Borghi sono unità vere e proprie, comunità con stili quotidiani conseguenti alla tipologia dell’insediamento che già di per sé è una forma di “città dei 15 minuti”.

Mi ricordano un po’ quei quartieri di Dublino ognuno con una propria storia, con riferimenti religiosi, civici e storici ben precisi riscontrabili nella originaria chiesa con relativo cimitero, il centro civico, pub, la scuola, posto di polizia, un tempo insediamenti di campagna ma oggi ormai completamente inglobati ed inghiottiti dalla città di Dublino. Ciononostante, quando da un’area residenziale bisogna arrivare al centro del quartiere si usa l’espressione “villaggio”, per riferirsi al centro di un’unità a sé, riconosciuta come tale.

Anche a Latina non è difficile individuare unità precise in cui anche le comunità si identificano: Pantanaccio, Piazza Moro, il Tribunale, Q4-Q5, Gescal… e se per ognuno si potesse garantire uno standard di servizi per poter rendere tutto quello che serve “a portata di 15 minuti”, penso avremmo fatto un gran passo avanti nella tutela dell’ambiente e nell’aumentare almeno un po’ la qualità della nostra vita.

ABC ANCORA NEL LIMBO.

E se ABC fosse stata la ditta esterna aggiudicataria  del bando del servizio rifiuti? Con questi risultati l’avremmo certamente liquidata… Di certo, un’aggiudicataria di un servizio del genere, chiavi in mano, a quest’ora avrebbe realizzato molto ma molto di più.
Infatti, la realtà delle cose è molto severa nei confronti di ABC, l’azienda speciale del comune di Latina che doveva arrivare subito al 65% per poi raggiungere l’80% di raccolta differenziata nel giro di pochissimi anni.

Ad oggi stiamo come 4 anni fa.

Anzi, direi che la situazione è peggiore.

90d424c1-d444-4f98-b38c-21bc8de6465f

Tutto deve ancora iniziare e siamo a fine consiliatura, un arco di tempo delicatissimo che avrebbe dovuto concentrare tutte le energie per la ristrutturazione della macchina amministrativa, e che invece si è dispersa nei mille rivoli dell’azienda speciale.

In tutta fretta è stato cambiato il Piano industriale dell’azienda nell’agosto 2019 (in sostituzione di quello che prese come base lo studio del gruppo di lavoro dell’Università Federico II costatoci oltre €40mila): è stato approvato in Consiglio con 48 ore di preavviso, e l’azienda è tuttora nel limbo.

Quando si approva un Piano Industriale ne consegue subito un Contratto tra le parti che prevede un servizio descritto nei particolari nel Capitolato Prestazionale.
Attualmente, il capitolato vigente fa riferimento ai servizi della vecchia Latina Ambiente: in sostanza, quello che ABC fa è esattamente quello che faceva la Latina Ambiente.
E lo fa con risultati peggiori perché il recente Rapporto sui rifiuti urbani e l’economia circolare nel Centro Italia attesta Latina ultima di tutti i capoluoghi del centro Italia.

Per quale motivo dall’approvazione del nuovo Piano Industriale è passato oltre un anno e ancora non abbiamo né nuovo contratto né nuovo Capitolato Prestazionale?

I tempi totalmente fuori controllo che l’amministrazione tollera senza dire una parola in merito, sono tempi che ci costano molto cari: il ritardo della differenziata spinta è costato ai Latinensi oltre €4ML perché i rifiuti che non differenziamo vengono conferiti in un impianto che se li fa pagare sempre più cari.

Perché?
Perché la regione, al fine di incentivare la raccolta differenziata, alza il costo del conferimento a impianti come RIDA (l’impianto di Aprilia che riduce il rifiuto indifferenziato in ecoballe TMB).
E il Comune di Latina consente questa situazione giustificando e difendendo ogni passo di ABC, anche quelli sbagliati.

Cui prodest? Chi ci guadagna?
Certamente gli impianti come RIDA.

Non di certo l’ambiente che vede ancora una raccolta differenziata letteralmente al palo.
Non di certo i cittadini che devono pagare conti salati a RIDA.
Non di certo la città che ancora sta alla mercè dei cassonetti rotti e sporchi.
Non di certo i lavoratori di ABC che sono costretti a lavorare con macchinari vecchi e in condizioni sempre più difficili.

Faccio solo un esempio di come le cose siano rimaste immutate sin dalla gestione di LATINA AMBIENTE, un esempio non visibile: nel 2018 in una relazione all’anticorruzione si riporta che la raccolta della carta effettuata in buste di plastica comporta un minor ricavo dalle vendite di questo materiale poiché, da parte dell’azienda che l’acquista, viene contabilizzato un maggior lavoro, e così continuiamo a perdere ricavi dalla vendita della carta perché la imbustiamo in buste di plastica. Ogni anno sono €20mila che perdiamo.

