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LATINA: città della ricerca e dei giovani.

Con l’avvicinarsi delle elezioni ci si lancia e si comincia a dire cosa Latina dovrebbe essere.

Dico la mia.

deeea825-7f87-497e-88d1-71db1ff16d7eLatina è nata come la città del futuro, perché progettata e ideata nel Novecento in un paese che ha millenni di cultura e di insediamenti; Latina, in più, è nata come città delle opportunità.

Spesso si volge lo sguardo indietro, a vedere da dove siamo nati, come siamo nati, da chi siamo nati…

Latina è una città giovane e  i giovani guardano avanti.

Se guardiamo bene, cominciamo ad essere in tanti ad avere i figli che sono ormai emigrati per completare la loro formazione, per specializzarsi e trovare opportunità lavorative fuori dal nostro territorio.

E per noi è un orgoglio vederli valorizzati, apprezzati, ma gli effetti della loro formazione base e dei valori che gli abbiamo trasmesso non ricadono qui sul nostro territorio ma… lì dove loro hanno trovato opportunità di sviluppo dei loro talenti.

La vicinanza con Roma  ci ha sempre penalizzato rispetto all’offerta turistica, a quella formativa di livello superiore come anche nell’offerta culturale.

Penso invece che dobbiamo aspirare che Latina diventi un luogo di eccellenza.

Latina può diventare un polo che attrae giovani per le occasioni formative e di ricerca che offrirà.

Abbiamo eccellenze nel campo della ricerca medica, farmaceutica, siamo avanguardia nel campo della bio agricoltura, dell’enogastronomia, nel campo della musica nei suoi diversi generi, della letteratura, del teatro, della regia e videoproduzione, della fotografia, della moda…

Immaginate come può cambiare la città con un afflusso smisurato di giovani. Come cambia la città? Come cambia l’economia?

Camerino ha visto completamente stravolto il suo profilo di paesino di 1000 abitanti di periferia, diventando città universitaria con un indotto enorme che ha attivato economie impensate, dal mercato degli immobili all’industria del tempo libero, dello sport, della ristorazione..

E Latina ha tutte le carte in regola per progettare il suo futuro in questo senso.

I fondi della Next Generation EU costituiscono un vero trampolino di lancio che indirizza proprio in questa direzione.

Non si può mancare di investire in ricerca e formazione che a loro volta innescano processi produttivi a catena che ricadono direttamente sull’economia e la città intera.

Latina ha già le potenzialità per tutto questo, ma occorre avere il coraggio di considerarla la PRIORITÀ, non uno dei tanti campi d’intervento per far contenti tutti e nessuno: l’idea centrale che muove e genera e le altre.

Timidamente le facoltà presenti nella città ci hanno provato in questi anni, ma possono poco se la politica e gli investimenti non si orientano verso questo obiettivo strategico che può davvero rivoluzionare le prospettive della città.

Sì, la mia idea di futuro di Latina sta tutta qui: giovani, altissima formazione e ricerca.

VIDEO TRAP pro-Travali: cosa non ha funzionato? 8 proposte.

Riporto qui il mio intervento fatto oggi in Consiglio Comunale sulla questione VIDEO TRAP pro-Travali.
Dobbiamo chiederci cosa non ha funzionato?
Al termine 8 proposte concrete del PD, frutto di confronto con i cittadini del quartiere e con i giovani.

Non appena ho saputo della diffusione di questo video trap realizzato ragazzi del mio quartiere che conteneva un esplicito sostegno a malavitosi della nostra città ho pensato: ma questi ragazzi sono figli di questa comunità, figli di questo territorio!

E poi la domanda.
Che cosa non ha funzionato?
Perché si è generata questa devianza?
Cosa ha permesso che si creasse questa aberrazione?

Mi sono fatta questa domanda perché io vivo nel quartiere del video, i miei figli sono cresciuti qui, gomito a gomito con quei ragazzi, hanno frequentato la stessa scuola, hanno giocato insieme a pallone, hanno fatto catechismo insieme…

Quando c’è qualcosa che non funziona, quando c’è qualcosa che non va non bisogna tanto dirsi: “io ho fatto il mio dovere, non può essere dipeso da me“.

Una riflessione va fatta e non può coinvolgere solo il singolo individuo.

Prendiamo il nostro quartiere come esempio di una periferia come tante.
Siamo oltre 20.000 abitanti, lontani dagli uffici, distanti dal centro… Fino ad alcuni anni fa Q4-Q5 era considerato un “quartiere dormitorio“ per la mancanza di servizi. Poi ha cominciato a comparire l’ufficio postale, sportelli bancari, farmacie, il collegamento viario con viale Le Corbusier oltre la ss148.
Avevamo anche la sede della polizia municipale e il 118.
Ora non più.
Abbiamo un meraviglioso polmone verde, l’Oasi verde Susetta Guerrini frequentata anche da chi non vive in questo quartiere.

