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PD e LBC insieme alle elezioni.

60c127a2-59e6-4816-9e53-85af72d92436Venerdì scorso (15/01/2021) in Direzione PD abbiamo deciso all’unanimità di formare una coalizione con LBC e Coletta per le prossime elezioni.
Non è stata una scelta semplice: siamo stati (e siamo tuttora) all’opposizione.

Cosa ci ha spinto a questa scelta?

La maggior parte dei punti programmatici di LBC erano sovrapponibili ai nostri, nonostante noi avremmo usato modalità e tempi diversi per attuarli, e l’area politica cui afferisce Coletta e tutti i suoi, è esattamente quella che sta al governo del paese e della Regione oggi.

In effetti, la vera discrasia era che il PD fosse all’opposizione di un’amministrazione dovunque riconosciuta come di “centrosinistra”.
Ma eravamo distinti nel percorso elettorale che ha visto Coletta vittorioso su tutti.
Abbiamo rispettato il risultato delle elezioni e la non disponibilità di Coletta e LBC a realizzare una alleanza politica in Consiglio.
Il nostro dovere di opposizione era controllare l’attività amministrativa e fare proposte.
E l’abbiamo fatto.
Le nostre critiche hanno messo in evidenza criticità e soluzioni.

Non c’è dubbio che molto può e deve essere migliorato.
E’ per questo motivo che, valutando positivamente l’apertura ai partiti politici da parte di Coletta ed LBC, vogliamo considerarla un’opportunità per unire le forze e fare un grande passo avanti perché molto è ancora da fare, e insieme siamo più forti.

A.A.A. chiarezza cercasi e il vero senso di fare politica.

schermata-2019-03-24-alle-10-45-45Cosa deve pensare un elettore del PD delle “manovre-non-manovre” in atto questi giorni con l’incontro organizzato da Piazza Grande? PD e LBC sono insieme?

Zingaretti diventa segretario del PD con un’adesione alle primarie che implora un’azione politica forte di contrasto alla deriva delle destre.
Ma il Partito Democratico a Latina non sembra avere una posizione chiara.

Il quadro.
La destra si riorganizza e riaggrega il suo elettorato in forme anche molto eclatanti e inaspettate per gli stessi leader; Calandrini è senatore; si riposizionano gli ex-Cuori Italiani nell’alveo dei Fratelli d’Italia e la Lega è sulla cresta dell’onda.
Il centrosinistra, da 10 consiglieri nella consiliatura Di Giorgi passa ai 2 odierni: dimostra pensiero debole a azioni politicamente contraddittorie.

schermata-2019-03-24-alle-11-07-06Zingaretti vuol mettere insieme tutto quello che c’è e che sa di sinistra: l’invito è rivolto ai civici. Moltissimi, in tutta Italia, hanno lasciato il PD per metter su liste civiche ed è esattamente a queste che Zingaretti si rivolge.
Coletta compreso.
Ma a Latina nel 2016, il PD si distingue dai civici proponendo un progetto diverso. E perde.
Siamo in opposizione e molto critici nei confronti dell’operato di chi ha forzato le norme e creato ABC con una frettolosità da incoscienti. La politica sull’urbanistica di Coletta è tutta sbagliata e abbiamo puntando il dito sulle varianti in odore di illegittimità con tanto di indagini dei magistrati presentando anche osservazioni.

Eppure l’incontro di Piazza Grande, capitanato da Di Francia “tentava-non-tentava” un avvicinamento.
Un fatto politico?
Amministrativo?
Nell’incontro si è detto che piano amministrativo e quello dei valori devono essere tenuti distinti…

Le basi sono sbagliate.
Se abbiamo valori comuni, gli atti amministrativi e le azioni politiche devono rispecchiare i nostri valori, altrimenti smentiamo ciò che affermiamo o è talmente debole che non vale la pena di essere considerato.
Se Zingaretti mette su un’alleanza con Italia in Comune, qual è la conseguenza? Chi se ne fa carico? Chi la vuole? Chi non la vuole?
Cosa ne pensa l’elettore del partito democratico?
L’ambiguità fa da paravento a chi non ci crede fino in fondo ed è per questo che c’è bisogno di chiarezza.

