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L’urbanistica e il concetto di continuità.

IMG_1690Nelle Linee di Mandato il sindaco aveva scritto che avrebbe riportato i Piani Particolareggiati in Consiglio nonostante lo stop di Regione e Prefetto Barbato. L’assessore Buttarelli ha ribadito nel DUP questa volontà: l’urbanistica ha bisogno di continuità.

Quello che dissi ad agosto è perfettamente valido anche oggi.

11 Agosto :” Io vorrei sapere se i piani particolareggiati del PRG del 1971 sono per voi ancora validi o no. Dite di volerli riportare in Consiglio quindi vuol dire che – approvandoli in Consiglio avranno il “lasciapassare formale” che è mancato a Di Giorgi – quindi vanno bene così. La nostra città è, secondo quel PRG , “programmata” per dare abitazioni ad oltre 200mila abitanti. Noi siamo attualmente 120mila. Questo significa che noi abbiamo ancora delle cubature da assegnare, tantissime costruzioni ancora da fare; questo significa che abbiamo un giacimento di cubature (non necessarie) che potrebbe far gola al malaffare. Quali sono i vostri strumenti? Qui non si parla ad esempio di saldo delle cubature. Quante ce ne sono rimaste? Quante cubature sono ancora da realizzare? Abbiamo già superato la soglia dei 120mila abitanti che siamo? Vogliamo un nuovo PRG (che significa rifare un calcolo delle cubature veramente necessarie alla nostra popolazione) oppure vogliamo finire di realizzare questo (con una valanga di cemento) e poi nel 2032 farne un altro? Costruire per 250mila abitanti significa che saremo pieni di cemento se non cambiano qualcosa.”

Considerazione: mi sembra che non si voglia cambiare nulla. Si sceglie la linea della continuità con le precedenti amministrazioni perché l’urbanistica ha bisogno di tempi lunghissimi per realizzare piani e progetti.

Io non sono d’accordo.

Intervento (seconda parte)

 

La farsa Di Giorgi-Fazzone

IMG_0129.JPGUn governo zoppo, che tira avanti come un malato terminale in attesa di morte naturale.

Questo è ad oggi la condizione dell’amministrazione Di Giorgi.

Mantenere le dimissioni date ad ottobre sarebbe stato un grande atto di onestà che avrebbe lasciato al sindaco Di Giorgi la dignità di chi ha il coraggio di guardare alle cose con occhio pulito e trarne le conclusioni.

A nulla sono valse le dimissioni dell’ex prefetto La Rosa chiamato per “ripulire” il settore urbanistica dalle sporcizie di interessi personali capaci di piegare l’interesse pubblico ad uso e consumo di chi ci vuole guadagnare.

A nulla è valsa la lenta fuoriuscita dalla maggioranza di consiglieri che uno alla volta si sfilano da uno pseudo-governo.

Quello che abbiamo oggi è un epilogo continuamente annunciato dai fatti ma che non si avvera mai.

Un Consiglio Comunale importante, quello di giovedì 30 aprile, che doveva approvare il Rendiconto di Gestione (con la nuova normativa se non si approva il rendiconto, si va tutti a casa).
Un rendiconto non approvato nel passaggio in Commissione Bilancio (mai successo nella storia di Latina, la maggioranza si è astenuta, come dire: “noi di Forza Italia siamo importanti e potremmo mandarti a casa“), ma ha votato favorevolmente in Consiglio.
Dopo aver approvato il Rendiconto di Gestione, che di fatto è un atto di sostegno forte, si alza un componente di Forza Italia e a nome del suo gruppo legge un documento. La sostanza è: il sindaco ci ha deluso, non abbiamo visto il cambio di passo annunciato, noi usciamo dalla maggioranza, gli assessori di FI si dimettono, e di volta in volta decideremo cosa votare analizzando ogni singolo provvedimento.

Una condizione stabile di ricatto. Fazzone, che coordina il partito Forza Italia, non ama Di Giorgi. Non vede valorizzata sufficientemente la sua componente nel contesto politico-amministrativo della città e della provincia, e vorrebbe giocare un ruolo da protagonista nelle sorti della città come scelta del futuro candidato a sindaco.