Nel quartiere sono presenti alcuni lotti di case popolari che ospitano tante persone e famiglie dignitose, ma alcune con enormi difficoltà socio economiche, situazioni che hanno costituito humus per il messaggio del video che inneggia alla malavita e la prende come modello.
Persone con le quali condividiamo la scuola dei figli, i negozi, le strade, il verde, il condominio…

Torno alla mia domanda iniziale: cosa non ha funzionato?

Guardo alla presenza importantissima della SCUOLA come come importante e fondamentale presidio educativo.

Credo, come tanti, nella scuola pubblica e credo che la convivenza di bambini provenienti da diverse condizioni economiche, culturali e sociali sia un diritto di ogni individuo, una opportunità educativa ed una ricchezza umana.

La fortuna di avere un luogo dove bambini, le loro famiglie e genitori, nonni di diverse estrazioni sociali condividono una quotidianità è una cosa preziosa perché lì la comunità può e deve far sentire il suo peso e il suo sostegno. È un importante elemento che può assorbire, attutire situazioni di tensione e neutralizzarle (penso ad esempio alla difficoltà che certe famiglie hanno sempre avuto nel far partecipare i figli a gite scolastiche o ad attività pomeridiane che richiedevano magari un costo: in queste occasioni le famiglie della classe non di rado hanno attivato un fondo cassa per poter consentire a tutti di poter partecipare, o per i buoni mensa…)

La scuola è, per la sua funzione educativa, un presidio di opportunità di crescita per tutti.
La scuola è anche un presidio di controllo e di monitoraggio rispetto ai segnali deboli o meno deboli che evidenziano malesseri che vanno subito valutati e attenzionati e che devono far mettere subito in moto la rete istituzionale a servizio delle fragilità.
La scuola è il luogo dove si formano i piccoli cittadini ad una vita socialmente corretta, consapevole e proattiva; si formano le donne e gli uomini di domani.

E allora ripeto la mia domanda: cosa non ha funzionato?

La domanda dobbiamo farcela anche come COMUNITÀ del quartiere.
Lo abbiamo fatto quando ci siamo incontrati con una quarantina di persone del quartiere per riflettere su cosa abbia generato una devianza così profonda.
Ci sono grossi vuoti.

I palazzoni sono un madornale errore sociale. L’idea di creare una struttura di case popolari così grande, ha creato un ghetto dove l’assenza delle istituzioni e la presenza di queste “forze nutrite dall’illegalità” hanno deteriorato l’ambiente.
Il guaio è che queste “forze” stanno sempre piu’ avvicinando ed “arruolando” i figli di famiglie normalissime che mai si sarebbero sognate di avere i propri figli tra le fila di questo gruppo ma che, a causa del nulla che c’è nel quartiere, li vedono entrare in contatto con queste presenze perché magari sono compagni di scuola. Ci vuole poco poi a “passare” il confine ed il gioco è fatto.

Un altro luogo di vuoto:

Il Centro Lestrella versa in una condizione di abbandono totale. E’ diventata, lo sappiamo tutti, una piazza di spaccio a cura delle giovanissime generazioni. Nel piano superiore del Centro Lestrella, sia l’area sopra il negozio di cineserie, per intenderci, che quello spora il bar “Paganini” ci sono tantissimi immobili liberi da anni, che giacciono nell’abbandono.

La Parrocchia San Luca, titolare di strutture sportive all’interno del quartiere manca di educatori, quelle figure di giovani adulti che animano le attività.
Le pochissime strutture sportive improvvisate esistenti (ai piedi dei palazzoni, in via Cherubini…) sono inutilizzate, non gestite da nessuno.

Non c’è una piazza in questo quartiere.
Non c’è un centro sociale.
Non c’è una di biblioteca.
Eppure siamo oltre 20mila abitanti, una città! Con tantissimi bambini, ragazzi e giovani.

C’è l’importante presenza della PARROCCHIA di San Luca.

Pensate che la Parrocchia di San Luca ha ogni anno oltre 500 bambini a catechismo.
500.
Pensate all’importanza di una rete relazionale come quella che si crea per l’organizzazione del ritiro di fine anno, per l’organizzazione della cerimonia della comunione, della cresima; ci sono gruppi scout, viene organizzata dalla parrocchia un’attività di sostegno per le fragilità scolastiche con lezioni e ripetizioni pomeridiane, c’è la Caritas con tutta la sua rete di sostegno alle povertà con aiuti concreti.

