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Un parere favorevole a tutti i costi

imageIl sindaco ha arrecato un danno alle casse del Comune di Latina per ottenere un parere pro-veritate favorevole al suo operato. Il sospetto è che lo abbia fatto consapevolmente. Occorre che vengano chiariti tutti i passaggi che hanno portato l’ente ad una spesa inutile che riguarda un colosso di cemento che si trova a Borgo Piave, in uno degli ingressi principali della città.

“Il professor Federico Tedeschini, esperto in urbanistica, è un professionista “vicino” al sindaco Giovanni Di Giorgi. Ciò non toglie che la legge vada rispettata: la legge, infatti, obbliga gli Enti ad utilizzare le proprie risorse interne, in termini di competenze, per evitare di correre a consulti, pareri e prestazioni esterne che costituiscono un onere per l’amministrazione.
Per questo motivo ogni incarico esterno deve essere motivato o giustificato da un diniego da parte delle figure interne all’amministrazione che dichiarano di non essere disponibili a fare quel tipo di lavoro. Solo allora la legge ti consente di ricorrere agli esterni.

imageNoi abbiamo un’Avvocatura Comunale che svolge proprio questa funzione: patrocina le cause e fornisce consulenze e pareri tutta l’amministrazione.
Per ricorrere ad un esterno c’è bisogno una dichiarazione scritta da parte delle figure interne che dichiarano che non sono disponibili a fornire quel parere o perché non è alle competenze o perché non è disponibile a farlo.
Nel nostro caso era palese che il sindaco aveva paura di un parere pro veritate della nostra avvocatura che presumibilmente sarebbe stato sfavorevole – viste le inchieste della magistratura.
A sostegno di questo dico che il 30 maggio il sindaco scrive all’Avvocatura chiedendo se questa si rende disponibile per un parere pro-veritate in merito alla variante di borgo Piave, ma palesa già l’intenzione di volerlo eventualmente chiedere al professor Tedeschini in caso di diniego.
Dopo ben una settimana il sindaco invia il parere richiesto con i quesiti esplicitando che la scadenza per la presentazione del parere è l’11 giugno.
L’avvocatura dichiara la propria disponibilità ma fa notare che non sono pervenuti i documenti da parte del settore urbanistica senza i quali il parere non può essere formulato e resta in attesa della documentazione necessaria per lo studio del caso.

Invece della documentazione, 17 giugno arriva una nota del sindaco dice che l’estrema urgenza spinge l’amministrazione a chiedere il parere al prof.Tedeschini.

Evidentemente l’urgenza non era vera perché il professor TEDESCHINI si prende tre mesi per rispondere ai quesiti, infatti il suo parere pro-veritate, lo ripeto, costato € 13.000 alle tasche dei cittadini di latina, perviene ufficialmente all’ente il 15 ottobre.

Il ragionamento che faccio è il seguente:

  1. il sindaco ha causato un danno all’erario comunale perché c’erano competenze interne all’Ente che si erano rese disponibili a fornire quel parere, invece lui è ricorso ad un parere esterno con un aggravio per le casse comunali.
  2. è evidentemente dichiarato un falso negli atti perché agli avvocati dell’avvocatura comunale si fa pressione e si dichiara un’urgenza dando una scadenza impossibile – l’11 giugno – mentre il professor TEDESCHINI poteva prendersi tutto il tempo che voleva, infatti il parere è datato 15 ottobre: dov’è l’urgenza?
  3. I soldi di un singolo parere potevano ben essere utilizzati per un anno di lavoro di un giovane avvocato come figura di supporto all’interno dell’avvocatura, vista la mole esagerata di contenzioso che questa amministrazione genera.
  4. c’è il sospetto che per difendere interessi particolari si sia fatto ricorso ad un parere prevedibilmente favorevole a chi lo chiedeva.

La questione è oggetto di un’interrogazione e ho chiesto di portarla in Commissione Trasparenza.

Da poco finiti i lavori: museo di Satricum allagato.

imageIl museo di Satricum lo scorso novembre si è allagato a causa delle abbondanti piogge ed è successo a pochi mesi dalla conclusione dei lavori di ristrutturazione che hanno interessato la struttura.

Omar Sarubbo: “ecco cosa dice la delibera: “Nei giorni 6 e 7 novembre 2014 l’area di Satricum è stata interessata da copiose piogge che hanno determinato un parziale allagamento dei locali che ospitano la mostra e che per gli stessi la Sovraintendenza dei Beni culturali ha richiesto apposti interventi nel merito”.

