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Mio intervento sul Rendiconto di Gestione 2016

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Fare una discussione su consuntivo potrebbe sembrare quasi superfluo perché di fatto dobbiamo prendere atto di ciò che è stato e che non si può modificare. Ebbene, così non è. 

Dobbiamo premettere che di questo consuntivo 2016 è responsabile al 50% il commissario Barbato, e al 50% la presente amministrazione Coletta.

Detto questo voglio dimostrare in questi minuti che mi sono concessi come i numeri risentano fortemente delle scelte che apparentemente possono sembrare distantei da un discorso di bilancio, fatto di numeri, fatto di tecnicismi nei quali non mi addentrerò primo perché non sono un’esperta né sono tenuta d’esserlo, secondo perché quello che a noi politici attiene per funzione sono le scelte fatte a monte.

E ritengo che seppur limitate dai numeri o dalla “coperta corta”, come si suol dire, le scelte sono quelle che caratterizzano e possono sciogliere questioni annose.

PROGRAMMARE

Sappiamo che governare bene implica una attenta programmazione. Per quanto attiene al ruolo che condivido con i miei colleghi di minoranza, a noi sta espletare la funzione di controllo che può avvenire quando si posseggono tutti gli elementi per poter valutare e poi dare indirizzi. Purtroppo devo constatare che gli elementi a disposizione dei consiglieri sono molto carenti. Ci siamo ritrovati a parlare dei DFB solo qualche giorno prima del Consiglio Comunale in cui avremmo dovuto approvare la delibera di riconoscimento del DFB, e questo è meno del minimo sindacale perché è un obbligo di legge.

I contenziosi storici non mancano e le questioni si conoscono già da diversi anni e sicuramente sono state ben studiate, ben citati da tutti in campagna elettorale anche da voi.

Faccio un esempio: registro che non c’è stato alcun tipo di premura nel portare in commissione bilancio questioni come CONDOTTE e il terreno di nostra proprietà che perderemo: quando cadrà dal cielo questa spada di Damocle?

Verrà portata all’attenzione della commissione bilancio quando sarà già caduta.

Il punto è quindi intervenire e avere noi il controllo dei problemi, non farci governare dai problemi.

Un punto che ci affligge come amministrazione sono i DFB. Siamo davvero “fuori con l’accuso” si dice.

Abbiamo accantonato solo €3ML ma ne avremmo dovuti accantonare altrettanto e lo abbiamo fatto come escamotage per effetto dello slittamento di sei mesi delle eventuali notifiche di ingiunzioni che ci in questo modo ci permettono di aspettare il prossimo bilancio: un anno per respirare, ma andremo presto in apnea.

Ora è fondamentale capire quanto di questi contenziosi è in itinere.

In Commissione Bilancio abbiamo ascoltato i Revisori dei Conti a novembre che ci sollecitavano a

  1. esercitare un più attento monitoraggio,
  2. a capire come poter arrivare ad una possibile conciliazione.

Siamo alla fine di maggio ed io non ricordo che abbiamo fatto nessuna commissione bilancio con questo punto all’ordine del giorno nonostante abbia sollecitato più volte in questa direzione.

E come possiamo effettuare il nostro controllo dei problemi? E lo ricordo, che controllare è un obbligo anche dei consiglieri di maggioranza! Voi non siete lì solo per dire quello che i vostri assessori vi dicono di dire: voi siete qui per controllare! Il controllo va esercitato in Consiglio e nelle Commissioni!

I DFB sono sempre originati da un cattivo procedimento amministrativo.

Che significa?

Ritardi nel passare le carte tra uffici, mancanze nella sottoscrizione di contratti, una carente chiarezza nella definizione di quanto le parti pattuiscono all’interno di una obbligazione… Ecco tutto questo genera contenzioso. E ci sono situazioni attuali che a mio avviso non si sta monitorando a sufficienza. 

O per lo meno, noi consiglieri non ne sappiamo nulla.

Risultiamo in ritardo col pagamento delle fatture nei confronti delle imprese creditrici al 31/12/2016? Ebbene abbiamo una cifra complessiva altissima 17 milioni E € 800.000. Questo genera contenzioso e genera DFB.

E qual’è il numero delle imprese creditrici? 381.

Se prendiamo come esempio Pescara l’ammontare complessivo del suo indebitamento nei confronti dei suoi creditori è di 4 milioni mezzo.

L’importo che invece il Comune di Bergamo riporta è risalente al 2013, si vede che nel 2014, 2015 e 2016 non ci sono creditori che aspettano. Fornisce anche una griglia con il nome del creditore la data prevista del pagamento le fatture richieste equivalenti di pagamento. Nel primo trimestre del 2017 addirittura indicatore trimestrale di tempestività dei pagamenti È -1, ovvero pagano un giorno prima della scadenza dei 30 giorni previsti dalla legge.

Il Comune di Pescara di ha come indice di pagamento 49,40.