Ma anche qui un vuoto pericoloso: mancano educatori. Mancano quelle figure di giovani grandi che diventano i riferimenti, i modelli, quegli exemplum positivi di cui si è parlato.
Mancano.
Nell’assemblea di quartiere che abbiamo fatto un paio di settimane fa, ha partecipato una famiglia momentaneamente in Francia ad Aix-en-provence, stesse i di Latina.
Sapete quante piscine ci sono ad Aix-en-Provence? 20.
Mi pare evidente che fino ad oggi, probabilmente, la programmazione e la pianificazione di un territorio hanno tenuto conto più dell’esigenza dei costruttori che delle esigenze dei cittadini che lo avrebbero abitato.
Diversamente non si spiega la totale mancanza di strutture sportive, sociali, culturali…
Il vuoto creato da questa mancanza è stato riempito da chi svolge attività illecite.

La mancanza di luoghi che fanno vivere i valori dello sport, della solidarietà, della buona socialità, dell’arte, della cultura, della musica e che offrono modelli di riferimento positivi, la mancanza di tutto questo ha creato dei buchi neri che hanno risucchiato anche giovanissimi e li hanno affascinati con modelli che fanno capo ai clan mafiosi.

Guardate, qui non parlo evidentemente solo del quartiere Q4-Q5. Lo ripeto, è una fattispecie è una modello che ritroviamo in altri quartieri difficili della città.
È anche altrettanto evidente che le singole azioni delle singole parti, (e qui intendo individui di buona volontà che si attivano sul territorio, oppure la scuola che attiva alcuni percorsi al proprio interno, oppure la parrocchia, oppure i servizi sociali…) non possono garantire l’efficacia che vogliamo.

E qui ripeto la domanda che dobbiamo farci anche come AMMINISTRATORI e POLITICI di questa città.
Cosa non ha funzionato?

Qui occorre attivarsi con una rete intelligente di attività coordinate.
È altrettanto evidente che non si possono calare dall’alto misure, soluzioni, che invece dobbiamo ricercare insieme a chi vive in quei territori.
Se qui vogliamo cambiare questa città dobbiamo per davvero attivare un percorso di partecipazione dei cittadini, dei ragazzi, una partecipazione organizzata, in grado di deliberare e di scegliere, e quindi correttamente informata, in grado di pesare nelle scelte dell’amministrazione.
Parlo di democrazia deliberativa, che non è una cosa che si può improvvisare.
Va strutturata, e va ben organizzata.
E va istituzionalizzata a partire da una delibera di indirizzo di questo Consiglio.

Intanto ci sono due livelli di intervento: prevenzione, e repressione.

È evidente che l’azione di repressione dei reati non sta a noi, e da questo punto di vista prefettura e questura ci garantiscono.
Come molti ragazzi mi hanno detto, è importante che si veda che chi prende una cattiva strada, chi commette dei reati, sia effettivamente punito e sanzionato.
Se passa il messaggio che si può oltrepassare il limite della legalità tanto non succede niente, anche tutto quello che è una comunità, tutto quello che la scuola e l’amministrazione comunale fa rischia di essere vanificato.

Quello che noi possiamo fare ovviamente tutto il resto che è tantissimo.

PROPOSTE:

  1. Abbiamo approvato una mozione un paio di mesi fa sulla creazione di spazi studio su tutto il territorio comunale in tutti i quartieri: uno di questi spazi potrebbe essere, ad esempio, la biblioteca delle scuole sia degli istituti comprensivi che degli istituti di secondo grado.
  2. Dobbiamo garantire una presenza, una visibilità dello Stato in tutti i quartieri: un ufficio comunale decentrato, un presidio delle forze dell’ordine, un ufficio della asl, un servizio pubblico… Dobbiamo “mettere la bandierina noi”, dobbiamo dire: qui ci siamo noi, qui c’è lo Stato.
  3. C’è carenza di animatori nelle strutture come l’oratorio che, abbiamo visto, è un luogo fondamentale per la crescita e la socialità delle nuove generazioni: avviamo protocolli tra comune, parrocchie e servizio civile per dotare di animatori gli oratori.
  4. Avviamo protocolli tra enti per poter utilizzare le strutture scolastiche di proprietà comunale e provinciale per realizzare quello che la legge 107 / 2015 prevede, ovvero l’apertura al territorio delle scuole. Questi importanti presidi di cultura e di legalità devono poter essere aperti al territorio oltre l’orario scolastico attraverso attività promosse dalle numerosissime associazioni culturali e di volontariato che sono presenti sul nostro territorio, associazioni troppo spesso e limitate nelle loro attività a causa della mancanza di strutture.
  5. là dove sono presenti spazi commerciali inutilizzati, lasciati all’incuria e spesso utilizzati per lo spaccio, intervenire come comune e prendere in affitto quei locali, e darli alle associazioni a titolo gratuito per due anni del quartiere per attività di musica, teatro, graffiti, arte…
  6. affidare le strutture sportive esistenti non utilizzate a ASD per attivare immediatamente attività per il quartiere
  7. PATTO X LATINA: destinare una quota parte annua del fondo del Patto per Latina a borse di studio per i meno abbienti per dare opportunità a chi non le avrebbe altrimenti
  8. inserire nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche strutture sportive e fare una programmazione a medio e lungo termine soprattutto sulle periferie