Ma se i lavori di ristrutturazione e adeguamento dello stabile sono terminati solo qualche mese prima come è possibile che a novembre si sia allagato tutto? E perché una notizia così importante è passata in sordina?» Vogliamo vederci chiaro e capire come tutto ciò è potuto accadere a soli cinque mesi dall’inaugurazione della mostra, come e da chi sono stati effettuati i lavori, quanto sono costati, quanto costerà “rimetterci mano” e rimediare al danno.

Per questo insieme al collega Omar Sarubbo abbiamo chiesto una convocazione urgente della commissione Cultura con audizione del responsabile comunale dei musei e di quello dei lavori pubblici. Ci aspettiamo di sapere

  • quali motivazioni hanno determinato gli allagamenti nonostante gli interventi di ristrutturazione e adeguamento fossero stati eseguiti pochi mesi prima;
  • la porzione e il relativo costo dei lavori a carico dell’amministrazione comunale;
  • quali interventi dovranno essere nuovamente realizzati (o sono già stati realizzati) per mettere in sicurezza il sito in via definitiva ed evitare in futuro il presentarsi delle stesse problematiche;
  • se le strutture e i reperti archeologici hanno subito danni.

«Siamo da sempre convinti sostenitori della necessità di investire nella valorizzazione della cultura, del sito di Satricum e del sistema museale nel suo complesso ma vogliamo che si proceda con coscienza e professionalità, dunque chiediamo che emergano le eventuali responsabilità amministrative di chi ha operato con pericolosa approssimazione».

La paura di perdere

imageNon si può che essere lieti di una decisione presa in giunta il 29 gennaio che decide in merito agli affidamenti sotto soglia € 40.000: la ditta cui saranno affidati i lavori verrà sorteggiata da una lista depositata presso l’ufficio Gare e Contratti.

Qualcosa che abbiamo da sempre e da sin dall’inizio della consiliatura richiesto noi del PD, nelle varie commissioni competenti ma che mai è stata presa in considerazione.

A dire il vero il sindaco dice di aver dato una direttiva che vuole procedere ad una revisione delle norme per il funzionamento dell’ufficio gare e contratti. I Regolamenti sono materia di Consiglio Comunale, quindi il sindaco ha semplicemente espresso una volontà, un indirizzo. E si sa che tra il dire che di solito è annunciato con tante trombe e fanfare, e il fare c’è di mezzo un sacco di tempo che fa dimenticare…

Comunque, “se non per amore, almeno per timore”, diceva Teresa di Lisieux, ed è forse questo che ha spinto alla fine della consiliatura il sindaco Di Giorgi ad andare verso una direzione di maggiore trasparenza: il timore folle delle indagini dei magistrati…
imageCerto è pressoché impossibile compensare quanto finora non è stato fatto: nel settore urbanistica ci sono pesanti ombre che interessano non solo la legittimità di scelte fatte a livello di progettazione e di calcoli sul piano generale e particolare della città, ma anche sulla validità e la legittimità di una serie innumerevole di operazioni che vanno dagli espropri ai rilasci dei permessi a costruire.
In un tale panorama l’indirizzo preso a livello di giunta, sottolinea come sia questo un intervento che parte dal sindaco, e non è parte di un progetto sindacale e di maggioranza che evidentemente sarebbe stato realizzato con l’inizio della consiliatura. Questo mi pare piuttosto un escamotage finale per voler a tutti i costi di dimostrare di voler fare bene ma, ahimè, troppo in ritardo.

Come quello studente che per tutto l’anno non ha voluto mai studiare perché impegnato in altre faccende, che a maggio decide di farsi interrogare per paura di essere bocciato.

Non si può pensare all’amministrazione della seconda città del Lazio che gestisce oltre €125ML di bilancio ed un bacino di cittadini di 120mila abitanti come uno “studente allegro” che deve ancora capire le sue responsabilità.

Consiglio del 29 gennaio: passa tutto nella quiete dell’occhio del ciclone.

consiglio-comunale-latinaIn apertura di Consiglio sentivo stridere la realtà di un ordine del giorno con punti estranei alla realtà che fuori si stava vivendo: indagini giudiziarie, avvisi di garanzia, “sospensione” di attuazione di strumenti urbanistici, fatture che mancano, debiti fuori bilancio e fuori controllo, caos negli uffici…

Ho chiesto che il sindaco riferisse in merito agli accadimenti, che questo era il consesso adatto per comunicare direttamente con la cittadinanza, senza filtri di giornali o comunicati.
Nessuna risposta: molta agitazione, ma nessuna parola in merito.