Quello di Latina è 80.

Da qui si capisce che evidentemente c’è molto da lavorare rispetto ai tempi di pagamento e c’è da chiedersi come mai questi tempi di pagamento per il nostro comune siano così lunghi: probabilmente

  1. non riteniamo di dover pagare
  2. le pattuizioni non erano abbastanza chiare e quindi si aspetta di chiarire, oppure
  3. perché riteniamo che i lavori svolti non siano rispondenti al contratto
  4. noi siamo proprio lenti nel procedimento amministrativo che precede il pagamento delle fatture.

Sappiamo che per quanto riguarda le utenze esiste un ristagno di circa 2500 fatture che in qualche modo ingolfano gli uffici. Un altro problema è determinato dai vari settori del comune che, non sospendendo le fatture che richiedono un approfondimento, di fatto bloccano il pagamento delle fatture con ordine cronologico successivo portando grossi problemi ai nostri fornitori di beni e servizi. Ho avuto modo di accertare in commissione la veridicità delle lamentele che diversi fornitori di servizio lamentano ovvero il ritardo dei pagamenti e che questo ritardo non è dovuto al servizio corrispondente, bensì ad un altro settore che non attivando l’istituto della sospensione di quelle fatture dubbie, di fatto blocca tutte le altre fatture in capo agli altri servizi ma che sono cronologicamente legate ad un unico ordine di flusso.

Nonostante abbia chiesto in commissione bilancio di portare questo punto per chiarire e comprendere come ovviare a questo problema non è mai stato dato seguito a questa mia richiesta.

E questo ritengo sia uno dei modi per controllare e prevenire eventuali contenziosi e quindi debiti fuori bilancio.

Voglio ritornare alla prima ipotesi: noi non riteniamo di dover pagare.

Questa è la causa di diversi contenziosi, di ingiunzioni di pagamento, di debiti fuori bilancio.

Infatti io vorrei sapere a che punto siamo con il rapporto con ATRAL che è il nostro gestore del servizio di trasporti e nei confronti del quale noi abbiamo eccepito rispetto a report che non sono stati inviati all’amministrazione e per il quali l’amministrazione ritiene di non dover corrispondere un pagamento. Sarebbe importante analizzare queste questioni che sono ormai in giro da quasi un anno o no?

Sempre con ATRAL abbiamo aperta la questione dei contratti della proroga: la proroga di ottobre non è stata ancora chiusa giuridicamente con la sottoscrizione di una obbligazione. Secondo voi, è possibile che a distanza di sette mesi ancora non sia stato firmato un contratto? Ma chi lo deve firmare questo contratto? Siamo assolutamente fuori legge. E credete che questo non potrà generare un eventuale contenzioso?

Qui il sindaco occorre che a tutela dell’Ente emetta immediatamente un’ordinanza contendibile ed urgente per sopperire a questa grave mancanza. Si prenda questa responsabilità! Si legga la sentenza del TAR Puglia nr.763/2015. Tra l’altro, secondo la sentenza, gli andrebbe pure concessa la rivalutazione del corrispettivo, o andremo incontro ad un ulteriore contenzioso che nel quale potremmo risultare soccombenti!!!

Ma non è finita qui!

Sappiamo che sarà necessaria un’ulteriore proroga del servizio trasporto pubblico locale. I tempi per la chiusura del bando e l’assegnazione del servizio non ci sono. A chi vogliamo affidare questo servizio in proroga di nuovo? Alla stessa ditta alla quale non abbiamo firmato il contratto? Alla stessa ditta alla quale abbiamo contestato modalità di presentazione dei documenti per il pagamento delle fatture? E chi lo firmerà quel contratto? Il dirigente che aveva invece giustamente scritto dicembre 2017 e che si è trovato modificato il termine temporale dalla giunta a giugno 2017 (data evidentemente impossibile per il raggiungimento di quell’obiettivo) o sarà la giunta che si prenderà la responsabilità della scelta fatta attraverso il Segretario Generale di sua nomina? Chi firmerà quel contratto?

Perché queste sono scelte che hanno ricadute economiche. che noi vogliamo evitare.

Fino ad oggi si è perso molto tempo, sono state fatte scelte sbagliate e che ci costeranno forse nel prossimo bilancio. Potremmo addirittura incorrere nel danno erariale per aver prorogato un servizio evidentemente insoddisfacente pur avendo avuto il tempo e i documenti pronti per espletare nei tempi giusti un regolare bando. Lo voglio ricordare il 28 febbraio tutti i documenti erano a disposizione del Segretario Generale pronti e prossimi per la pubblicazione del bando.

E tutto questo rientra nel discorso nel bilancio perché queste sono scelte economiche, sono scelte le cui ricadute sono economicamente pesanti in termini di ipotetici contenziosi, in termini di costi superiori, in termini di possibile danno erariale.

Un altro triste capitolo è la questione della Latina Ambiente. Mi direte: “ Ma che c’entra ora la LtAmbiente col consuntivo?” C’entra eccome!!!