Referendum Trivelle: sì o no? I ragazzi di Latina protagonisti

image“Conoscere per capire e valutare consapevolmente è la base di ogni scelta politica”

Al referendum meglio votare sì oppure no? È la domanda che si sono posti i ragazzi del gruppo  Awareness (in italiano: “consapevolezza”) di Latina, che hanno quindi deciso di organizzare, in collaborazione con Nicoletta Zuliani, candidata al consiglio comunale del Partito Democratico per Enrico Forte sindaco, un incontro-dibattito sul tema delle trivellazioni in mare.
L’appuntamento è per martedì 12 aprile alle 18:00 presso l’Open Point di Corso della Repubblica, 88. A sostenere il fronte del “sì” sarà Gustavo Giorgi di Legambiente, mentre a spiegare le ragioni del “no” sarà Giorgio De Marchis, esponente del Partito Democratico.

imageNon è possibile restare indifferenti quando sono i ragazzi stessi a chiedere di partecipare alle scelte politiche. Scelte importanti, perché in questo caso influenzeranno il futuro dell’ambiente che li circonda e quindi anche il loro futuro – spiega Zuliani – Per loro, neo maggiorenni, sarà la prima volta alle urne e si sono messi a disposizione per l’organizzazione purché si organizzasse questo incontro, perché ci tengono ad agire in modo informato e consapevole, dopo le opportune valutazioni. La caratteristica dell’approfondimento sarà infatti l’equilibrio delle posizioni sostenute, a scopo puramente informativo. Sono molto felice di aver collaborato con loro, perché credo nella politica come risposta ai bisogni delle persone ed il bisogno di conoscenza è sacrosanto. Poi quando questa necessità arriva dai giovani, diventa a maggior ragione un dovere di cittadino, prima ancora che politico”.

Da poco finiti i lavori: museo di Satricum allagato.

imageIl museo di Satricum lo scorso novembre si è allagato a causa delle abbondanti piogge ed è successo a pochi mesi dalla conclusione dei lavori di ristrutturazione che hanno interessato la struttura.

Omar Sarubbo: “ecco cosa dice la delibera: “Nei giorni 6 e 7 novembre 2014 l’area di Satricum è stata interessata da copiose piogge che hanno determinato un parziale allagamento dei locali che ospitano la mostra e che per gli stessi la Sovraintendenza dei Beni culturali ha richiesto apposti interventi nel merito”.

Ma se i lavori di ristrutturazione e adeguamento dello stabile sono terminati solo qualche mese prima come è possibile che a novembre si sia allagato tutto? E perché una notizia così importante è passata in sordina?» Vogliamo vederci chiaro e capire come tutto ciò è potuto accadere a soli cinque mesi dall’inaugurazione della mostra, come e da chi sono stati effettuati i lavori, quanto sono costati, quanto costerà “rimetterci mano” e rimediare al danno.

Per questo insieme al collega Omar Sarubbo abbiamo chiesto una convocazione urgente della commissione Cultura con audizione del responsabile comunale dei musei e di quello dei lavori pubblici. Ci aspettiamo di sapere

  • quali motivazioni hanno determinato gli allagamenti nonostante gli interventi di ristrutturazione e adeguamento fossero stati eseguiti pochi mesi prima;
  • la porzione e il relativo costo dei lavori a carico dell’amministrazione comunale;
  • quali interventi dovranno essere nuovamente realizzati (o sono già stati realizzati) per mettere in sicurezza il sito in via definitiva ed evitare in futuro il presentarsi delle stesse problematiche;
  • se le strutture e i reperti archeologici hanno subito danni.

