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Un parere favorevole a tutti i costi

imageIl sindaco ha arrecato un danno alle casse del Comune di Latina per ottenere un parere pro-veritate favorevole al suo operato. Il sospetto è che lo abbia fatto consapevolmente. Occorre che vengano chiariti tutti i passaggi che hanno portato l’ente ad una spesa inutile che riguarda un colosso di cemento che si trova a Borgo Piave, in uno degli ingressi principali della città.

“Il professor Federico Tedeschini, esperto in urbanistica, è un professionista “vicino” al sindaco Giovanni Di Giorgi. Ciò non toglie che la legge vada rispettata: la legge, infatti, obbliga gli Enti ad utilizzare le proprie risorse interne, in termini di competenze, per evitare di correre a consulti, pareri e prestazioni esterne che costituiscono un onere per l’amministrazione.
Per questo motivo ogni incarico esterno deve essere motivato o giustificato da un diniego da parte delle figure interne all’amministrazione che dichiarano di non essere disponibili a fare quel tipo di lavoro. Solo allora la legge ti consente di ricorrere agli esterni.

imageNoi abbiamo un’Avvocatura Comunale che svolge proprio questa funzione: patrocina le cause e fornisce consulenze e pareri tutta l’amministrazione.
Per ricorrere ad un esterno c’è bisogno una dichiarazione scritta da parte delle figure interne che dichiarano che non sono disponibili a fornire quel parere o perché non è alle competenze o perché non è disponibile a farlo.
Nel nostro caso era palese che il sindaco aveva paura di un parere pro veritate della nostra avvocatura che presumibilmente sarebbe stato sfavorevole – viste le inchieste della magistratura.
A sostegno di questo dico che il 30 maggio il sindaco scrive all’Avvocatura chiedendo se questa si rende disponibile per un parere pro-veritate in merito alla variante di borgo Piave, ma palesa già l’intenzione di volerlo eventualmente chiedere al professor Tedeschini in caso di diniego.
Dopo ben una settimana il sindaco invia il parere richiesto con i quesiti esplicitando che la scadenza per la presentazione del parere è l’11 giugno.
L’avvocatura dichiara la propria disponibilità ma fa notare che non sono pervenuti i documenti da parte del settore urbanistica senza i quali il parere non può essere formulato e resta in attesa della documentazione necessaria per lo studio del caso.

Invece della documentazione, 17 giugno arriva una nota del sindaco dice che l’estrema urgenza spinge l’amministrazione a chiedere il parere al prof.Tedeschini.

Evidentemente l’urgenza non era vera perché il professor TEDESCHINI si prende tre mesi per rispondere ai quesiti, infatti il suo parere pro-veritate, lo ripeto, costato € 13.000 alle tasche dei cittadini di latina, perviene ufficialmente all’ente il 15 ottobre.

Il ragionamento che faccio è il seguente:

  1. il sindaco ha causato un danno all’erario comunale perché c’erano competenze interne all’Ente che si erano rese disponibili a fornire quel parere, invece lui è ricorso ad un parere esterno con un aggravio per le casse comunali.
  2. è evidentemente dichiarato un falso negli atti perché agli avvocati dell’avvocatura comunale si fa pressione e si dichiara un’urgenza dando una scadenza impossibile – l’11 giugno – mentre il professor TEDESCHINI poteva prendersi tutto il tempo che voleva, infatti il parere è datato 15 ottobre: dov’è l’urgenza?
  3. I soldi di un singolo parere potevano ben essere utilizzati per un anno di lavoro di un giovane avvocato come figura di supporto all’interno dell’avvocatura, vista la mole esagerata di contenzioso che questa amministrazione genera.
  4. c’è il sospetto che per difendere interessi particolari si sia fatto ricorso ad un parere prevedibilmente favorevole a chi lo chiedeva.

La questione è oggetto di un’interrogazione e ho chiesto di portarla in Commissione Trasparenza.

VARIANTE e PARERE felicemente sposi in barba alla collettività

Oltre ad una pessima figura, la variante di Borgo Piave costerà alla collettività più di €13mila.

Nicoletta Zuliani: un inutile e costoso parere di facciata che non può entrare nel merito del problema.

downloadSindaco e giunta ritengono necessario un parere esterno (pro veritate) per avvalorare la tesi della correttezza del loro operato.