L’incontro organizzato dall’assessore Di Francia a nome di Piazza Grande potrebbe essere un bluff che non porta a nulla perché sono state eluse le importanti questioni amministrative: se non si trova la soluzione a queste partendo dai valori a noi comuni, è tutta una finzione. Il senso della politica non è il posizionamento ora su uno o sull’altro leader, ma come diventiamo operativi e miglioriamo la vita dei nostri concittadini.

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A Latina le cose stanno così: la maggioranza dei cittadini che hanno votato Coletta di sono pentiti di averlo votato, tanto che tre consiglieri LBC sono usciti dal gruppo LBC e sono confluiti nel gruppo misto. Non credo proprio che salire sulla barca piena di falle della maggioranza a due anni dalla fine del mandato, sia la scelta migliore per riproporsi ai cittadini e chiedere la fiducia alle prossime elezioni.

Cosa ne pensano gli elettori del 2016 che hanno votato Coletta e non Forte?
Cosa si aspettano? Li abbiamo consultati?
Non perché Zingaretti abbia vinto il congresso nazionale e dice che il PD deve collaborare con il partito di Coletta, il sindaco di Latina sia diventato ora improvvisamente bravo e più accettato dai Latinensi delusi.

Se vogliamo farci carico per davvero di una inversione di tendenza rispetto alle destre che prendono consensi, non basta il tentativo di un gruppo di assessori PD/LBC/Piazza Grande per “rimettere insieme la ditta”.

Il PD di faccia carico di avviare gli Stati Generali di chi si riconosce nei valori democratici, aperti per davvero ai contributi della società civile: un luogo dove affrontare, discutere e mettere sul piatto le controverse questioni amministrative che attualmente ci vedono su fronti indiscutibilmente e motivatamente opposti, dove ogni parte ha eguale peso e pari dignità, senza diritti di prelazione politica.
Solo se si riparte da uno schietto ed onesto confronto tra pari si riuscirà a mettere la pietra angolare su cui costruire una proposta davvero credibile…

… e soprattutto che abbia conseguenze concrete positive sulla vita dei cittadini.

ABC e Coletta: tutti appesi ad un filo…

schermata-2019-03-02-alle-12-58-43Si ostenta sicurezza in Comune, ma in realtà la sorte dell’Amministrazione Coletta è appesa a un filo: la sentenza del Consiglio di Stato in merito all’annullamento della gara dei rifiuti. Il Consiglio di Stato si è espresso il 21 febbraio ma la sentenza sarà nota entro il 21 marzo.

Coletta e LBC hanno puntato tutto, come in una giocata, sulla riuscita del loro progetto di “cambiare tutto”, e sono partiti dai rifiuti.
Appena eletti, hanno prima sospeso, poi annullato la gara fatta dal commissario che era arrivata al momento dell’apertura delle buste con le offerte. “STOP! Sceglie LBC. Si fa l’Azienda Speciale!

Certamente un ente può scegliere di farlo, ma deve dimostrare la convenienza per la collettività, se vuole evitare la gara pubblica.
Alla domanda se questa scelta fosse conveniente rispetto ad un affidamento esterno ha risposto la relazione ex art.34, quella redatta dal prof. Lucarelli della Federico II di Napoli, (costata €47mila) a base di tutti i documenti preparatori di ABC.

Peccato che quanto scritto non si è verificato, come ad esempio l’investimento in nuovi ed efficienti mezzi, il porta a porta, percentuali alte di differenziata…
E, se le bollette di fatto non sono aumentate (questo assessori e ellebiccini ci tengono tanto a sottolinearlo) il servizio, ahimè, non si discosta molto da quello che forniva la Latina Ambiente: gran parte dei mezzi sono quelli vecchi della Latina Ambiente (pure pagati €800mila da tutti noi!) con l’integrazione di altri presi in locazione; la forza lavoro è quella della Latina Ambiente.

E allora, mi chiedo, la convenienza dov’è? Dov’è il vantaggio per la collettività?

La relazione di Lucarelli garantiva quello che attualmente non è, e oggi il nuovo direttore generale ing. Ascoli, ritiene si arriverà a regime con quanto previsto dalla relazione di Lucarelli, se ci va bene, nel 2021.
L’Assessore Lessio e il capogruppo Bellini sostengono che, la certezza di dirigere noi e controllare noi l’azienda sia prioritario, come se il “noi” desse la garanzia della qualità del servizio. E si accontentano di dire che oggi è meglio di ieri.

