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Mozione sui matrimoni gay

Questo il mio intervento in occasione della dscussione sui c.d. matrimoni gay: purtroppo la semplificazione mortifica la complessità della realtà e allora, per amore della verità, va detto che la mozione nasce dalla richiesta di una coppia di omosessuali che hanno contratto matrimonio in Olanda e ne hanno chiesto la trascrizione sui registri comunali di Latina.
Nel nostro paese, come al solito, non riusciamo a legiferare celermente su questioni che poi trovano da sole la strada per autodeterminarsi in assenza di un quadro normativo nazionale.
Nel Comune di Grosseto la richiesta di trascrizione è stata soddisfatta iscrivendo l’unione nel registro dei matrimoni.
L’epilogo della ricca discussione in Consiglio Comunale è stato un emendamento ed un subemendamento del dispositivo votati a maggioranza, come a maggioranza è stata votata la mozione.
Io ho votato a favore successivamente alle modifiche apportate.

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Cari colleghi di Consiglio, in questo momento mi trovo, ma credo non solo io, in una posizione non semplice perché di fatto, con questa mozione, siamo chiamati, quasi COSTRETTI a prendere iniziative, che non attengono al nostro ruolo.
Vengo al punto e non mi voglio nascondere: il “quid” è la parola MATRIMONIO.

L’incapacità dei parlamentari che avrebbero dovuto legiferare sul tema delle unioni di persone dello stesso sesso, costringe la magistratura a “dettare legge” su questioni spinose, difficili, su materie che non possono più aspettare, che non possono più essere rimandate perché non sono semplici questioni: sono PERSONE. La fecondazione assistita, il riconoscimento dei diritti delle unioni di fatto o delle unioni omosessuali, non sono questioni, sono PERSONE che chiedono una regola per l’esercizio dei propri diritti. E questi diritti vanno definiti, vanno regolamentati, vanno condivisi con una comunità che non è solo quella di Grosseto o di Latina. E non è giusto attribuire agli amministratori locali, che per vicinanza ai bisogni reali dei nostri concittadini si sentono in dovere di dare delle risposte, l’onere di decisioni di competenza nazionale.

In questi frangenti è come se ci ritrovassimo a “legiferare” in qualche modo a livello locale, e quindi ad operare una FORZATURA.

Dal febbraio 2001 in Germania è in vigore il cosiddetto ‘Eingetragene Lebenspartnerschaft’, regolamento giuridico per le unioni civili. Il testo applica ai conviventi disposizioni analoghe a quelle del matrimonio. La legge assicura pieno riconoscimento alla coppia dal punto di vista contributivo e assistenziale, e conferisce gli stessi diritti del matrimonio in materia di cittadinanza. In caso di morte di uno dei partner, al convivente sono attribuiti i diritti successori.
In questo particolare caso di questa mozione posta in discussione oggi dai miei colleghi ci troviamo una proposta di trascrizione di un matrimonio celebrato in Olanda sul registro comunale di Latina.
La richiesta che ha motivato questa mozione è assolutamente legittima, ma dovremmo chiamarla con il suo nome: è purtroppo una scorciatoia. È, nostro malgrado, una forzatura e non per colpa nostra, ma per colpa dell’inerzia parlamentare.

Credo che sia vero quando si dice che sono le PAROLE che danno FORMA alla REALTÀ.
Dentro la parola MATRIMONIO, riportata in questa mozione, ci sono risvolti, c’è una sensibilità derivante da una cultura e da un convincimento che è iscritto anche nella nostra Costituzione, proprio a sancire il comune sentire sulla cui base è ancora fondata la nostra società e cioè il matrimonio e la famiglia intesa come unità generativa ed educativa.
È vetusta, mi direte.
Ok. Può essere.
Possiamo cambiarla, ma non possiamo farlo noi, non abbiamo gli strumenti, e non è questa la nostra funzione di consiglieri comunali.

