LA ROSA: quell’assessore diventato scomodo

larosaLa vita di Sua Eccellenza Salvatore La Rosa, ex prefetto e, in questi ultimi mesi, assessore all’urbanistica chiamato a riportare alla legalità un settore importante del Comune di Latina, non è una vita facile.

Il suo arrivo ha destato grandi aspettative da parte di tutti. Di Giorgi non poteva chiamare persona più alta moralmente a ricoprire un ruolo difficile: riportare un regime di legalità nel settore urbanistica, scelto non certo per le competenze tecniche che un settore come l’urbanistica richiede, bensì per la complessità, per il groviglio di, prima ipotizzate e poi accertate, illegittimità che popolano gli uffici e le scelte politiche del settore urbanistica del Comune di Latina.

Poco esperto di come ci si muove da politico in un ambito fatto di spinte e interessi privati, ha sempre tenuto un profilo molto alto, molto distaccato come doveva un arbitro e “medico” di un malato cronico di interessi privati come quello del Comune di Latina.

E deve essere estremamente difficile operare in un contesto ostile. Sì, perché il contesto in cui lui si è trovato ad operare è ostile, eccome!
Con un dirigente all’urbanistica indagato ma comunque onnipresente, il Nipaf in comune un giorno si e un giorno no, inchieste giudiziarie su vari fronti in corso, richieste da parte della finanza di documenti in vari uffici: questi sono elementi che non hanno certo contribuito a fornirgli un clima di lavoro collaborativo. La sua figura, intesa come “poliziotto interno”, non è certo amata e credo che in termini di collaborazione non abbia neanche avuto una grande risposta.
Il settore che doveva sostenere il neo assessore nella sua azione di ripulitura e disinfestazione è un settore in cui operano persone ormai da decenni, incardinate in un sistema che ha prodotto evidenti storture e che non voleva collaborare in un’azione che avrebbe fatto emergere colpe e responsabilità, proprio di quel settore.

Ecco allora il motivo del suo atteggiamento attendista: isolato nell’Amministrazione che doveva essergli amica e che doveva aiutarlo, non gli restava che attendere il responso della regione.
Ciò che la regione esprimerà sarà per noi come una sentenza della cassazione“. Queste le parole che andavano dicendo univocamente sindaco e assessore La Rosa fino a qualche giorno fa.
Oggi queste stesse parole vengono confermate dall’assessore… ma non dal sindaco.

E La Rosa insiste a suonare note intonate unicamente con la legalità, insistendo sulla opportunità di sospendere i piani e di rivedere tutto.
Lui l’aveva d’altronde sempre pensato, ma correttamente, non lo aveva detto ufficialmente.

IMG_0129.JPGE che dire della sua assenza al vergognoso “pellegrinaggio” verso Roma, presso lo studio del professor TEDESCHINI?
La Rosa non era con loro.
Quanto inadeguato e inopportuno andare quasi come privati cittadini con il “cappello in mano” a chiedere un’opinione da chi aveva fornito un parere da € 14.000 rivelatosi quantomeno inutile per me addirittura dannoso visto il responso della regione!!
Cos’era?
Un consulto di un esperto per difendere interessi di privati cittadini?
Per quale motivo invece, come avrebbe fatto qualsiasi altra amministrazione dignitosa, non è stato convocato il prof. Tedeschini in Comune?
Perché andare con una sparuta delegazione nello studio privato di Roma, piuttosto che convocare negli uffici comunali e in veste ufficiale, il consulente Tedeschini alla presenza di assessori e dirigenti?

Evidentemente il sindaco aveva deciso di cominciare ad estromettere chi usciva fuori dal coro, chi suonava una musica diversa, sicuramente, quella di La Rosa, che era intonata con la legalità, quella legalità che era stato chiamato a ripristinare.

Il Partito Democratico, chiedendo le dimissioni di La Rosa non va certo contro La Rosa: vuole evidenziare quanto sia “stonata” la sua operazione all’interno di una amministrazione che suona tutt’altra musica, a difesa di un operato che da più parti invocate come dirimenti, viene dichiarato illegittimo.

Lavoriamo un po’ di fantasia: immaginiamo se l’assessore La Rosa non si dimettesse; sarebbe un presidio di legalità dentro un feudo di illegittimità.
Il sindaco Di Giorgi, avrebbe mai il coraggio di revocargli la delega?

One Response to LA ROSA: quell’assessore diventato scomodo

  1. aldo pastore

    Il Sindaco in tutto il suo mandato aveva fatto solo una cosa buona le sue dimissioni, revocandole ha dimostrato di essere uno zimbello in mano ad una banda di intrallazzatori che antepongono i loro interessi privati a quelli di Latina, De Rosa se avesse anche lui un poco di dignità dovrebbe dimettersi.

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