Ma non è questo che valuterà il Consiglio di Stato.

Il PD ha sempre avuto una posizione diversa: in primis viene la comunità cui va destinato il servizio, servizio che deve essere efficiente (città pulita) e sostenibile (subito alte percentuali di differenziata) da subito.
Andava espletata la gara ed assegnato subito il servizio alla società che risultava la migliore: controlli rigorosi e nel frattempo ci si preparava per costituire eventualmente un’Azienda Speciale senza fretta e fatta per bene, se questo avrebbe garantito una gestione vantaggiosa: avremmo di fatto risparmiato ben 150mila di consulenze, €47mila di relazione ex art.34, avremmo beneficiato da subito di un servizio efficiente e l’Amministrazione Coletta avrebbe potuto concentrarsi su teatro, scuole, palazzetto dello sport, strade e mille altre questioni che, purtroppo a causa di ABC, sono risultate secondarie…

Ma soprattutto avrebbe potuto da subito dare risposte e conquistarsi la fiducia dei cittadini. Invece, a stento oggi ha la fiducia dei suoi.

Un’operazione azzardata, che è costata tempo, popolarità, consenso, focus…
Ed ora tutto dipende dal Consiglio di Stato: si andrà avanti con le difficoltà che Ascoli ci ha illustrato, o si dovrà fare marcia indietro e completare la gara del commissario? E sarebbe un bel casino.

Peccato: Coletta ha avuto una grande chance ma ha seguito consigli sbagliati.

POLITICA del PERSONALE: L’AMMINISTRAZIONE COLETTA HA FALLITO.

img_0839Non è affatto come la vuol far apparire l’assessora: vi do’ qualche numero:

- 31 dicembre 2016 n. 514 dipendenti (fonte: DGM 67 del 2/3/2017)
- 31 dicembre 2017 n. 525 dipendenti (fonte: DGM n° 79/2018 del 09/02/2018).
- 26 novembre 2018 n. 517 (fonte: accesso agli atti).

Questi numeri  smentiscono l’assessora al personale del Comune di Latina e chiedono una lettura più schietta e onesta. Le cifre fotografano la realtà del personale del comune di Latina: oggi abbiamo 8 dipendenti in meno rispetto ad un anno fa, e solo 3 in più rispetto al momento dell’insediamento dell’amministrazione Coletta.

Che ci siano state, come ostenta l’Ente, 83 assunzioni dall’inizio della consiliatura è un dato che rivela la totale inadeguatezza della politica assunzionale ma soprattutto della gestione del personale: dove sono gli effetti concreti del tanto lavoro dichiarato dall’assessora? E a quanto ammontano i costi di delle assunzioni operate con scorrimento di graduatoria e che hanno generato il risultato di soli 3 dipendenti in più dall’inizio dell’era Coletta?

L’assessora al personale ha dichiarato che le legittime aspirazioni dei dipendenti sono alla base delle richieste di mobilità o di trasferimenti: di solito si aspira a posti che remunerino maggiormente o dove sussistano condizioni di avanzamento di carriera: ma quando si sceglie di andare in comuni più piccoli? Né lo stipendio né la carriera migliorano: chi va via è perché non ne può più di un ambiente gestito male e organizzato peggio, altro che benessere organizzativo! Il malessere, che i numeri stigmatizzano impietosamente, fa preferire uno stipendio più basso, un comune più piccolo, fa preferire di lavorare lontano dal comune di residenza  casa e mettersi in macchina ogni giorno piuttosto che rimanere al Comune di Latina con questa organizzazione e gestione.

Non uno ma vari dirigenti che questa amministrazione ha scelto, dopo aver sperimentato la pessima organizzazione, scappa da una realtà certamente complessa ma rivelatasi insostenibile per come viene gestita e diretta: basta andare a vedere quanti dei nostri dipendenti chiedono di partecipare a selezioni pubbliche di altri comuni…

Continui spostamenti di dirigenti (ultimo caso è il dirigente assunto perché laureato in architettura ma utilizzato in settore diverso), le rimodulazioni di servizi, lo sdoppiamento di funzioni all’interno dello stesso servizio (Decoro e Patrimonio), servizi “ribattezzati” che cambiano nome, dirigenti costretti a ricorrere ad avvocati per difendere le proprie prerogative, sono tutti elementi sintomatici di una situazione di confusione e cattiva gestione dei rapporti, che si naviga a vista e non si ha per nulla chiaro come si organizza e si gestisce una macchina amministrativa.