Ma quali sono le sue idee sulla Metro? E sui rapporti col gestore del cimitero? Che vorrebbe fare degli inquinati piani particolareggiati? Lasciarli così o rivederli? Come li considera?
E cosa pensa della questione rifiuti?

A noi questi temi interessano, non i giochi di potere.

I detentori del potere di questa città dimostrano ancora una volta di essere lontani anni luce dalla vita dei cittadini di Latina.

Il non decidere su questioni che riguardano i cittadini e dedicarsi unicamente a questioni di potere partitico è esso stesso una forma di dittatura e di disprezzo nei confronti della città: è un tradimento nei confronti di chi ha dato il proprio voto convinti che avrebbero avuto una città migliore.

Vengano davanti alla città e dicano a chiare parole quali sono i loro veri interessi.
E ammettano tutti di aver fallito.
Questa è una farsa, non è Politica.

L’assessore-prefetto Salvatore La Rosa si è dimesso

L’assessore-prefetto Salvatore La Rosa si è dimesso.

(leggi il mio precedente articolo sul’assessore divenuto scomodo)

Un “signore” in mezzo a tanti piccoli uomini.
E non perché i piccoli uomini siano necessariamente i politici, ma perché riconoscere cosa sia BENE COLLETTIVO e saperlo far vincere in mezzo a tanti interessi privati è da persone dalla statura moralmente alta e che hanno un senso dell’etica pubblica elevato.
La maggior parte lo ha considerato un “tecnico” perché non proveniente da un gruppo politico.
Certo, non un tecnico dell’urbanistica.
La sua specialità è la legalità, il senso delle istituzioni, il rispetto delle regole
Di fatto, però, essendo stato chiamato da un sindaco e avendo ricevuto una delega per suo conto, aveva accettato di entrare a far parte di una “squadra politica” che dovesse esprimere e realizzare precise linee dettate dal sindaco. Quando si esprime una linea politica su delega del sindaco, si diventa di fatto dei politici. Ma qual’è la linea politica che su delega del sindaco l’assessore La Rosa doveva incarnare? Certamente la linea della legalità, dell’onestà, della correttezza procedimentale in un ambiente, come quello dell’urbanistica, sfregiato da correttivi e forzature apportate da interessi privati.

Questa era la maschera che l’ex prefetto si è accorto che tutti indossavano: quella della della finta legittimità nonostante tutto, nonostante il responso della “Cassazione”, come la Regione Lazio era stata chiamata dal sindaco Di Giorgi e da lui stesso, nonostante il suo parere che, evidentemente, è stato considerato meno di quello di Tedeschini.

Ciò che lui aveva portato come contributo è stato smentito, rifiutato, rinnegato dallo stesso sindaco che lo aveva scelto. Restare avrebbe significato smentire se stesso, e questo, l’ex-prefetto, non lo avrebbe mai fatto.

Saluto l’assessore Salvatore La Rosa con grande stima e con un ringraziamento: in questo breve periodo lui ha veramente amato la nostra città, si è reso disponibile, ci ha messo la faccia, si è messo a servizio di un obiettivo nel quale lui ha creduto, ma si è accorto che era impossibile perseguirlo in solitudine.

URBANISTICA: a che gioco giochiamo?

Con un po’ di ritardo vi racconto dell’ultimo Consiglio Comunale svoltosi il 20 febbraio scorso, venerdì.
All’ordine del giorno: urbanistica e piani particolareggiati.

Come PD abbiamo presentato una mozione che chiedeva la sospensione dei piani, così come il sindaco aveva promesso in più riprese subito dopo aver ritirato le sue dimissioni.
Forse molti non sanno cosa sono i piani particolareggiati: provo a spiegarlo.
La città è suddivisa in zone.
ppeOgni zona, in quanto a progettazione di spazi e degli edifici, deve rispettare degli indici calcolati su scala complessiva secondo un progetto di città definito nel piano regolatore generale.
All’interno di queste zone possono essere apportate delle modifiche, sostanziali o non sostanziali, rispetto alla destinazione di aree o progettazione di edifici, sempre tenendo in considerazione quanto programmato nel piano regolatore generale.
Alcuni piani particolareggiati sono stati revisionati e riprogrammati.
Ogni qualvolta viene apportata una modifica ad un piano particolareggiato si può operare in due diversi modi:

  1. se questa modifica è sostanziale deve essere approvata dal consiglio comunale
  2. se la modifica non è sostanziale (ovvero se non modifica i parametri definiti nel piano regolatore generale, quindi se di fatto resta fedele all’idea originaria di città) può essere direttamente portata in giunta e direttamente approvata con un iter che la legge Polverini ha inteso introdurre per velocizzare le operazioni.