Ci sono implicazioni che noi, qui, oggi non possiamo sottovalutare e non possiamo liquidare con un semplice voto favorevole o contrario. C’è un comune sentire che non possiamo forzare, perché forzarlo significherebbe forzare il comune sentire, che è la Magna Carta della nostra convivenza.

La complessità di questo tema ci obbliga, per senso di responsabilità nei confronti dei nostri concittadini che rappresentiamo, ad affrontarla ma non con tempi non così compressi. La discussione di oggi ci dimostra che stiamo “strozzando una discussione ricca, che necessiterebbe di uno spazio con più ossigeno riducendolo ad una mera questione di trascrizione di atti, mentre invece implica sviluppi importanti che non vogliamo ignorare.

Credo urga istituire subito, da oggi un registro per le unioni di fatto e fare pressione presso gli organismi che devono legiferare per regolamentare questo status perché è giusto che trovi il suo posto nella casa comune della nostra comunità.

Via Cimarosa: ecco l’interrogazione

Già il 23 maggio del 2013 avevo segnalato questo scandalo: perdere soldi in tempi di tagli è davvero vergognoso.  (Leggi denuncia)

Ormai le parole “via Cimarosa” non si intendono più riferite ad una amena via periferica del quartiere Q4 (o Nuova Latina) della città di Latina, bensì allo scandalo dei fondi restituiti alla Regione Lazio – ben €480mila – per incapacità gestionale e politica del nostro Comune.

Fatto sta che, l’ampliamento di questa Scuola dell’Infanzia, necessario ad accogliere i tantissimi bambini del quartiere che ha il numero più alto di presenze di famiglie giovani della città, dobbiamo pagarcelo noi con i soldi del bilancio comunale (già magrissimo).

Mezzo milione di Euro non sono pochi. Ce li aveva dati la Regione, ma ce li ha poi revocati perché il Comune non ha adempiuto per tempo ai passaggi necessari. Sono lenti ed incapaci. E soprattutto dannosi.

Una formale interrogazione (leggi interrogazione) presentata insieme da me e Marco Fioravante chiederà conto formalmente e in forma scritta della scandalosa perdita del finanziamento.

UNA ROTONDA ESAGERATA…

Insieme a Giuseppe Pannone, consigliere democratico della provincia, rileviamo le incongruenze e le scelte scellerate di chi ci governa.

foto (1)Questa mattina si svolgerà una seduta straordinaria della 1^ commissione provinciale (viabilità e sicurezza stradale) per “celebrare” la fine lavori del ponte rotatoria in località Le Ferriere.

“Anche in segno di protesta e comunque di non condivisione non parteciperò alla commissione convocata in loco – afferma il Consigliere Provinciale del PD Giuseppe Pannone – Si tratta di un’opera faraonica e devastante, costata centinaia di migliaia di euro, del tutto sproporzionata e certamente non realizzata per gli abitanti del borgo. Al contrario di fatto è stato cancellato il ponte del 1580 del tutto coperto da una gettata di cemento e asfalto ed è stato eliminato il passaggio pedonale originariamente previsto proprio per consentire il transito delle persone anche per accedere senza pericolo al nucleo storico”.

“Il pericolo, già ampiamente verificatosi altrove, è che il borgo diventi un passaggio per la viabilità pesante: non bus turistici ma camion che dalla Pontina avranno comodo collegamento con Nettuno e con la discarica.- precisa la Consigliera Comunale PD Nicoletta Zuliani – inutile parlare di turismo per giustificare l’opera: l’attrattività di quanto presente in zona è stata di fatto ignorata, se non vilipesa o disprezzata, proprio per l’incuria di chi amministra questo territorio che ha votato a favore di questo progetto del ponte e della relativa rotonda.”

Come noto l’Ente Provincia intende procedere all’abbattimento di due antiche case cantoniere (in ciò contrastato dall’Amministrazione Comunale) giustificando tale necessità con presunti motivi di tutela della incolumità delle persone e dal fatto che gli stessi costituirebbero una “interferenza” alla viabilità.