Possiamo anche assumere 200 dipendenti, ma se se ne vanno via 250 ce ne ritroviamo con -50.

Ritrovarsi a metà mandato con questi risultati significa aver sbagliato tutto.

Il sindaco Coletta apra gli occhi e guardi con coraggio dove sta la falla, perché la barca sta affondando.

 

ABC consegni subito il Piano Industriale!

Chiedo negli uffici di conoscere il Piano Industriale di ABC, di averne copia, ma tutti i dirigenti e funzionari dei servizi coinvolti nel rapporto con ABC mi dicono che loro non hanno nulla in mano, ABC non ha dato nulla.

D’altronde, senza un regolamento del controllo analogo che stabilisca chi deve fare cosa ed eventualmente delle sanzioni nel caso non si rispettino le regole, appunto, in assenza di regole ABC può fare quello che le pare.

Del Piano che dettaglia risorse, costi, servizi, modalità di attuazione della raccolta differenziata non ce n’è neanche l’ombra. Nonostante sia stato già approvato dal CdA circa due settimane fa, in Comune mi rispondono:”Noi non abbiamo nulla.”

E’ insostenibile la situazione che questa amministrazione avalla: la trasparenza è completamente assente ma anche il rispetto delle regole di base relative alla tempistica imposta dallo Statuto: entro il 31 ottobre si sarebbe dovuto approvare in Consiglio il bilancio preventivo: neanche di quello c’è la benché minima traccia.

Cosa impedisce di inviare immediatamente questo documento che determina i numeri del bilancio previsionale che, ripeto, doveva essere approvato dal Consiglio il 31 ottobre in Consiglio Comunale?

Anche il Piano Industriale va  approvato in Consiglio, ma prima va studiato, discusso, approvato in Commissione e poi alla fine in Consiglio Comunale. Tutti questi passaggi richiedono tempo: o l’amministrazione vuole darci il documento il giorno prima che venga approvato?

Che le cose vadano nel modo storto lo vediamo tutti: una campagna comunicativa basata sul vecchio schema di raccolta della fallita Latina Ambiente che ha certamente avuto un costo; nessuna notizia rispetto a nuovi cassonetti o nuovi mezzi; sitoweb di ABC largamente incompleto e quindi non trasparente; assenza di un regolamento del controllo analogo giacente chissà dove in qualche cassetto del Comune…

Non è tollerabile che la gestione dell’opera più importante di questa amministrazione sia condotta in modo così approssimativo, col rischio di danneggiare le casse comunali.

Non è tollerabile perché in questo “gioco” sono le tasche dei contribuenti di Latina ad essere in pericolo.

TRASPARENZA nota dolens

img_0513La trasparenza non può essere sindacata da cavilli o esercitata a corrente alternata: è una scelta di vita politica e amministrativa. O si attua la massima trasparenza o si vuole nascondere qualcosa. (Mi riferisco agli atti di una gara espletata da ABC che un consigliere dell’opposizione non riesce ad avere.)

E proprio in quanto a trasparenza questa amministrazione rischia di essere ricordata come quella che ha inciampato più volte e si è “difesa” da chi invece deve controllare.

Una nemesi.

Non è qualificante da parte di un’amministrazione che rivendica onestà, trasparenza, e partecipazione, perdersi in un bicchier d’acqua quando un consigliere dell’opposizione chiede di conoscere i dettagli e i documenti relativi ad una gara. Non importa se la gara sia stata fatta dall’azienda speciale: l’azienda speciale è una derivazione del Comune di Latina e sebbene sia giuridicamente altro dal Comune di Latina, è sempre una creatura dell’amministrazione Coletta. In primis dovrebbe essere l’amministrazione tutta a supportare e dare importanza ad una richiesta del genere.