«Siamo da sempre convinti sostenitori della necessità di investire nella valorizzazione della cultura, del sito di Satricum e del sistema museale nel suo complesso ma vogliamo che si proceda con coscienza e professionalità, dunque chiediamo che emergano le eventuali responsabilità amministrative di chi ha operato con pericolosa approssimazione».

“Nella scuola che vorrei…” eccoci

imageUn evento riuscitissimo quello di venerdì pomeriggio al circolo cittadino di Latina.

Nove tavoli per discutere su nove temi scottanti che riguardano la scuola: le varie proposte apporteranno modifiche al documento della Buona Scuola del governo Renzi.

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Il gruppo de Partito Democratico che ha lavorato all’organizzazione dell’evento ha dimostrato freschezza, competenza e grande creatività.

Continueremo a confrontarci con chi vive le situazioni critiche sulla propria pelle, perché solo attraverso una sana e generosa partecipazione la politica tornerà al suo ruolo di servizio alla comunità.

L’inconsistenza delle proposte e le promesse tardive

Due notizie mi hanno colpito questa mattina sui siti online: lo scandalo della gestione delle biciclette prima concesse agli Scout e poi ritirate, e la decisione del sindaco di metter mano alla questione delle partecipate, Ipogeo ecc…

Il micro e il macro.

20140608-084326-31406785.jpgLa questione delle biciclette, triste epilogo di un inizio di collaborazione attiva tra associazioni e Comune, è l’emblema della confusione che regna nelle stanze del Comune.
L’assessore al turismo (Di Cocco) concede le biciclette temporaneamente, a mo’ di esperimento, all’associazione AGESCI che insieme ad altre associazioni avrebbero messo su un sistema di “ripristino e riciclo” delle biciclette comunali. Ad uso pubblico, naturalmente – esempio di come i cittadini desiderano donarsi e “costruire” una città migliore.
Poi assessore al Commercio (Tripodi) e presidente della Strategica (Patarini), in un comunicato stampa, annunciano un’iniziativa di rastrelliere private davanti ai bar con bici messe a disposizione dall’esercente ad uso pubblico.
Successivamente arriva una comunicazione ufficiale dall’assessorato all’ambiente (Cirilli) per comunicare la revoca della concessione delle 10 biciclette date alle associazioni.

Poi ci sono altri privati che si attivano per incentivare l’uso delle biciclette – senza alcun coordinamento da parte dell’amministrazione -: lodevole l’iniziativa di un chiosco a mare (lato sx) che mette una rastrelliera per bici nel suo parcheggio garantendo uno sconto sui lettini. 20140608-090310-32590931.jpg
Ricordiamo, rastrelliere a mare erano state promesse dal comune prima dell’estate 2013…

Pasticcio è parola troppo generosa. Confusione è quella che meglio definisce lo stile dei rapporti tra i vari assessorati, tra i politici che guidano questa macchina senza navigatore e senza meta.

ESISTE UN PROGETTO COMPLESSIVO sulla ciclabilità?
È prevista o no la compartecipazione delle associazioni?

A tre anni dall’insediamento di questa amministrazione abbiamo solo il PLUS, grazie a Dio, che ci obbliga a tempi contingentati o non vedremo mai i soldi. Se l’amministrazione non è “costretta“, non riesce a completare nulla.
O meglio: tutto ciò che è costruzione (urbanistica e lavori pubblici) desta grande interesse e grande fermento in amministrazione; tutto il resto – cultura, musei, progetti di sostenibilità, città a misura di infanzia e di disabili, turismo, lavoro, pari opportunità e tutto il resto… siamo all’anno zero.

Sulle partecipate e le grandi questioni (Metro Latina, Ipogeo, LatinAmbiente, SLM…) il sindaco dice che vuole iniziare a metterci mano: beh, dopo tre anni direi che è un po’ difficile. Man mano che il tempo passa – ed è già passato oltre il limite – le decisioni sono sempre più soggette al ricatto dell’urgenza.
Il ricatto dell’urgenza.
Quando si è costretti a decidere a ridosso delle scadenze, le decisioni sono SEMPRE a scapito del pubblico e a favore del privato che ha un contratto in mano con clausole chiare e a tutela del proprio interesse. Contratti sottoscritti dall’amministrazione Zaccheo e approvati dal Consiglio Comunale che ha ancora oggi rappresentanti importanti in maggioranza risalenti a quel tempo.

Anche qui, a tre anni dall’insediamento, abbiamo ancora solo annunci e dichiarazioni di intento.

Ma, mi chiedo, basta questo per governare una città con pesantissime ipoteche sul suo futuro?
20140608-090733-32853873.jpgLa questione della metro ci peserà per oltre €12ML nel caso di una rescissione del contatto.
Cosa stiamo facendo?