“Tale affermazione è del tutto infondata e fuorviante – rilevano i due Consiglieri – Da un lato la Provincia ha lasciato in stato di completo abbandono per anni i due immobili che testimoniano comunque le origini di fondazione dell’agro pontino, determinando i presupposti del loro stato di precarietà; dall’altro gli stessi non interferiscono affatto con l’assetto viario, semmai è vero il contrario, ovvero che il nuovo contesto è del tutto stravolto da una rotonda dalle dimensioni esagerate, circondata da un cordolo di cemento armato di circa un metro e con una piccola montagna-giradino che supera i due metri di altezza. Questa struttura non solo altera l’assetto urbanistico dell‘antico borgo , ma, per come è conformata, impedisce una completa visuale dell’incrocio, rivelandosi essa stessa pericolosa per la circolazione e per l’incolumità delle persone”.

In vista della cerimonia di questa mattina, nella settimana scorsa è stata realizzata una seconda asfaltatura di tutta l’area, con conseguente ritinteggiatura della segnaletica orizzontale, interventi dei quali non si comprende la necessità e che, ovviamente, costituiscono un ulteriore ed incomprensibile costo.

“Speriamo che allo scempio costituito dalla stessa rotonda, che offende il paesaggio ed il contesto urbano asserviti alle esigenze del traffico pesante per le discariche – concludono Zuliani e Pannone – non si aggiunga l’abbattimento degli edifici storici. Vigileremo affinché ciò non accada”.

Nicoletta Zuliani Cons. Com.le gruppo PD

Giuseppe Pannone Cons. Prov.le gruppo PD

 

Il PD di cui c’è bisogno

Che bello il PD che ho visto ieri… Deborah Serracchiani che vince in un Friuli Venezia Giulia “nonostante il PD stesso”, intendendo con questa espressione la brutta provadella mancata elezione  di Prodi con i 101 vigliacchi e l’ostinazione a non votare Rodotà.

È si.

Perché ieri sono venuti fuori due PD: quello che nessuno più quasi riconosce, e quello che tutti gli altri vorrebbero.
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In pochi giorni abbiamo visto scomparire, sprofondare nelle sabbie mobili del vecchio terreno politico i leader massimi che avevano costruito un castello di carte su un terreno rivelatosi altamente sismico.
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Le avvisaglie c’erano state sin dalle primarie di novembre dove la base premeva, voleva essere ascoltata, ma con i tecnicismi delle regole e dei filtri è stata tenuta a bada. Ma quando una pressione magmatica spinge dal basso non c’è resistenza che tiene: da qualche parte fuoriesce.

E il M5S ha fatto da sfogo a quei milioni di cittadini stanchi di quel fare politico autoreferenziale e inconcludente tanto che il Presidente ha ripreso i concetti nel suo discorso.
20130423-104142.jpg Intanto in parlamento anche i “cittadini onorevoli e senatori” si sono rivelati per altro: non una speranza miracolistica di buongoverno, ma un gruppo che non vede la mediazione parte del suo “modus operandi” e che epura con lo stesso metodo con cui ha eletto – attraverso la rete.
E i cittadini lo hanno capito e in Friuli o non sono andati a votare (sconfortante ma sintomatico il calo dell’affluenza: votanti 50,51%) o hanno fatto vincere il PD che vogliamo non rieleggendo l’uscente presidente candidato del PdL.