Per quale motivo ci si attacca ad un cavillo invece di garantire, anche per se stessa, il diritto di conoscenza di tutti i particolari di una gara, quella dei panni usati, ormai così tanto attenzionata, tanto più se si è convinti che sia stata fatta a regola d’arte?

Se poi si va a controllare il sito dell’azienda speciale vediamo che pecca proprio in trasparenza, ancora mancano infatti documenti fondamentali: i bilanci, la carta dei servizi, controlli e rilievi sull’amministrazione, i servizi erogati, le informazioni ambientali, i pagamenti, la prevenzione della corruzione… ed è quasi un anno ormai che l’azienda è operativa.

Un ente che si nasconde dietro un cavillo proprio di fronte ad una richiesta di trasparenza o è in cattiva fede o non comprende la portata del proprio ruolo, a beneficio di tutti e non a difesa di qualcuno. Casomai la difesa deve essere del sacrosanto diritto di conoscenza.

E questo va fatto per legge, una legge schiacciante tutta a favore del consigliere anche con l’ultima sentenza che dà ragione alla mozione del PD sul diritto dei consiglieri ad avere password e id per accesso diretto al protocollo e agli atti dell’Ente bocciata da LBC (sentenza 3486/2018)

Il sindaco metta fine a questa spiacevole quanto incredibile episodio e dimostri che il potere esercitato per il bene collettivo è generoso e va ben oltre i cavilli quando si tratta di trasparenza.

La trasparenza non può essere a corrente alternata: è una scelta di vita politica.

 

Altro che trasparenza…

Dopo la presentazione della mozione in cui chiediamo un accesso agli atti più immediato, (leggi la mozione) e quindi una garanzia di maggior controllo e di trasparenza, la Segretaria Generale invia una nota a tutti i Dirigenti dell’Ente e a tutti i consiglieri per informare di cambiamenti sull’iter riservato all’accesso agli atti dei consiglieri comunali.

La mozione chiede un acceso diretto così da non impegnare dipendenti e uffici in aperture di istruttorie inutili, visto che i consiglieri, per legge possono accedere illimitatamente a tutti i documenti in possesso dell’Ente, anche quelli secretati.

E invece, l’amministrazione Coletta cosa fa?

schermata-2018-10-31-alle-10-20-27Nell’attesa del Regolamento (che doveva essere pronto per giungo 2018 e che deve essere approvato in Consiglio Comunale), la Giunta decide un iter che, in barba alla semplificazione, allunga, aggiunge passaggi, impone procedure più macchinose e di fatto attiva un controllo sui consiglieri invece di facilitare il controllo che i consiglieri sono tenuti ad esplicare per mandato.

Il TUEL art.43 comma 33 dice che “Le modalità della presentazione di tali atti e delle relative risposte sono disciplinate dallo statuto e dal regolamento consiliare.

Ripeto, Statuto e Regolamento che esprimono indirizzi dei rappresentanti dei cittadini, non della Giunta.

E invece la Giunta e la Segretaria Generale impongono un diverso iter per soli due mesi che ci separerebbero dal Regolamento che, nella nota, si lascia intendere sia imminente (o forse ci vorrà molto di più??)

E poi c’è una questione relativa alla data di protocollazione: se un consigliere chiede dei documenti in una certa data nell’ufficio che li detiene, l’ufficio deve farli passare per forza per l’Ufficio del Consiglio che li protocolla e li rimanda al primo ufficio: quale data è da considerare per calcolare i 30 giorni entro i quali la legge impone di dare i documenti?

Non avevamo bisogno di questi ulteriori passaggi e mi chiedo, chi ne beneficia?

Questa non è né organizzazione né trasparenza: si chiama burocratizzazione e controllo centralizzato.

L’Amministrazione Coletta farebbe bene a impiegare le sue energie per cose più importanti, non a rendere la vita difficile a impiegati e consiglierI.

UNA QUESTIONE di PURA, SEMPLICE, SANA POLITICA.

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Piazza Grande: e la questione che riguarda la Politica, quella che sta alla base delle scelte, viene bypassata.

Si parla di massimi sistemi, si enunciano principi, si strappano applausi.