E allora tutto si è svolto liscio come l’olio…

A sorpresa passano mozioni che erano state avversate nei precedenti Consigli tutte presentate da noi minoranza (fatta eccezione per la mozione che chiedeva la sospensione della ripavimentazione della ZTL, ritirata per essere aggiornata).

  • Regolamento per il Referendum Popolare: passato
  • Mozione di Adesione del Comune di Latina al Circuito DECORO URBANO: passata. (leggi mozione)
  • Mozione sui criteri di assegnazione aree per l’Edilizia Economica e Popolare: passata con modifiche che impongono un accordo tra operatori dell’edilizia cooperativa, edilizia privata e il comune
  • Mozione adeguamento semaforico per gli ipovedenti: passata
  • Mozione per l’intitolazione di luoghi pubblici a Sandro Pertini e ad Altiero Spinelli: passata

Insomma, un Consiglio “buono”, tutto all’unanimità, senza grandi discussioni.
La quiete nell’occhio del ciclone.

La coerenza dello “spacchettamento”

C’è “coerenza” di metodo tra la gestione del verde e quella della gestione da parte del cimitero di Borgo Montello in tema di affidamenti per i lavori di manutenzione. Come era accaduto per la gestione del verde pubblico, a Latina ci troviamo nuovamente di fronte al sistema dello ‘spacchettamento‘, una procedura che la legge vieta e che non favorisce nessuno, se non le ditte che ricevono gli affidamenti diretti per lavori a committenza pubblica.

Lo “spacchettamento” consiste nella redazione di diverse determine, tutte da importi inferiori ai 40mila euro, i cosiddetti “sotto soglia“, in modo che l’ente non sia tenuto ad indire una gara per commissionare i lavori, ma possa procedere per affidamento diretto ad una ditta di fiducia.

Per il cimitero di Borgo Montello, l’unica gara indetta in questa consiliatura risale al 2012 per i lavori da effettuare nell’anno 2013, stimati nel valore di 65mila euro. Poi il Comune ha continuato ad affidare la manutenzione straordinaria del sito, sempre alla stessa ditta, a “pacchetti” di tre mesi. Lo ha fatto per tutto il 2014.

L’aspetto irregolare sta nel fatto che il valore di questi lavori affidati con determine, se sommato, supera i 40mila euro (Iva esclusa) e ci troviamo quindi di fronte ad una irregolarità da parte del Comune, che avrebbe dovuto indire una gara per l’affidamento della manutenzione del camposanto come aveva fatto nel 2012.

imageUn altro problema: il 22 gennaio 2015 viene pubblicata un’altra determina, la 1626 del 2014, riferita all’affidamento dei lavori al cimitero di Borgo Montello per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2015. La pubblicazione avviene dopo 4 mesi, a giochi fatti, quasi un mese dopo che il tempo d’affidamento è persino concluso. Questo significa che la ditta ha lavorato per tre mesi senza contratto, quindi in una posizione di assoluta irregolarità, e che l’Ente dovrà pagarli senza aver impegnato le somme, generando quindi un debito fuori bilancio

Basta prendere in giro i cittadini. Si tratta di una situazione che segnalerò al segretario del Comune e che è materia della Corte dei Conti. Il punto è però che a Latina questa è la prassi. Il mancato rispetto dei tempi è ormai una caratteristica del nostro Comune: giovedì si terrà un consiglio con ordini del giorno e mozioni presentate ad agosto del 2014, ignorando del tutto i fatti – gravissimi – che sono accaduti nel frattempo e che hanno investito l’amministrazione Di Giorgi. Un’amministrazione che, così com’è, non può durare neanche un giorno di più.