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Contributi alle associazioni culturali: tutto fermo in Comune

I consiglieri comunali del Partito democratico Cozzolino, Sarubbo e Zuliani preparano un emendamento al prossimo bilancio per finanziare il bando con 50mila euro
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«Era il mese di Luglio 2011 e sono passati quasi due anni da quando abbiamo presentato in Consiglio Comunale l’emendamento al Bilancio per stanziare contributi economici in favore delle associazioni culturali della nostra città. È stata una delle primissime proposte che abbiamo all’inizio della consiliatura a testimonianza del nostro impegno per la promozione della cultura a Latina». I consiglieri comunali del Partito democratico e componenti della commissione cultura Alessandro Cozzolino, Omar Sarubbo e Nicoletta Zuliani, tornano sull’istituzione di un bando pubblico per aiutare le associazioni culturali, sportive e di promozione sociale premiando il merito e la qualità dei progetti presentati.20130423-071202.jpg
Il Consiglio Comunale approvò all’unanimità la proposta e nei mesi successivi la commissione cultura si mise al lavoro per redigere la bozza del bando pubblico oggi nella disponibilità degli uffici preposti.

«Dopo 22 mesi, inspiegabilmente, ancora non è stato pubblicato il bando e non è stato stanziato un euro – denuncia Cozzolino -. Nei fatti ai cittadini impegnati nella cultura e nel sociale viene negata un’opportunità, un aiuto concreto e vengono lasciati soli. Siamo molto turbati. Perché questi ritardi? Perché il Sindaco e la Giunta se la prendono comoda? Forse si sono pentiti di aver votato a favore della nostra proposta?». A oggi l’unico strumento a disposizione di un’associazione per ottenere un contributo economico al Comune consiste nel “chiedere al Sindaco” al quale è concesso un potere discrezionale, immenso e ingiusto di concedere oppure negare l’aiuto.

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Turismo scolastico: un’occasione per rilanciare l’economia culturale e creare posti di lavoro

Mancano supporti logistici e percorsi integrati: basterebbe poco per valorizzare le risorse che già esistono

La consigliera comunale del Partito democratico Nicoletta Zuliani questa mattina, nell’andare nelle sale dove si svolgono le commissioni consiliari, si è imbattuta in una scolaresca di Ladispoli in gita a Latina. Un evento che non accade spesso, tanto che la Zuliani ha immediatamente avvicinato i ragazzi e le loro insegnanti.

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“Le loro insegnanti – spiega la Zuliani – per curiosità hanno inserito la gita a latina nel programma di arte e di storia e stavano spiegando ai ragazzi l’architettura razionalista. Ma non sapevano dell’esistenza del Museo della terra pontina, del Museo Cambellotti e di tutte le possibilità culturali e di svago che la città offre”.

Il pullman che accompagnava i ragazzi era parcheggiato in via provvisoria in Piazza del Popolo, perché l’autista non sapeva dove lasciare in sosta il mezzo. Qualche difficoltà i ragazzi l’hanno avuto anche a trovare un bar capiente per tutti. Continue reading

Fare sistema per non perdere l’eccellenza

Fare sistema per non perdere l’eccellenza

L’incontro con lo scienziato pontino trasferito negli Usa Ennio Tasciotti offre lo spunto per dare un impulso diverso alla politica e ai partiti.
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«La frammentazione del sistema e l’isolamento in cui si pongono gli individui annullano le eccellenze». Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito democratico, ha traslato alla politica l’esperienza che questa mattina Ennio Tasciotti, professore universitario di nanotecnologie, ricercatore negli Stati Uniti, originario di Latina, ha raccontato agli studenti delle quinte del Liceo Manzoni.

Tasciotti è componente del gruppo presso il Ministero della Sanità che indica i progetti cui assegnare i fondi per la ricerca. E sebbene le proposte che arrivano dai ricercatori italiani siano encomiabili e qualificate, sono purtroppo ognuna riferibili a una sola persona, ad un singolo laboratorio di ricerca.
Fuori dall’Italia non funziona così.

La capacità di collaborare e lavorare ad un unico progetto da parte di due o più laboratori significa aumentare la possibilità di successo del progetto: purtroppo siamo figli di un’anti-cultura che penalizza il collettivo a beneficio del tornaconto o del prestigio del singolo.