Damiano Coletta, sindaco della mia città, viene a Piazza Grande invitato da Zingaretti, parla di Verona e di aborto, si lamenta come tutti i sindaci di sinistra dei tagli allo SPRAR, attacca Salvini, invoca l’unità sui valori, viene applaudito a scena aperta in casa PD, quasi come un eroe.

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Io, consigliere PD a Piazza Grande ascolto, guardo. A Latina il PD è all’opposizione proprio di quel Coletta lì, quello che strappa applausi e viene invitato a destra e a manca come un fenomeno politico.

Alessio Pascucci prende la scena e accusa il PD di aver lasciato solo Coletta alle elezioni provinciali. Viene a dirlo proprio in casa nostra… e viene applaudito come se le cose stessero proprio così… Si trova davanti una folla di Dem pronta a credere che il PD faccia veramente schifo.

Nessuno sa che una parte del PD ha scelto di sostenere invece proprio Coletta per non scegliere di essere identificati con quel PD che si alleava con la FI di Fazzone.

Nessuno sa della battaglia che abbiamo fatto lacerando il PD al suo interno per non allearci con la destra affarista di Fazzone. La nostra era una scelta frutto di un ragionamento politico fatto insieme, gruppo consiliare, partito comunale e tutti quelli in provincia che hanno ragionato con noi. Non credevamo nella forzatura PD+FI. Le forzature, senza un ragionamento e una scelta politica conseguente fatte insieme, non si capiscono, non riesci a tradurle in linguaggio chiaro e schietto. Quale ragionamento politico giustificava questa scelta? Deciso da chi? Con chi?

E cosi mi sono ritrovata ad assistere ad una scena paradossale: sono stata firmataria, insieme ad altri amministratori PD, della candidatura di Coletta alle provinciali, firme senza le quali Coletta non avrebbe neanche potuto candidarsi. Ci abbiamo messo la faccia e la firma per lui, facendo campagna elettorale tra i vari consiglieri nei comuni della provincia, e ora mi ritrovavo a sentir dire che il PD “non ha sostenuto Coletta alle provinciali e che questo è una vergogna. Che se il PD non si allea con i civici è destinato a perdere”. Qualcuno pensa ci sia subalternità del PD ai civici o viceversa? È una strada sbagliata che ci farebbe ripetere gli errori commessi in passato.

Quindi, in Consiglio Regionale il PD si fa aiutare da FI, e a Latina il PD è all’opposizione di Coletta.

Dov’è la strada dei valori comuni che si traducono in atti politici? Dov’è la coerenza e la conseguenza di questo percorso e come si concretizza nei territori più vicini ai cittadini?

Quello che vedo sono solo posizionamenti per un interesse reciproco: Zingaretti ha bisogno di Coletta e dei suoi per il sostegno alle primarie; Coletta ha bisogno di Zingaretti per una ribalta nazionale, per una collaborazione “amica” tra uffici Comunali e Regionali. Tutto quello che ci sta intorno “chissene frega”.

Questo non fa bene al PD: la credibilità del partito oggi va più che mai ricostruita con ragionamenti lineari e comprensibili, coerenti e coraggiosi. Non ci lamentiamo poi, se con posizioni di schizofrenia politica, i nostri elettori si rivolgono altrove.

Queste sono le cose di cui un segretario locale o nazionale deve farsi carico da subito: fino ad oggi tutti hanno girato gli occhi dall’altra parte, segretari e presidenti.

Quello che oggi è diventato una mostruosità politica va affrontato, risolto e gestito con la politica, quella vera.

Aspettiamo.

Dimensionamento: trasparenza e partecipazione ancora tradite

Non è cambiato niente: ogni volta che il Comune avanza una proposta di dimensionamento scolastico lo fa senza coinvolgere nessuno se non una delle parti coinvolte: conseguenze? Salgono inevitabilmente le proteste.

Questa volta due sono le scuole: coinvolte: l’IC della G. Cena/Piazza Dante e l’IC A.Volta.

Per rafforzare l’Istituto Comprensivo Volta che è ridotto a numeri al limite dell’autonomia, gli viene trasferita la competenza del plesso della scuola primaria di Piazza Dante, togliendo a questa un pezzo considerato vitale.