20140608-090929-32969194.jpgLa LatinAmbiente è ormai superata: si deve pensare al POST LatinAmbiente: quale modello di gestione dei rifiuti vogliamo? Quali servizi diamo al gestore e quali teniamo inhouse? Vogliamo darli tutti al gestore del servizio? La gara europea doveva essere già redatta o si va in proroga. Vogliamo allora la proroga? Ovviamente data alla LatinAmbiente? Le maestranze – i lavoratori – che fine faranno? E quelli del riassetto dei cassonetti? E i debiti che la società ha, come verranno ripianati?

Le questioni sono tante, ma la volontà di risolverle evidentemente non c’è: rimandare tutto a ridosso delle elezioni è certamente più comodo.
Per fare poi altre promesse.

Le donne di Latina e la “cultura della maggioranza”

La maggioranza sta rimpallando la decisione se e come intervenire sulla questione della toponomastica femminile.
Dal Consiglio di gennaio, (leggi la mozione) si è rimandata la discussione in Commissione (che non è mai stata riunita);  mozione di nuovo in consiglio ma “congelata” per ridiscuterla in commissione…
Ho presentato e abbiamo chiesto di votare degli emendamenti al Regolamento sulla Toponomastica per dare un indirizzo nella direzione del riconoscimento di un ritardo nella valorizzazione di figure femminili (leggi le modifiche proposte). 4 voti contrari, un astenuto e tre voti favorevoli: le modifiche non sono passate.
È passata la proposta avanzata dal mio collega Porcari di inserire nella Commissione Toponomastica (quella cha vaglierà i nominativi) la figura della Presidente della Commissione Pari Opportunità. Questa proposta è passata. Ma se consideriamo che ad oggi non c’è né Commissione Pari Opportunità né Presidente… si capisce perché l’indirizzo in un regolamento faccia più paura.
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Le donne sono invisibili nel linguaggio, nella segnaletica stradale e nella toponomastica così che siamo considerate più corpi che persone, con tutte le conseguenze che ne derivano.
La toponomastica è importante perché sintomo di un disvalore.
I nostri politici cittadini faticano a riconoscere questo debito storico e culturale nei confronti delle figure femminili che hanno contribuito alla storia della nostra città e del nostro paese.
Per agire e ripristinare l’equilibrio di una valorizzazione occorre prima riconoscere un “debito“. La maggioranza, fatta esclusione per il consigliere Bruni, preferisce dire “no” a questa proposta con la scusa che “da nessuna parte è vietato intitolare luoghi pubblici a donne”.
Il fatto culturale non è preso minimamente in considerazione.
Prendiamo atto, e riporteremo la discussione in Consiglio: credo siamo l’unica città italiana ad avere problemi di questo tipo.

Mozione sui matrimoni gay

Questo il mio intervento in occasione della dscussione sui c.d. matrimoni gay: purtroppo la semplificazione mortifica la complessità della realtà e allora, per amore della verità, va detto che la mozione nasce dalla richiesta di una coppia di omosessuali che hanno contratto matrimonio in Olanda e ne hanno chiesto la trascrizione sui registri comunali di Latina.
Nel nostro paese, come al solito, non riusciamo a legiferare celermente su questioni che poi trovano da sole la strada per autodeterminarsi in assenza di un quadro normativo nazionale.
Nel Comune di Grosseto la richiesta di trascrizione è stata soddisfatta iscrivendo l’unione nel registro dei matrimoni.
L’epilogo della ricca discussione in Consiglio Comunale è stato un emendamento ed un subemendamento del dispositivo votati a maggioranza, come a maggioranza è stata votata la mozione.
Io ho votato a favore successivamente alle modifiche apportate.

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Cari colleghi di Consiglio, in questo momento mi trovo, ma credo non solo io, in una posizione non semplice perché di fatto, con questa mozione, siamo chiamati, quasi COSTRETTI a prendere iniziative, che non attengono al nostro ruolo.
Vengo al punto e non mi voglio nascondere: il “quid” è la parola MATRIMONIO.

L’incapacità dei parlamentari che avrebbero dovuto legiferare sul tema delle unioni di persone dello stesso sesso, costringe la magistratura a “dettare legge” su questioni spinose, difficili, su materie che non possono più aspettare, che non possono più essere rimandate perché non sono semplici questioni: sono PERSONE. La fecondazione assistita, il riconoscimento dei diritti delle unioni di fatto o delle unioni omosessuali, non sono questioni, sono PERSONE che chiedono una regola per l’esercizio dei propri diritti. E questi diritti vanno definiti, vanno regolamentati, vanno condivisi con una comunità che non è solo quella di Grosseto o di Latina. E non è giusto attribuire agli amministratori locali, che per vicinanza ai bisogni reali dei nostri concittadini si sentono in dovere di dare delle risposte, l’onere di decisioni di competenza nazionale.