«Come accade in politica – riflette la consigliera Zuliani – non si lavora a sistema, ma c’è una terribile frammentazione, una mancanza di cooperazione che annulla le eccellenze e spinge i nostri ragazzi, ricercatori dtra i migliori al mondo, ad andare fuori».

Un discorso valido sia per la comunità scientifica internazionale quanto per la politica a tutti i livelli.

«Mancando un sistema che contenga le esperienze diverse e i contributi più eterogenei, si depotenzia l’offerta – sottolinea ancora la Zuliani – e si lascia che le nostre migliori eccellenze vadano a offrire le proprie idee, le proprie produzioni e il proprio lavoro all’estero. Non possiamo alimentare questo sistema culturale individualistico. Raccolgo e faccio mio l’appello di Tasciotti per un Paese, e una città, che facciano sistema per dare un vero impulso alla crescita della comunità».

Un’interrogazione sulle CASETTE dell’ACQUA

LATINA – “Dal progetto pubblicato sull’albo pretorio non si capisce se la gestione delle casette dell’acqua sarà pubblica o privata e dagli uffici emerge un po’ di confusione sull’argomento”. La consigliera comunale del Partito democratico Nicoletta Zuliani torna sul progetto del Comune di Latina di installare in cinque diversi punti della città le casette di distribuzione dell’acqua alla spina. “Da voci di corridoio sappiamo che la manutenzione sarà appaltata a ditte esterne – spiega la Zuliani – mentre la gestione potrebbe essere assegnata ad Acqualatina, con la quale il Comune dovrebbe sottoscrivere un contratto per attingere l’acqua dall’acquedotto. Ma perché nel progetto non è stata definita la parte economica? Non si possono decidere questi passaggi fondamentali in corso d’opera, ma vanno stabiliti in anticipo”. Soprattutto perché le casette dell’acqua saranno un affare piuttosto remunerativo. Il costo iniziale dell’acqua ad Acqualatina é di 2 euro per 1.000 litri, cioè 0,002 euro al litro. Rivenduta a 5 centesimi al litro, l’acqua pubblica frutta 50 euro per 1.000 litri. Ne consegue che l’acqua erogata dalle casette rende il 2.500%, cioè frutta 25 volte di più.20130320-194637.jpg Continue reading

Logica dei NUMERI VS logica della QUALITA’

(vi invito a leggere questa esperienza che ho fatto a scuola…)

La questione del nuovo dimensionamento degli Istituti scolastici del Comune di Latina è stata ed è sottoposta a varie spinte : le prime provenienti dalla logica del risparmio e dell’ottimizzazione delle risorse imposte dall’alto del Governo attraverso l’ultima finanziaria, le altre provenienti dal basso e che rispondono ad una più umana logica di senso di appartenenza, di adesione e condivisione di  un perscorso formativo offerto da una scuola e scelto dalle famiglie per i propri figli.

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Da quando la scuola, con i governi di centrodestra, è vista e considerata come un’azienda e gli studenti-famiglie sono identificati come utenza-clienti, tutto il concetto di comunità educante focalizzata sui bisogni degli studenti è venuta meno.
Sono diventati prioritari i numeri piuttosto che la qualità, e sono i numeri che dettano legge in un campo come l’educazione dove invece sappiamo che gli interventi vanno il più possibile individualizzati. Ma qui, di fatto, si applica il concetto opposto: la massificazione e  la tirannia dei numeri.

 

Di fatto si accorpano realtà completamente diverse e si smembrano realtà ed identità didattiche e territoriali fortissime, come il Manzoni o il VII Circolo, seguendo una logica cieca e incurante di ciò che il tempo e l’amore di chi ci ha lavorato dentro, ha costruito negli anni.
Che si voglia costituire una realtà scolastica territoriale a Latina Ovest è assolutamente condivisibile, ma resta il fatto che, a fronte del costo in termini di smembramento di realtà che già funzionano benissimo, corriamo il rischio di non ottenere il risultato sperato perchè la logica che guida i genitori nella scelta della scuola per i prorpi figli non è quella territoriale, bensì quella della condivisione dell’offerta formativa. Avremo costituito un bellissimo polo scolastico completo di tutto, ma senza gli “utenti” desiderati… I genitori scelgono in base agli insegnanti che lì lavorano, alle attività, a come si svolge la vita scolastica. I genitori non vanno dietro ai numeri. I genitori scelgono con altri criteri.