Lo scempio iniziale era stato operato nel 2012 quando alla Volta sono stati attribuiti plessi molto distanti ovvero Giochetto, Pantalonaccio laddove invece il bacino di studenti in uscita dalle elementari arrivava spontaneamente dalla scuola elementare di Piazza Moro-Via Tasso ora però appartenente ad altro IC e ad altro dirigente il quale ha istituito classi di scuola media al proprio interno dirottando le scelte sulla propria scuola media.

E fu sempre il 2012 che venne aggiunto un ulteriore istituto comprensivo, il 12º fatto di tanti piccoli pezzetti sparsi in diversi borghi creando non poche difficoltà dal punto di vista strutturale e amministrativo interno alle scuole e di cui oggi si deve discutere la sostenibilità visto il calo della popolazione scolastica.

Ma la questione a mio avviso più grave emersa in commissione cultura scuola sport altro giorno cui erano presenti una rappresentanza di entrambi gli istituti, è stata la totale inadeguatezza di questa amministrazione nel settore scuola. È iniziata con il problema delle strutture a settembre, ma continua per quanto riguarda la questione della gestione della popolazione scolastica.

Accusavo continuamente la precedente amministrazione di non aver creato un luogo istituzionale in cui far convergere tutti i presidi degli istituti comprensivi per ragionare insieme rispetto alle priorità sia strutturali che di tipo amministrativo e relative al dimensionamento per discuterle in piena trasparenza scegliendo il metodo della partecipazione alle decisioni, ma nulla è stato fatto nella precedente amministrazione e nulla sta facendo questa amministrazione.

Il problema è una totale assenza degli stakeholder a livello di processi decisionali: le scelte vengono prese dall’assessore con qualche preside e poi vengono fatte piovere in testa alle persone, in questo caso le famiglie che si ritrovano una scuola smembrata senza sapere il perché.

Si è anche scoperto in commissione il motivo per cui è stata creata una scuola media all’interno della struttura della di Piazza Dante: l’inagibilità di un intero piano della Giovanni cena che il Comune ancora non mette in sicurezza. Ho trovato molto pesanti ed imbarazzanti le accuse da parte dell’assessora DI MURO nei confronti della scuola di piazza Dante di voler ghettizzare la parte che ricade nell’area della Giovanni cena spostando alcune classi di scuola media all’interno della struttura di piazza Dante, là dove mi sembra palese l’inadempienza del Comune che ha interdetto un intero piano dell’edificio della Giovanni cena precludendone la presenza di classi.

Ho chiesto un accesso agli atti rispetto alla verbalizzazione delle conferenze dei dirigenti scolastici, quel tavolo che all’inizio del mandato l’assessora alla scuola aveva dichiarato di voler avviare: non mi risultano infatti convocazioni rilevanti a questo tavolo composto da tutti i dirigenti per discutere questioni. Ad oggi è evidente che le decisioni vengono prese senza il coinvolgimento di tutte le parti interessate e soprattutto senza un confronto veramente trasparente, cosa che la Consulta della Scuola, istituita all’unanimità dalla precedente amministrazione ma mai attivata neanche dall’amministrazione Coletta, sarebbe in grado di garantire.

Anche su questo fronte siamo ben lontani dalla trasparenza e la partecipazione che questa amministrazione ripete come un mantra senza concretizzarla in fatti.

LBC rimescola le carte: nuove linee funzionali e cambio di dirigenti.

img_9325È nella facoltà di un sindaco fare e disfare, programmare e riprogrammare, nominare e revocare nomine, tutto per garantire il raggiungimento di un obiettivo, quello della soluzione dei problemi della città e per dare una migliore risposta alle necessità dei propri cittadini. Lo scorso 11 agosto in giunta sono state approvate le nuove linee funzionali con relativo ennesimo “rimescolamento” di dirigenti. Contengono però, elementi che mi lasciano molto perplessa per gli effetti “collaterali” che avranno.

RALLENTAMENTO della MACCHINA

Si sta riproponendo il “carosello” dei dirigenti, quello che tanto avevamo contrastato nell’amministrazione Di Giorgi. Ne consegue un allungamento dei tempi: un dirigente assegnato a nuovo servizio non firma atti lasciati a metà dal precedente, deve avere il tempo di studiarli per prendersene la responsabilità (a meno che non firmi ad occhi chiusi). Si rallentano quindi ulteriormente i tempi che in questa città già sono insopportabilmente lunghi.