Altro che “casa di vetro”: la trasparenza a Latina non è

“Piani particolareggiati e regolamento edilizio, la grande assente è la Trasparenza”


(L’intera ricerca, confrontata con i siti di altre pubbliche amministrazioni del Lazio, è stata documentata con un questo video)

“Come fa un cittadino di Latina a sapere se davanti alla finestra di casa sua, al posto di un parco verde, sorgerà un palazzo oppure sarà fatta una colata di cemento? Semplicemente, allo stato attuale dei fatti, non può esserne informato se non dalle ruspe già al lavoro o recandosi fisicamente all’ufficio urbanistica mettendosi in fila e aspettando il proprio turno. Questo increscioso problema ha una risposta sola ed è ancora una volta la mancanza di trasparenza del Comune di Latina.” Ho scritto una lettera indirizzata al Segretario generale del Comune di Latina, che è anche responsabile per l’ente di procedura Anticorruzione e Trasparenza, dove gli segnalo formalmente le gravi mancanze.

L’ente è infatti inadempiente rispetto a quanto stabilito dal DL33/2013, che impone la pubblicazione e il livello di accessibilità di documenti e dati sul sito internet delle pubbliche amministrazioni. “I consiglieri comunali del Pd ed in primis la commissione trasparenza, hanno sin dall’inizio della consiliatura sollecitato e richiamato alla piena Trasparenza l’ente di Piazza del Popolo, ma ad oggi il Comune non risulta essersi adeguato alla norma”. Ho inviato una nota di denuncia formale al Segretario generale e al sindaco Giovanni Di Giorgi per ottemperare alle disposizioni di legge.

“È praticamente impossibile accedere alla consultazione online di documenti e tavole relative ai Piani Particolareggiati Esecutivi della nostra città in modo facile ed intuitivo. Nella pagina “Amministrazione Trasparente“, d’obbligo per tutti i Comuni, c’è una sezione denominata ‘Pianificazione e Governo del territorio’ con tre sotto-sezioni tra cui ‘Atti di governo del territorio’, con ulteriore sottosezione ‘Servizio urbanistica’. È proprio qui che ci si aspetterebbe di trovare dati omogenei, raggruppati in tavole e documenti, i vari piani particolareggiati dei quartieri nonché il Piano Regolatore Generale. Quest’ultimo non risulta neanche pubblicato. Da notare, inoltre, che in nessuna sezione del sito del Comune di Latina è presente, nonché accessibile o consultabile, il Regolamento Edilizio che pure esiste in forma cartacea, benché obsoleto in diverse parti”.

“L’articolo 46 del decreto 33 del 2013, in base al quale dovrebbero risultare accessibili nel modo più trasparente possibile tutti i dati citati impone la considerazione di un altro aspetto: anche il solo parziale inadempimento degli obblighi di pubblicazione, comporta sanzioni e costituisce elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all’immagine dell’amministrazione ed è comunque valutato ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale dei responsabili. In buona sostanza, se l’ente non adempie all’obbligo imposto dalla legge, può incorrere in sanzioni ed i dirigenti, pagati per una funzione che non svolgono, possono vedersi decurtare parte dello stipendio”.

Comune a rischio pignoramento

image“L’amministrazione del sindaco Giovanni Di Giorgi non si smentisce nella scellerata gestione dei conti pubblici del Comune di Latina. Oggi emerge una situazione incresciosa che risale al 2011 e che ricade sulle spalle e sulle tasche di noi cittadini a causa delle lentezze e dell’incapacità del governo di questa città di gestire i conti pubblici”.

Ecco la storia di un nuovo pesante debito fuori bilancio, che ammonta a circa 160mila euro e che è da imputare a questa amministrazione.

Nell’agosto del 2011 il Comune pagò alla Ati (Associazione Temporanea di Impresa) fatture per un ammontare di € 339.231,31 che riguardavano servizi per il trasporto pubblico locale non pagati risalenti agli anni 2003-2004. La Ati raggruppava la Società Automobilistica Interprovinciale SAI Srl, la Rossi Bus S.p.A., e la Schiaffini Travel spa, che dal 2001 al 2007 si è occupata del trasporto pubblico locale nei borghi. Questa somma di debito fuori bilancio è stata materialmente trasferita ben due anni dopo il riconoscimento in consiglio comunale, che aveva approvato la liquidazione delle fatture nel dicembre 2009, con deliberazione numero 142. Peccato che, al versamento, mancavano tutti gli interessi maturati nel frattempo e che, secondo un accordo, sarebbero stati inizialmente non pretesi dall’Ati nella somma di €153.134,48. Evidentemente il ritardo con cui sono state pagate le fatture del debito fuori bilancio deve aver fatto tornare sui propri passi la società, per cui il 26 novembre 2013 viene notificato un decreto ingiuntivo per la somma corrispondente agli interessi. Trenta i giorni per fare opposizione, ma il Comune lascia decorrere i termini ed il decreto ingiuntivo diventa irrevocabile ed esecutivo il 24 aprile 2014. Il 26 novembre scorso viene notificato l’atto di precetto che intima al pagamento della somma di € 153.134,48 oltre agli ulteriori interessi legali maturati a partire dal 2011 fino al totale soddisfo, quindi quasi 10mila euro in più. A dicembre, quando sono stati deliberati dal consiglio comunale i riconoscimenti dei debiti fuori bilancio, gli interessi maturati dall’Ati non comparivano. IL ritardo è già notevole ed oggi il Comune rischia il pignoramento, con il prelievo diretto della società dalle casse dell’Ente, ed ulteriori costi.