 

E che dire della scelta di far “scomparire” lo storico Manzoni che ha visto premiato il suo progetto formativo con un costante incremento di studenti, a vantaggio di chi non ha saputo valorizzare il proprio Liceo, facendo cadere verticalmente i numeri delle iscrizioni?

 

È questa la “meritocrazia” della filiera di governo del centrodestra?
E qui abbiamo dato ancora prova di come si allontana la gestione della vita del territorio (alias: politica) dalla vita quotidiana dei cittadini.

Consiglio Comunale 8 Novembre 2011

Vi riporto il “senso” del Consiglio Comunale dell’8 novembre scorso.

So che la brevità è apprezzata e che permette di leggere le cose fino in fondo. Farò del mio meglio.

Università-facoltà di medicina

La richiesta di convocazione del Consiglio è stata fatta da noi del PD per discutere il punto della facoltà di medicina a Latina. A settembre è stato un argomento caldissimo, con mille dichiarazioni su tutti i giornali,  ma i  tempi  imposti dalle regole hanno permesso una discussione del tema solo a novembre, quando l’argomento era ormai consumato ed esaurito.

Ovviamente tutto il Consiglio vuole che la Facoltà di Medicina resti a Latina. Ma in sintesi, quali sono i problemi?

Convivono da qualche tempo in ospedale medici ospedalieri e medici universitari con diversi contratti lavorativi e afferendo a Ministeri diversi, ma soprattutto con modalità di reclutamento diverse (gli ospedalieri con concorso e gli universitari con nomine). I problemi arrivano quando in mancanza di un primario ospedaliero, ed esempio per pensionamento, gli subentra un universitario alterando la connotazione lavorativa dei medici lavoratori di quel reparto che entrano come ospedalieri e si ritrovano a dover ubbidire a logiche universitarie. E’ come ritrovarsi le regole cambiate durante la partita…

Il destino della facoltà di medicina è strettamente legato quindi a quello dell’Ospedale di Latina recentemente declassato da DEA II livello a DEA I livello. Che significa? Con il DEA di II livello si assicurano, le funzioni di più alta qualificazione legate all’emergenza, tra cui

  • la cardiochirurgia,
  • la neurochirurgia,
  • la terapia intensiva neonatale,
  • la chirurgia vascolare,
  • la chirurgia toracica.

In breve, si evita di andare a Roma per le emergenze. La Regione, declassandoci, ci impone di dipendere da Roma, e magari di morire per strada... Nella nostra mozione ponevamo come requisito imprescindibile il ritorno al DEA di II livello.

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Portare le cliniche universitarie nel sud pontino decentrandole dal capoluogo di provincia solo per motivi di prestigio senza un criterio di funzionalità sinergica con la rete ospedaliera e nell’ottica del servizio al cittadino, ci pareva un’idea da combattere. Si rischia di separare settori che DEVONO lavorare insieme nello stesso posto.

 

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Sono state portate in Consiglio ben diverse 3 mozioni sul tema Università di medicina, ma per dare forza al sindaco in sede di tavolo di contrattazione con gli interlocutori coinvolti (ASL e Università) abbiamo deciso di lavorare ad una sintesi delle tre mozioni che vedesse il Consiglio compatto su posizioni condivise. Mozione passata all’unanimità con incluso la richiesta di ripristino del DEA di II livello per l’ospedale di Latina e una chiara e netta regolamentazione delle mansioni dei medici ospedalieri e universitari.

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