In questi frangenti è come se ci ritrovassimo a “legiferare” in qualche modo a livello locale, e quindi ad operare una FORZATURA.

Dal febbraio 2001 in Germania è in vigore il cosiddetto ‘Eingetragene Lebenspartnerschaft’, regolamento giuridico per le unioni civili. Il testo applica ai conviventi disposizioni analoghe a quelle del matrimonio. La legge assicura pieno riconoscimento alla coppia dal punto di vista contributivo e assistenziale, e conferisce gli stessi diritti del matrimonio in materia di cittadinanza. In caso di morte di uno dei partner, al convivente sono attribuiti i diritti successori.
In questo particolare caso di questa mozione posta in discussione oggi dai miei colleghi ci troviamo una proposta di trascrizione di un matrimonio celebrato in Olanda sul registro comunale di Latina.
La richiesta che ha motivato questa mozione è assolutamente legittima, ma dovremmo chiamarla con il suo nome: è purtroppo una scorciatoia. È, nostro malgrado, una forzatura e non per colpa nostra, ma per colpa dell’inerzia parlamentare.

Credo che sia vero quando si dice che sono le PAROLE che danno FORMA alla REALTÀ.
Dentro la parola MATRIMONIO, riportata in questa mozione, ci sono risvolti, c’è una sensibilità derivante da una cultura e da un convincimento che è iscritto anche nella nostra Costituzione, proprio a sancire il comune sentire sulla cui base è ancora fondata la nostra società e cioè il matrimonio e la famiglia intesa come unità generativa ed educativa.
È vetusta, mi direte.
Ok. Può essere.
Possiamo cambiarla, ma non possiamo farlo noi, non abbiamo gli strumenti, e non è questa la nostra funzione di consiglieri comunali.

Ci sono implicazioni che noi, qui, oggi non possiamo sottovalutare e non possiamo liquidare con un semplice voto favorevole o contrario. C’è un comune sentire che non possiamo forzare, perché forzarlo significherebbe forzare il comune sentire, che è la Magna Carta della nostra convivenza.

La complessità di questo tema ci obbliga, per senso di responsabilità nei confronti dei nostri concittadini che rappresentiamo, ad affrontarla ma non con tempi non così compressi. La discussione di oggi ci dimostra che stiamo “strozzando una discussione ricca, che necessiterebbe di uno spazio con più ossigeno riducendolo ad una mera questione di trascrizione di atti, mentre invece implica sviluppi importanti che non vogliamo ignorare.

Credo urga istituire subito, da oggi un registro per le unioni di fatto e fare pressione presso gli organismi che devono legiferare per regolamentare questo status perché è giusto che trovi il suo posto nella casa comune della nostra comunità.

UNA ROTONDA ESAGERATA…

Insieme a Giuseppe Pannone, consigliere democratico della provincia, rileviamo le incongruenze e le scelte scellerate di chi ci governa.

foto (1)Questa mattina si svolgerà una seduta straordinaria della 1^ commissione provinciale (viabilità e sicurezza stradale) per “celebrare” la fine lavori del ponte rotatoria in località Le Ferriere.

“Anche in segno di protesta e comunque di non condivisione non parteciperò alla commissione convocata in loco – afferma il Consigliere Provinciale del PD Giuseppe Pannone – Si tratta di un’opera faraonica e devastante, costata centinaia di migliaia di euro, del tutto sproporzionata e certamente non realizzata per gli abitanti del borgo. Al contrario di fatto è stato cancellato il ponte del 1580 del tutto coperto da una gettata di cemento e asfalto ed è stato eliminato il passaggio pedonale originariamente previsto proprio per consentire il transito delle persone anche per accedere senza pericolo al nucleo storico”.

“Il pericolo, già ampiamente verificatosi altrove, è che il borgo diventi un passaggio per la viabilità pesante: non bus turistici ma camion che dalla Pontina avranno comodo collegamento con Nettuno e con la discarica.- precisa la Consigliera Comunale PD Nicoletta Zuliani – inutile parlare di turismo per giustificare l’opera: l’attrattività di quanto presente in zona è stata di fatto ignorata, se non vilipesa o disprezzata, proprio per l’incuria di chi amministra questo territorio che ha votato a favore di questo progetto del ponte e della relativa rotonda.”