“Una situazione vergognosa, dovuta alle inadempienze dell’amministrazione Di Giorgi, che pecca di ulteriori ritardi anche in un altro ambito, non meno grave, che è quello della produzione della documentazione dei debiti fuori bilancio alla Procura regionale della Corte di Conti”.
La legge finanziaria del 2003 ha infatti stabilito questa procedura per l’accertamento e le verifiche su eventuali responsabilità rispetto danni erariali procurati all’Ente. “Il nostro Comune – afferma Zuliani – è inspiegabilmente tardivo nell’inoltro alla Procura della Corte dei Conti: diversi debiti fuori bilancio sono stati inviati quasi 2 anni dopo essere stati riconosciuti in consiglio comunale, rinunciando a qualsiasi impugnazione. Molti sono stati invece inviati all’ufficio sbagliato, di fatto eludendo il controllo della Procura della Corte dei Conti.

Se si tratti di dolo o di ignavia, sarà valutato dalla Procura quando riceverà il nostro esposto”.

Isola ecologica a Latina Scalo, Pd schierato contro la chiusura

«Oggi il sito è una discarica a cielo aperto perché il Comune l’ha abbandonato»

imageL’isola ecologica di Latina Scalo potrebbe presto riaprire: nella seduta della commissione Sanità tenuta oggi la maggioranza si è detta disponibile a valutare i costi della riattivazione, sollecitata in questa direzione dai consiglieri del Partito democratico Omar Sarubbo, Fabrizio Porcari e Nicoletta Zuliani.

image«L’isola ecologica di Latina Scalo – affermano i tre democratici – ha offerto per anni un servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti ai cittadini di Latina, ma nel 2011 ha cessato di funzionare su decisione del Comune ed è stata abbandonata. Da quel momento l’incustodita struttura è diventata una discarica a cielo aperto e la Latina Ambiente è costretta a costose bonifiche mensili che, ovviamente, ricadono sulle tasche dei cittadini. Oggi in commissione la maggioranza ha proposto di chiudere la struttura temporaneamente sistemando la recinzione e installando un paio di telecamere di videosorveglianza, l’idea era quella di rimandare ad un momento successivo la decisione sul suo utilizzo».

Dopo gli interventi dei tre consiglieri del Pd la commissione è tornata sui suoi passi e la proposta di riapertura avanzata dai democratici è stata accolta dal dirigente Servizio Ambiente Francesco Passaretti oltre che dai commissari presenti. «Nei fatti per garantire il servizio – spiegano Sarubbo, Porcari e Zuliani – è sufficiente che un addetto presidi il posto e coadiuvi i cittadini nel momento del conferimento. È lo stesso metodo utilizzato in via Bassianese e presso l’isola ecologica de La Chiesuola che, infatti, non presentano le stesse problematiche di conferimento selvaggio e illegale di rifiuti riscontrate a Latina Scalo.

Per i tre consiglieri il costo di un operatore è modesto e sostenibile, «soprattutto è un costo che in difesa dell’ambiente dobbiamo e vogliamo sostenere senza tentennamenti ed evitando i soliti ritardi cui questa amministrazione ci ha abituati e che finiscono col tradursi in un costo ambientale ed economico per la cittadinanza. Se oggi esiste a Latina Scalo una discarica a cielo aperto è perché il Comune l’ha chiusa ed abbandonata. Per questo – concludono i democratici – proponiamo che i soldi spesi per le ripetute bonifiche e riparazioni della struttura vengano utilizzati per garantirne il funzionamento e la riapertura. Se poi ci sarà da installare qualche telecamera noi saremo d’accordo, ma è un tema decisamente accessorio».