Un parere costoso.

Sono mesi, ormai, che il tema desta polemiche, ma l’interesse che oggi suscita è a causa di un’inchiesta e di indagini che la magistratura ha ripreso e sta approfondendo.

UN PARERE INUTILE
In seno all’Amministrazione già abbiamo tutte le figure preposte ad esprimere pareri di legittimità: lo stabilisce la legge.

Ci sono tre versanti: la forma, il merito e il presunto reato.
La magistratura si occupa dell’accertamento della presenza di presunti illeciti di rilevanza penale come abuso di ufficio, falso e lottizzazione abusiva e ci dirà se la variante, essendo stata considerata “non sostanziale”, poteva saltare il passaggio in Consiglio Comunale necessario per l’approvazione, evitando lo scoglio del vaglio e controllo della città attraverso i suoi rappresentanti. In più, la variante interessava direttamente un consigliere comunale in quanto imprenditore.
L’Amministrazione, lo sappiamo, scegliendo di ritenerla “non sostanziale” ha saltato il passaggio del confronto in Consiglio e Commissione ed ha approvato direttamente in Giunta.
La forma e il merito sono, per legge, tutelate da ben tre figure all’interno dell’Ente: segretario generale, dirigente del settore e avvocatura.

LE TRE FIGURE
Il Segretario Generale e nessun altro può assicurare che l’azione amministrativa sia legittima. La firma del Segretario Generale su quella delibera di Giunta non comparirebbe, e quindi avremmo già una sorta di parere interno.

Il Dirigente e nessun altro può garantire la regolarità tecnica di una scelta dell’amministrazione rispondendone di persona.

E poi c’è l’Avvocatura Comunale liquidata nella delibera di incarico del parere, con la scusa che è già oberata “da notevoli mansioni”.
Voglio ricordare che l’Avvocatura esiste proprio per tutelare l’Amministrazione da eventuali illegittimità ed è lì già pagata da tutti noi proprio per questo. Si temeva forse un parere sfavorevole nel caso della variante? Come nel caso della questione del cimitero in cui l’Avvocatura sottolineava il pesante vulnus di carenza regolamentare interna all’Ente? E non è la prima volta che si sceglie un esterno per un parere giuridico costosissimo. E non è escluso che si possa segnalare alla Corte dei Conti un comportamento così inutilmente oneroso per i cittadini.

I QUESITI
Leggendo poi i quesiti è interessante vedere come si “metta in bocca” dell’esimio professionista la risposta da dare:
- nel primo la variante viene già definita “non sostanziale”. Ma il “quid” di tutta l’operazione è proprio li, nel merito, e non è certo un avvocato che possa stabilirlo, bensì un dirigente rispondendone di persona. Alla domanda “una variante non sostanziale può saltare il passaggio in consiglio? Così posta la risposta non può essere che “si!”
- nel secondo quesito si chiede se nell’iter ci sia stato conflitto d’interesse da parte di generici “consiglieri comunali”, e qui basta leggere il TUEL che all’art.63 comma 1 esplicita le fattispecie di incompatibilità.
La ratio, infatti, della causa di incompatibilità risiede nel fatto che un consigliere sia portatore “interessi configgenti con quelli del comune – ovvero personali (ndr) – o i quali si trovino comunque in condizioni che ne possano compromettere l’imparzialità». Il consigliere indirizza e controlla e non può indirizzare diversamente da interessi della comunità o rivestire le vesti del controllato contemporaneamente: delle due o l’una o l’altra.

DUBBIA VALIDITA’
Apprendiamo poi che il capo di gabinetto, dipendente in quiescenza con incarico da funzionario, rilascia pareri tecnici che solo un dirigente può rilasciare, secondo l’art.49 TUEL, mettendo in dubbio la stessa validità della delibera di incarico.

E come tacere la mancanza dall’elenco in premessa dell’unico parere tecnico significativo: quello del dirigente Responsabile Unico del Procedimento?

Infine trovo la motivazione citata in delibera, che annovera IL QUOTIDIANO – LATINA come causa di una campagna mediatica che arreca danno all’Istituzione, veramente imbarazzante: il danno di immagine è tutto a carico delle persone indagate che dovrebbero pagarsi i pareri pro veritate di tasca propria.