Prima della legge Polverini qualsiasi variazione all’interno dei piani particolareggiati doveva essere posta comunque al vaglio della commissione urbanistica e poi approvata dal consiglio comunale. Essendo presente anche la minoranza, c’è un potere di controllo e un vaglio che può prevenire situazioni di speculazione e di eventuali illegalità.
Con la legge Polverini, invece, queste variazioni apportate ai piani particolareggiati possono non passare al vaglio dell’opposizione e quindi al vaglio delle commissioni, ma essere approvati direttamente in Giunta la quale, composta da assessori (scelti dal sindaco) e dal sindaco, sostanzialmente si rende assolutamente autonoma e fuori da qualsiasi controllo dell’opposizione poteva praticare rispetto a queste variazioni.

Per guadagnare un po’ di credibilità il sindaco ha scelto un nuovo assessore all’urbanistica: al posto di DI RUBBO, ha nominato l’ex prefetto Salvatore LA ROSA, a garanzia di una legalità che evidentemente mancava. Come dire: fino ad ora si è agito in modo illegale, ora metto un prefetto che rimette in ordine le cose.

La Regione Lazio, che è l’unica competente in materia di urbanistica rispetto alla legittimità degli atti, ha detto che per revisionare la correttezza dei piani particolareggiati è necessaria una sospensione di questi, ovvero, non concedere più permessi a costruire, fermare tutti lavori di tutti i cantieri, controllare che tutto sia corretto e poi eventualmente revocare alcune concessioni o continuare con quelle già poste in essere a seconda se sono legittime o no.
Perché sospendere? Immaginate che una concessione sia stata data in modo illegittimo: una volta che la casa o l’edificio è terminato non è detto che possa essere abbattuto. Ecco perché si rende necessaria una sospensione immediata.
Dal momento in cui vengono sospesi i piani particolareggiati, la Regione Lazio con i suoi tecnici può avviare le operazioni di controllo e verifica rispetto alla legittimità degli atti e delle modifiche (eventualmente sostanziali) effettuate nei vari piani particolareggiati.

Il Partito Democratico aveva chiesto questa sospensione con la mozione proposta in Consiglio.
La maggioranza l’ha respinta e ha votato una mozione che non chiedeva la sospensione, bensì semplicemente uno stop ai permessi a costruire da lì a venire.
La Regione invece continua a chiedere quello che noi PD abbiamo chiesto in consiglio comunale: se non avviene la sospensione non si può procedere al controllo e alla valutazione dei piani particolareggiati.

Le mie considerazioni sono le seguenti:
1- il sindaco ha rimosso l’assessore DI RUBBO (FI) ed ha messo un ex prefetto al suo posto. Questo vuol dire che ha ammesso che fino a quel momento si era agito in maniera non conforme alla legge. Perché ha lasciato Di Rubbo ai Lavori Pubblici??
2- il sindaco inizialmente chiedeva la sospensione, poi si è lasciato convincere dai suoi e ha chiesto una cosa più morbida, a significare che le sue idee non sono forti ma si piegano ai bisogni di chi lo circonda
3 – in consiglio comunale ha detto che considera la regione la Cassazione rispetto alle decisioni da prendere in ambito urbanistico. Ebbene, la regione chiede la sospensione dei piani e lui continua a dire che i piani non devono essere sospesi: a che gioco giochiamo?

Intanto la città aspetta, e sono passati oltre 30 giorni da che lui aveva indicato nella sospensione e nella verifica la strada più giusta, indicando in 45 giorni la conclusione di tutta questa vicenda.
Invece assistiamo ad un continuo tira e molla mai.
E la città ancora aspetta.