Tutto è rimasto immodificato in questi due anni, e due anni fa era uguale agli anni precedenti.

L’amministrazione è responsabile di una dannosa inerzia, è responsabile per non essere mai intervenuta sulle scelte evidentemente sbagliate che l’azienda ha fatto e che lei ha sempre avallato ostentando invece orgoglio e fedeltà, nei confronti più di un’idea che di una realtà.

schermata-2020-10-14-alle-13-55-43

 

schermata-2020-10-14-alle-13-55-10

schermata-2020-10-14-alle-13-55-26

 

 

TRASPORTI: il vero rischio in tempi Covid

75749ef8-4ee1-4d34-b458-5f43009aa1aa
I mezzi pubblici possono essere legittimamente “affollati” con l’80% della capienza pre-Covid perché la legge lo consente, ovvero, hanno regole di misure di contenimento Covid completamente diverse da quelle che abbiamo nelle scuole, sui posti di lavoro, nei locali, all’aria aperta…
Un autobus di 12 metri può contenere fino a 65 persone: un distanziamento molto discutibile se paragonato a quello di scuole, cinema, ristoranti…
E’ lo stesso tipo di scelta che si fa quando si alzano, per legge, le soglie di percentuali consentite della presenza di arsenico nell’acqua perché non è possibile abbassarle.
In tutta la gestione dell’emergenza Covid, i TRASPORTI sono una pericolosa contraddizione; sono il settore che presenta maggiori criticità, sia come organizzazione che come effettivo rischio di esposizione contagio.

Tutte le criticità di CSC: chi controlla?

Questa mattina i dipendenti della CSC erano sotto al Comune per protestare: evidentemente cominciano ad emergere criticità con il gestore del TPL di Latina.

img_2629

È importante verificare che quanto scritto nel capitolato venga scrupolosamente realizzato e questo è certamente compito del Comune. Ma cosa non va?Utilizzando la linea che dalla Q5 porta al centro di Latina, ho potuto constatare diversi di problemi che riporto in foto e video qui di seguito:

  • ancora si trovano i cassonetti dell’immondizia davanti le fermate dei pullman: come fa a scendere un diversamente abile con la sua carrozzina? Gli autisti mi dicono che è impossibile farli scendere perché l’autobus deve fermarsi proprio a filo marciapiede per poter azionare la pedana. Quindi, niente servizio per i diversamente abili.

02ed5af4-5062-4215-843a-d2c5322ebe68

  • Troppo spesso molti autisti arbitrariamente modificano i percorsi evitando di entrare nel centro di Latina perché quasi sempre si trovano auto parcheggiate in seconda fila che non permettono il passaggio degli autobus.

3033046a-8271-43b4-a892-b193282947bd

  • Si trovano continuamente auto parcheggiate nella pista ciclabile che restringono l’area mi manovra degli autobusil taglio economico nella contrattazione di secondo livello con i lavoratori impone tempi lavorativi più brevi ed ecco il perché spesso diverse corse vengono soppresse, addirittura tre in una giornata per i quartieri Q4e Q5.
  • Troppo spesso gli studenti mi comunicano che alle 13:30 dalle autolinee parte un pullman piccolo per i quartieri Q4 e Q5: la corsa successiva invece avviene con un pullman grande ed è evidente che il primo pulmino è sovraccarico e al limite della sicurezza mentre il secondo è quasi vuoto: perché?
  • I tempi di percorrenza ancora non sono stati modificati: è possibile che ancora oggi si usino i tempi di percorrenza risalenti al 2007?
  • Paline elettroniche, infopoint, biglietteria elettronica e numero verde ancora non esistono. Siamo quasi ad un anno dall’inizio del servizio e la parte più innovativa non è attuata. Chi controlla che il servizio che paghiamo sia effettivamente erogato?

Ho chiesto alla presidente della Commissione Trasparenza Matilde Celentano di convocare subito una commissione congiunta trasparenza/trasporti per verificare che il Comune e non si lavi le mani una volta affidato il servizio, ma che vigili perché i cittadini ricevano quanto è loro diritto.

ABC e Coletta: tutti appesi ad un filo…

schermata-2019-03-02-alle-12-58-43Si ostenta sicurezza in Comune, ma in realtà la sorte dell’Amministrazione Coletta è appesa a un filo: la sentenza del Consiglio di Stato in merito all’annullamento della gara dei rifiuti. Il Consiglio di Stato si è espresso il 21 febbraio ma la sentenza sarà nota entro il 21 marzo.