I soldi per la pavimentazione della Ztl vadano alle SCUOLE

imagePavimentare la Ztl rappresenta una scelta da irresponsabili perché investe risorse economiche importanti che invece dovrebbero essere meglio impiegate destinandole alle scuole”. Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico torna sul tema della pavimentazione dell’area che è stata limitata al traffico nel centro cittadino di Latina, che oggi è stata argomento di discussione in Commissione Lavori Pubblici.
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“Un esempio per tutti: la scuola di Piazza Dante, con problemi di riscaldamento, viene sistemata con i soldi presenti nel fondo di riserva. Prima o poi questo fondo finirà, e allora con quale denaro interverremo per altre urgenze? Il sindaco Giovanni Di Giorgi, così facendo, interviene in maniera irrituale ed irresponsabile. Nella stessa, se non peggiore, situazione di Piazza Dante, ci sono la quasi totalità delle scuole di Latina, che presentano urgenze nei 74 plessi di competenza comunale. Con i soldi della pavimentazione metteremmo a norma almeno 4 scuole.
Uno studio effettuato di recente, infatti, ha stimato 18 milioni di euro per la messa a norma di tutti gli edifici scolastici comunali” – riferisce Zuliani.
Ma quando cominciamo?

“La pavimentazione della Ztl è dunque un’opera che oggi non possiamo permetterci. Ci sono troppe emergenze in città perché si pensi a realizzare un progetto sì bello, ma non necessario. Materiali pregiati che verranno a costarci 900mila euro per un’opera che va ad interessare solo parte del centro cittadino, quando invece quei soldi potrebbero essere destinati alla scuole, frequentate dai bambini, il nostro vero futuro”.

Zuliani ritiene la scelta di pavimentare la Ztl politicamente sbagliata per diversi motivi. Si tratta, a suo avviso, di una spesa eccessiva per il bilancio comunale, di cui ben si conoscono le problematiche. Poi c’è l’aspetto che riguarda l’affidamento a tre architetti diversi per il progetto, che vanno a rappresentare altri 50mila euro di spesa per studi e rilevazioni di vario genere. “Lo studio del progetto, poteva essere a costo zero, se affidato al nostro servizio interno – dice la consigliera dem – Il Comune ha architetti professionisti preparati e già retribuiti per il loro lavoro per l’Ente”.

8 per mille per le scuole?

“Edilizia scolastica: il Comune dimentica di fare richiesta per l’accesso ai fondi dell’8 per mille. Con i problemi di bilancio che ci sono, l’Ente non può permettersi queste ‘distrazioni’”

Il Comune di Latina non ha ancora fatto richiesta per ottenere l’accesso ai fondi previsti per l’edilizia scolastica provenienti dall’8 per mille. Eppure la legge parla chiaro: la scadenza è fissata al 15 dicembre.

La norma è stata introdotta con la legge di stabilità 2014 (legge 27 dicembre 2013, n.147, art.1, comma 206), che nell’8 per mille Irpef a gestione statale ha affiancato alla quota prevista per la conservazione dei Beni culturali, un’ulteriore categoria beneficiaria relativa però all’edilizia scolastica pubblica. A queste somme i Comuni accedono inoltrando una domanda e in base alla percentuale ottenuta dalle donazioni, si ricevono fondi da destinare ad opere di “ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica”, così come indicato dalla stessa legge.

L’amministrazione comunale di Latina è del tutto impreparata nella gestione dei conti pubblici: “In una situazione economica già penosa per il Comune di Latina, in cui le casse comunali piangono una sempre maggiore penuria ed il bilancio, con il nuovo debito da 800mila euro arrivato nei giorni scorsi, ci fa uscire dal Patto di Stabilità, l’amministrazione non può permettersi certe “distrazioni”. Con 74 plessi di propria competenza, il Comune di Latina potrebbe beneficiare di decine di migliaia di euro, se solo facesse richiesta d’accesso ai fondi al Governo centrale e se solo pubblicizzasse ai cittadini l’opportunità di devolvere il proprio 8 per mille alla scuola pubblica. A ben pensarci, non dovrebbe essere così difficile, eppure nulla ancora è stato fatto.

E colgo l’occasione per chiedere cosa appunto intendano fare gli uffici, visto che il termine scade fra meno di una settimana”.