Altro che “casa di vetro”: la trasparenza a Latina non è

“Piani particolareggiati e regolamento edilizio, la grande assente è la Trasparenza”


(L’intera ricerca, confrontata con i siti di altre pubbliche amministrazioni del Lazio, è stata documentata con un questo video)

“Come fa un cittadino di Latina a sapere se davanti alla finestra di casa sua, al posto di un parco verde, sorgerà un palazzo oppure sarà fatta una colata di cemento? Semplicemente, allo stato attuale dei fatti, non può esserne informato se non dalle ruspe già al lavoro o recandosi fisicamente all’ufficio urbanistica mettendosi in fila e aspettando il proprio turno. Questo increscioso problema ha una risposta sola ed è ancora una volta la mancanza di trasparenza del Comune di Latina.” Ho scritto una lettera indirizzata al Segretario generale del Comune di Latina, che è anche responsabile per l’ente di procedura Anticorruzione e Trasparenza, dove gli segnalo formalmente le gravi mancanze.

L’ente è infatti inadempiente rispetto a quanto stabilito dal DL33/2013, che impone la pubblicazione e il livello di accessibilità di documenti e dati sul sito internet delle pubbliche amministrazioni. “I consiglieri comunali del Pd ed in primis la commissione trasparenza, hanno sin dall’inizio della consiliatura sollecitato e richiamato alla piena Trasparenza l’ente di Piazza del Popolo, ma ad oggi il Comune non risulta essersi adeguato alla norma”. Ho inviato una nota di denuncia formale al Segretario generale e al sindaco Giovanni Di Giorgi per ottemperare alle disposizioni di legge.

“È praticamente impossibile accedere alla consultazione online di documenti e tavole relative ai Piani Particolareggiati Esecutivi della nostra città in modo facile ed intuitivo. Nella pagina “Amministrazione Trasparente“, d’obbligo per tutti i Comuni, c’è una sezione denominata ‘Pianificazione e Governo del territorio’ con tre sotto-sezioni tra cui ‘Atti di governo del territorio’, con ulteriore sottosezione ‘Servizio urbanistica’. È proprio qui che ci si aspetterebbe di trovare dati omogenei, raggruppati in tavole e documenti, i vari piani particolareggiati dei quartieri nonché il Piano Regolatore Generale. Quest’ultimo non risulta neanche pubblicato. Da notare, inoltre, che in nessuna sezione del sito del Comune di Latina è presente, nonché accessibile o consultabile, il Regolamento Edilizio che pure esiste in forma cartacea, benché obsoleto in diverse parti”.

“L’articolo 46 del decreto 33 del 2013, in base al quale dovrebbero risultare accessibili nel modo più trasparente possibile tutti i dati citati impone la considerazione di un altro aspetto: anche il solo parziale inadempimento degli obblighi di pubblicazione, comporta sanzioni e costituisce elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all’immagine dell’amministrazione ed è comunque valutato ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale dei responsabili. In buona sostanza, se l’ente non adempie all’obbligo imposto dalla legge, può incorrere in sanzioni ed i dirigenti, pagati per una funzione che non svolgono, possono vedersi decurtare parte dello stipendio”.

Urbanistica = una montagna di soldi…

imagePerché spunta fuori solo ora questo debito? Gli uffici del Comune lo conoscevano bene. Perché non è stato inserito nel bilancio previsionale del 2013? Perché il Comune resta inerte e fa lievitare la somma a quasi un milione di euro?

Un debito fuori bilancio di 809.498,65 euro che fa uscire il Comune di Latina dal Patto di Stabilità. È questo quanto emerge dalla nota che il Servizio di Programmazione e Bilancio ha dovuto redigere dopo la notifica della scadenza dell’ultimo termine arrivata nei giorni scorsi, di una causa ancora pendente e che arriverà a sentenza in appello il prossimo 16 dicembre.

Si tratta di un contenzioso tra l’ente di Piazza del Popolo e l’ingegner Benito Ortù, il quale aveva progettato circa 20 anni fa per conto del Comune i piani particolareggiati per i quartieri R6, R3 ecc.. Alcuni di quei progetti però ebbero parere negativo da parte della Regione Lazio ed il Comune non li realizzò. Questo comportò il mancato pagamento dei relativi progetti, che invece l’ingegnere vorrebbe vedersi saldati.

“La notifica di esecutività della prima sentenza che obbliga al pagamento – afferma Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico – era già in Comune nel 2013. Perché, quindi, non è stato inserito tra i debiti fuori bilancio già lo scorso anno? E perché non è stato dato seguito ai tentativi di conciliazione bonaria più volte avanzati dal professionista? Chiediamo questo al sindaco Giovanni Di Giorgi, che ancora oggi ha nelle sue mani la delega al Bilancio”.