Coletta e LBC hanno puntato tutto, come in una giocata, sulla riuscita del loro progetto di “cambiare tutto”, e sono partiti dai rifiuti.
Appena eletti, hanno prima sospeso, poi annullato la gara fatta dal commissario che era arrivata al momento dell’apertura delle buste con le offerte. “STOP! Sceglie LBC. Si fa l’Azienda Speciale!

Certamente un ente può scegliere di farlo, ma deve dimostrare la convenienza per la collettività, se vuole evitare la gara pubblica.
Alla domanda se questa scelta fosse conveniente rispetto ad un affidamento esterno ha risposto la relazione ex art.34, quella redatta dal prof. Lucarelli della Federico II di Napoli, (costata €47mila) a base di tutti i documenti preparatori di ABC.

Peccato che quanto scritto non si è verificato, come ad esempio l’investimento in nuovi ed efficienti mezzi, il porta a porta, percentuali alte di differenziata…
E, se le bollette di fatto non sono aumentate (questo assessori e ellebiccini ci tengono tanto a sottolinearlo) il servizio, ahimè, non si discosta molto da quello che forniva la Latina Ambiente: gran parte dei mezzi sono quelli vecchi della Latina Ambiente (pure pagati €800mila da tutti noi!) con l’integrazione di altri presi in locazione; la forza lavoro è quella della Latina Ambiente.

E allora, mi chiedo, la convenienza dov’è? Dov’è il vantaggio per la collettività?

La relazione di Lucarelli garantiva quello che attualmente non è, e oggi il nuovo direttore generale ing. Ascoli, ritiene si arriverà a regime con quanto previsto dalla relazione di Lucarelli, se ci va bene, nel 2021.
L’Assessore Lessio e il capogruppo Bellini sostengono che, la certezza di dirigere noi e controllare noi l’azienda sia prioritario, come se il “noi” desse la garanzia della qualità del servizio. E si accontentano di dire che oggi è meglio di ieri.

Ma non è questo che valuterà il Consiglio di Stato.

Il PD ha sempre avuto una posizione diversa: in primis viene la comunità cui va destinato il servizio, servizio che deve essere efficiente (città pulita) e sostenibile (subito alte percentuali di differenziata) da subito.
Andava espletata la gara ed assegnato subito il servizio alla società che risultava la migliore: controlli rigorosi e nel frattempo ci si preparava per costituire eventualmente un’Azienda Speciale senza fretta e fatta per bene, se questo avrebbe garantito una gestione vantaggiosa: avremmo di fatto risparmiato ben 150mila di consulenze, €47mila di relazione ex art.34, avremmo beneficiato da subito di un servizio efficiente e l’Amministrazione Coletta avrebbe potuto concentrarsi su teatro, scuole, palazzetto dello sport, strade e mille altre questioni che, purtroppo a causa di ABC, sono risultate secondarie…

Ma soprattutto avrebbe potuto da subito dare risposte e conquistarsi la fiducia dei cittadini. Invece, a stento oggi ha la fiducia dei suoi.

Un’operazione azzardata, che è costata tempo, popolarità, consenso, focus…
Ed ora tutto dipende dal Consiglio di Stato: si andrà avanti con le difficoltà che Ascoli ci ha illustrato, o si dovrà fare marcia indietro e completare la gara del commissario? E sarebbe un bel casino.

Peccato: Coletta ha avuto una grande chance ma ha seguito consigli sbagliati.

POLITICA del PERSONALE: L’AMMINISTRAZIONE COLETTA HA FALLITO.

img_0839Non è affatto come la vuol far apparire l’assessora: vi do’ qualche numero:

- 31 dicembre 2016 n. 514 dipendenti (fonte: DGM 67 del 2/3/2017)
- 31 dicembre 2017 n. 525 dipendenti (fonte: DGM n° 79/2018 del 09/02/2018).
- 26 novembre 2018 n. 517 (fonte: accesso agli atti).

Questi numeri  smentiscono l’assessora al personale del Comune di Latina e chiedono una lettura più schietta e onesta. Le cifre fotografano la realtà del personale del comune di Latina: oggi abbiamo 8 dipendenti in meno rispetto ad un anno fa, e solo 3 in più rispetto al momento dell’insediamento dell’amministrazione Coletta.