LA VALUTAZIONE

Questa amministrazione ha tanto messo l’accento sulla valutazione dei dirigenti. Giustamente. Le parole di vanto che LBC ha speso sull’approvazione dei Piani Esecutivi di Gestione si basava proprio sulla possibilità di valutare i dirigenti in base agli obiettivi raggiunti. Gli obiettivi vengono infatti concordati insieme ai dirigenti in una riunione (quella riunione del 19 febbraio di cui non si riesce ad avere copia della verbale). Si concordano perché in base a quegli obiettivi il dirigente verrà valutato e pagato conseguentemente. Ora, come fa – ad esempio – il nuovo dirigente del personale ad essere valutato per il suo lavoro se quel lavoro non è stato concordato con lui ma con altro dirigente? Come si fa a garantire una valutazione congrua, veritiera, obiettiva? Se gli obiettivi non verranno raggiunti, quale dirigente verrà penalizzato: chi aveva concordato l’obiettivo o chi se l’è ritrovato e non l’ha portato a termine?

In questo modo salta tutto, compreso il principio di condivisione e partecipazione (l’11 agosto diversi dirigenti erano in ferie e si sono ritrovati la sorpresa del cambio delle carte in tavola mentre erano in vacanza).

IL PERSONALE

Quando viene concordato un obiettivo con un dirigente, ne consegue l’assegnazione di risorse economiche ed umane per garantire il raggiungimento di quell’obiettivo. Il rimescolamento porterà anche ad un “carosello” del personale con le sue conseguenze  (ulteriore allungamento dei tempi per l’espletamento di pratiche). Nel momento in cui si creano nuovi servizi (incoming, sviluppo economico, bellezza, antimafia…) si dovrebbero ridefinire anche le risorse economiche ed umane. Lo faranno a settembre? Il personale di servizi eliminati (URP, Informagiovani) a chi faranno riferimento? Se devono chiedere le ferie, qual è il dirigente cui fare riferimento?

QUALI OBIETTIVI

Restano scoperte le spiegazioni di servizi di nuova istituzione come Incoming, Bellezza e Antimafia. Ad esempio Bellezza: parola che fa colpo in un contesto freddo e tecnico come quello dell’organizzazione di un ufficio. Ma che obiettivo è? La Bellezza è così soggettiva… Chi decide cosa è bello e cosa no? Quali sono i criteri ed i parametri? E’ una bellezza secondo LBC, o è una bellezza che verrà definita dopo un percorso partecipativo con tutti i cittadini? Chi decide la Bellezza? Il Decoro Urbano si comprende bene cosa sia, e Latina non è nuova a questo settore: è definibile e misurabile. Tra l’altro non si comprende bene per quale motivo sia stato tolto al settore della Gestione del Territorio e dato ai Lavori Pubblici, dove le risorse vanno divise con altre numerose ed urgenti necessità.

E l’Antimafia? Ci doteremo di magistrati che lavoreranno per il comune di Latina? L’antimafia è un’attività ben espletata da magistrati esperti e dediti, è una sfera, quella della lotta alla mafia, che attiene ad uno dei tre poteri dello stato, la magistratura. In Comune abbiamo la prevenzione della corruzione (di cui la Iovinella è anche responsabile). E’ ridondante e con la funzione della Legalità e Anticorruzione già esistenti nel nostro comune, come è ridondante la funzione di Sviluppo Economico ed Attività Produttive.

Più che di ridondanza c’è bisogno di una maggiore chiarezza ed efficienza.

Il reset della macchina comunale attuato l’11 agosto di fatto scombussola gli uffici e gira completamente le spalle al lavoro svolto dall’ex assessore Costanzo che aveva speso tutte le sue energie proprio al riassetto della macchina amministrativa definito come il primo obiettivo, quello più importante. LBC sta rivedendo alla radice le proprie scelte e la Segretaria Generale, nonché Direttore Generale, nonché Responsabile Anticorruzione nonché Responsabile dei procedimenti disciplinari, nonché responsabile Antimafia ha conquistato la piena e totale fiducia della nuova amministrazione che le dà carta bianca, anche a costo di sacrificare una “pietra angolare” di LBC.