Zuliani sottolinea quali sarebbero le prime conseguenze del mancato rispetto del Patto di Stabilità:
- riduzione del fondo di solidarietà comunale e del fondo sperimentale di riequilibrio;
- limiti agli impegni per spese correnti;
- divieto di ricorrere all’indebitamento;
- divieto di procedere ad assunzioni di personale;
- riduzione delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza.

Questo significherebbe avere un Comune quasi del tutto immobile.

Cosa ha generato questa situazione? Perché il servizio Urbanistica non ha attivato procedure transattive? Il “dovuto” nei confronti del professionista è praticamente raddoppiato a causa delle conseguenze che i termini scaduti ingenerano, facendo arrivare la somma a quasi un milione di euro.

Una gestione scellerata dei conti pubblici ormai caratteristica di questa amministrazione poteva essere senza dubbio evitata, quantomeno rispondendo alla proposta transattiva che la controparte ha avanzato senza alcuna risposta dall’Ente”.

Non si gioca con i soldi dei cittadini. La questione è gravissima e mi aspetto che ce ne siano diverse altre della stessa fattispecie, magari nascoste in un cassetto”

Partecipazione =+ coesione + armonia

via quartoIl Comune di Latina, che si è dotato due anni fa di un ufficio per l’Urbanistica Partecipataspiega Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico – ha ancora molta strada da fare perché si instauri con i cittadini un vero processo di partecipazione e di condivisione”. La democratica sottolinea come finora l’ente di Piazza del Popolo non abbia ancora messo a fuoco il vero motivo per il quale i cittadini continuano a protestare contro le scelte dell’amministrazione in tema di urbanistica e di pianificazione del territorio.

La realtà – spiega Zuliani – è che il Comune ha finora coinvolto solo i proprietari privati presenti sul territorio di Latina e coloro che hanno manifestato interesse nei confronti di certi provvedimenti, rispondendo alle osservazioni in modo formale. L’ente avrebbe potuto invece coinvolgere tutti i cittadini attraverso assemblee pubbliche”. Zuliani afferma infatti che l’attuale comportamento del Comune tende a non soddisfare completamente i requisiti del procedimento amministrativo: efficienza ed efficacia. “Non voglio mettere in dubbio l’efficienza del servizio, che certamente ha prodotto delibere e provvedimenti. Ciò che voglio mettere in risalto è la mancanza di efficacia. Efficace, per prevenire la serie di ribellioni che si stanno verificando in città contro l’operato dell’amministrazione, sarebbe stata un’ampia consultazione dei cittadini, non la mera pubblicazione degli atti sull’albo pretorio”.

La città è di tutti – sottolinea Zuliani – e da quando le circoscrizioni sono state abolite, è venuto a mancare l’anello di congiunzione che legava il governo centrale della città con i quartieri. Il Comune non si è organizzato per produrre una vera partecipazione: le assemblee pubbliche finora svolte sono state soltanto un comportamento di facciata. L’amministrazione si è limitata ad informare i cittadini di decisioni già prese, senza una reale apertura alle loro proposte. Non è mai iniziato un percorso di condivisione delle scelte che riguardano la città e l’uso del suo territorio: il risultato sono lo sdegno e la protesta contro scelte che sembrano sempre più orientate a perseguire obiettivi che non sono quelli della collettività”.

Gli esempi lampanti che Zuliani cita a memoria sono diversi. “È successo per la Ztl, dove i cittadini sono stati soltanto informati di cosa sarebbe avvenuto di lì a pochi giorni, senza un minimo di concertazione tra le parti. È successo per la zona di Piazza Moro – prosegue Zuliani – dove le persone sono state ascoltate rispetto alle problematiche maggiori per il quartiere, senza vedere alcun risultato. Anzi, si sono viste illustrare un progetto di restyling che piace davvero a pochi. E sta succedendo con le colate di cemento annunciate in quartieri che rischiano così di veder sparire anche l’ultimo pezzo di verde per la costruzione di altri edifici. Anche qui il risultato è la protesta, con la nascita di un comitato che si chiama ‘Gigante buono’ in memoria di un albero che è stato già abbattuto”.