Che ci siano state, come ostenta l’Ente, 83 assunzioni dall’inizio della consiliatura è un dato che rivela la totale inadeguatezza della politica assunzionale ma soprattutto della gestione del personale: dove sono gli effetti concreti del tanto lavoro dichiarato dall’assessora? E a quanto ammontano i costi di delle assunzioni operate con scorrimento di graduatoria e che hanno generato il risultato di soli 3 dipendenti in più dall’inizio dell’era Coletta?

L’assessora al personale ha dichiarato che le legittime aspirazioni dei dipendenti sono alla base delle richieste di mobilità o di trasferimenti: di solito si aspira a posti che remunerino maggiormente o dove sussistano condizioni di avanzamento di carriera: ma quando si sceglie di andare in comuni più piccoli? Né lo stipendio né la carriera migliorano: chi va via è perché non ne può più di un ambiente gestito male e organizzato peggio, altro che benessere organizzativo! Il malessere, che i numeri stigmatizzano impietosamente, fa preferire uno stipendio più basso, un comune più piccolo, fa preferire di lavorare lontano dal comune di residenza  casa e mettersi in macchina ogni giorno piuttosto che rimanere al Comune di Latina con questa organizzazione e gestione.

Non uno ma vari dirigenti che questa amministrazione ha scelto, dopo aver sperimentato la pessima organizzazione, scappa da una realtà certamente complessa ma rivelatasi insostenibile per come viene gestita e diretta: basta andare a vedere quanti dei nostri dipendenti chiedono di partecipare a selezioni pubbliche di altri comuni…

Continui spostamenti di dirigenti (ultimo caso è il dirigente assunto perché laureato in architettura ma utilizzato in settore diverso), le rimodulazioni di servizi, lo sdoppiamento di funzioni all’interno dello stesso servizio (Decoro e Patrimonio), servizi “ribattezzati” che cambiano nome, dirigenti costretti a ricorrere ad avvocati per difendere le proprie prerogative, sono tutti elementi sintomatici di una situazione di confusione e cattiva gestione dei rapporti, che si naviga a vista e non si ha per nulla chiaro come si organizza e si gestisce una macchina amministrativa.

Possiamo anche assumere 200 dipendenti, ma se se ne vanno via 250 ce ne ritroviamo con -50.

Ritrovarsi a metà mandato con questi risultati significa aver sbagliato tutto.

Il sindaco Coletta apra gli occhi e guardi con coraggio dove sta la falla, perché la barca sta affondando.

 

Altro che trasparenza…

Dopo la presentazione della mozione in cui chiediamo un accesso agli atti più immediato, (leggi la mozione) e quindi una garanzia di maggior controllo e di trasparenza, la Segretaria Generale invia una nota a tutti i Dirigenti dell’Ente e a tutti i consiglieri per informare di cambiamenti sull’iter riservato all’accesso agli atti dei consiglieri comunali.

La mozione chiede un acceso diretto così da non impegnare dipendenti e uffici in aperture di istruttorie inutili, visto che i consiglieri, per legge possono accedere illimitatamente a tutti i documenti in possesso dell’Ente, anche quelli secretati.

E invece, l’amministrazione Coletta cosa fa?

schermata-2018-10-31-alle-10-20-27Nell’attesa del Regolamento (che doveva essere pronto per giungo 2018 e che deve essere approvato in Consiglio Comunale), la Giunta decide un iter che, in barba alla semplificazione, allunga, aggiunge passaggi, impone procedure più macchinose e di fatto attiva un controllo sui consiglieri invece di facilitare il controllo che i consiglieri sono tenuti ad esplicare per mandato.

Il TUEL art.43 comma 33 dice che “Le modalità della presentazione di tali atti e delle relative risposte sono disciplinate dallo statuto e dal regolamento consiliare.

Ripeto, Statuto e Regolamento che esprimono indirizzi dei rappresentanti dei cittadini, non della Giunta.

E invece la Giunta e la Segretaria Generale impongono un diverso iter per soli due mesi che ci separerebbero dal Regolamento che, nella nota, si lascia intendere sia imminente (o forse ci vorrà molto di più??)

E poi c’è una questione relativa alla data di protocollazione: se un consigliere chiede dei documenti in una certa data nell’ufficio che li detiene, l’ufficio deve farli passare per forza per l’Ufficio del Consiglio che li protocolla e li rimanda al primo ufficio: quale data è da considerare per calcolare i 30 giorni entro i quali la legge impone di dare i documenti?

Non avevamo bisogno di questi ulteriori passaggi e mi chiedo, chi ne beneficia?

Questa non è né organizzazione né trasparenza: si chiama burocratizzazione e controllo centralizzato.

L’Amministrazione Coletta farebbe bene a impiegare le sue energie per cose più importanti, non a rendere la vita difficile a impiegati e consiglierI.