Come noto l’Ente Provincia intende procedere all’abbattimento di due antiche case cantoniere (in ciò contrastato dall’Amministrazione Comunale) giustificando tale necessità con presunti motivi di tutela della incolumità delle persone e dal fatto che gli stessi costituirebbero una “interferenza” alla viabilità.

“Tale affermazione è del tutto infondata e fuorviante – rilevano i due Consiglieri – Da un lato la Provincia ha lasciato in stato di completo abbandono per anni i due immobili che testimoniano comunque le origini di fondazione dell’agro pontino, determinando i presupposti del loro stato di precarietà; dall’altro gli stessi non interferiscono affatto con l’assetto viario, semmai è vero il contrario, ovvero che il nuovo contesto è del tutto stravolto da una rotonda dalle dimensioni esagerate, circondata da un cordolo di cemento armato di circa un metro e con una piccola montagna-giradino che supera i due metri di altezza. Questa struttura non solo altera l’assetto urbanistico dell‘antico borgo , ma, per come è conformata, impedisce una completa visuale dell’incrocio, rivelandosi essa stessa pericolosa per la circolazione e per l’incolumità delle persone”.

In vista della cerimonia di questa mattina, nella settimana scorsa è stata realizzata una seconda asfaltatura di tutta l’area, con conseguente ritinteggiatura della segnaletica orizzontale, interventi dei quali non si comprende la necessità e che, ovviamente, costituiscono un ulteriore ed incomprensibile costo.

“Speriamo che allo scempio costituito dalla stessa rotonda, che offende il paesaggio ed il contesto urbano asserviti alle esigenze del traffico pesante per le discariche – concludono Zuliani e Pannone – non si aggiunga l’abbattimento degli edifici storici. Vigileremo affinché ciò non accada”.

Nicoletta Zuliani Cons. Com.le gruppo PD

Giuseppe Pannone Cons. Prov.le gruppo PD

 

Edifici di fondazione: storia vs interessi, ma di chi?

Stano come la destra di questa provincia intenda la propria storia…

La Provincia di Latina intende “liberarsi” di due edifici storici, due case cantoniere situate in B.go Le Ferriere, per far posto ad esigenze connesse alla viabilità ed a parcheggi. L’Ente per giustificare la propria pretesa invoca motivi di pubblica incolumità, avendo per decenni lasciato in completo stato di abbandono gli immobili.

Anche a seguito di notizie riportate dalla stampa, ho presentato un’interrogazione urgente a S. De Monaco e F. Bianchi – precisa il Consigliere Provinciale del PD Giuseppe PannoneNella risposta pervenutami alcuni giorni fa l’Amministrazione confessa e conferma la propria intenzione di procedere alla demolizione precisando che la procedura è stata sospesa solo a causa della mancata autorizzazione da parte del Comune di Latina”.

In breve, secondo quanto affermano in Provincia, l’atteggiamento del Comune sarebbe meramente “dilatorio”perché gli edifici non rientrerebbero tra quelli individuati e riconosciuti ex D.Lgs 42/04 di interesse paesaggistico.

_DSC5359Risulta invece che i due immobili sono tutelati dalla deliberazione di variante al PRG n. 186/89 ed è comunque paradossale ritenerli del tutto privi di pregio ed interesse storico e culturale – precisa la Consigliera Comunale del PD Nicoletta Zulianinei prossimi giorni chiederò all’Amministrazione Comunale l’approvazione di una specifica delibera a tutela di tutti gli edifici di fondazione e degli immobili che siano testimonianza storica, urbanistica e sociale del nostro territorio.

La cosa paradossale è che l’Amministrazione Provinciale possa considerare le due case cantoniere come delle “interferenze” rispetto ad un intervento di riassetto dell’area interessata ai “lavori di ampliamento del ponte in località Le Ferriere e sistemazione dell’incrocio” e ritiene utile sostituirle con un bel parcheggio!

Ci chiediamo quale senso abbiano le affermazioni dei rappresentanti della Giunta Provinciale e perché tale Amministrazione arrivi a considerare il patrimonio storico, culturale ed architettonico della terra pontina una sorta di impedimento – attaccano i due rappresentanti del PD – Adotteremo ogni forma di iniziativa per la tutela di tali beni e di ogni altro edificio di proprietà degli Enti Comune e Provincia, sfidando le due Amministrazioni a far conoscere quali strumenti concreti e quali progetti intendano adottare per tutelarne la conservazione e la destinazione e per provuoverne la fruibilità a fini culturali e turistici”.

Giuseppe Pannone – Nicoletta Zuliani

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