Con la LtAmbiente abbiamo un contenzioso aperto circa fatturazioni commerciali non pagate per lavori svolti e contestati dall’amministrazione. Ed è esattamente il punto tre di cui sopra.

Ora, la LtAmbiente è stata dichiarata fallita il 4 novembre, quindi per quasi tutto il 2016 è stata la nostra società partecipata al 51% e per questo motivo deve essere presente all’interno dl nostro rendiconto di gestione del 2016. Ecco perché ne parliamo.

Vi ricordate nel consiglio di ottobre quando portai all’attenzione del consiglio la mancata conciliazione debiti crediti con la latina ambiente che a me suonava come una grave mancanza?

Ebbene era scritto a chiare lettere da parte dei revisori dei conti del precedente collegio: dovevamo, ed era un obbligo, conciliare debiti e crediti con la latina ambiente.

Anzi, diceva che era una grave inadempienza. Io parlai di bilancio farlocco: i revisori dicevano che “solo raggiungendo la corrispondenza tra le reciproche posizioni dell’ente e della società partecipata si potrà pervenire ad una rappresentazione univoca della situazione finanziaria. Aggiungono: perdurando tale situazione si rischiano disallineamenti che potrebbero gravare sulle casse dell’Ente;” in parole povere questa mancata operazione di conciliazione della situazione debiti crediti sarebbe potuta costarci molto più di quanto potevamo immaginare.

Ora leggiamo cosa dicono gli attuali Revisori: abbiamo oggi una rappresentazione di un quadro indefinito, incerto e incompleto del nostro bilancio perché manca la parte che noi potremmo dover dare alla partecipata. Fosse anche un solo milione di €.

In sostanza non abbiamo rappresentato in questo consuntivo un quadro unico rispetto alle nostre partecipate, cosa che il principio di correttezza e veridicità impone. E questo non riguarda solo La LtAmbiente! Riguarda anche la Società Terme di Fogliano, il Consorzio Roma-Latina, Acqua Latina…

Ora, con la LtAmbiente abbiamo un rapporto piuttosto “sui generis”: l’abbiamo fatta fallire (la certificazione di alcuni debiti avrebbe a mio avviso scongiurato il fallimento) e lei, nonostante sia fallita produce utili nel suo bilancio e lavora in modo più che soddisfacente, e avrà con tutta probabilità una ulteriore proroga per suo esercizio provvisorio fino a dicembre 2017, il tempo per permettere all’Amministrazione di costituire una diversa ipotesi di gestione e raccolta rifiuti.

Vi ricordate che parlavo di elementi da acquisire per poter valutare e dare indirizzi? Anche qui devo segnalare che, nonostante le mie insistenti richieste al presidente della commissione bilancio di invitare i curatori fallimentari della Latina ambiente ad illustrarci la situazione della partecipata fallita ma attiva e produttiva, la richiesta è stata ancora una volta ignorata e si è dovuto procedere con l’audizione in commissione trasparenza nella quale abbiamo acquisito numerosi elementi precedentemente sconosciuti ai consiglieri.

Intanto questa società vanta crediti nei nostri confronti per  €13ML.

Cosa diciamo alla città? Ovvero, che numeri mettiamo nel bilancio?

L’assessore Capirci ha detto alla città che questi crediti vantati dalla Latina Ambiente sono tutti contestati e che perciò dobbiamo aspettare quello che deciderà il giudice (chissà quando, fra tanto tempo, magari il tempo che ci serve per mettere da parte qualche milione di € allo scopo).

Va fatto questo lavoro di conciliazione, e se non lo vogliamo fare dobbiamo per lo meno mettere una quota più che congrua in bilancio previsionale per accantonarla come dice la legge per far fronte al rischio dell’emersione di “passività latenti”.

Ecco come le scelte di oggi influiscono sui numeri di domani.

 

 

 

Urbanistica = una montagna di soldi…

imagePerché spunta fuori solo ora questo debito? Gli uffici del Comune lo conoscevano bene. Perché non è stato inserito nel bilancio previsionale del 2013? Perché il Comune resta inerte e fa lievitare la somma a quasi un milione di euro?

Un debito fuori bilancio di 809.498,65 euro che fa uscire il Comune di Latina dal Patto di Stabilità. È questo quanto emerge dalla nota che il Servizio di Programmazione e Bilancio ha dovuto redigere dopo la notifica della scadenza dell’ultimo termine arrivata nei giorni scorsi, di una causa ancora pendente e che arriverà a sentenza in appello il prossimo 16 dicembre.

Si tratta di un contenzioso tra l’ente di Piazza del Popolo e l’ingegner Benito Ortù, il quale aveva progettato circa 20 anni fa per conto del Comune i piani particolareggiati per i quartieri R6, R3 ecc.. Alcuni di quei progetti però ebbero parere negativo da parte della Regione Lazio ed il Comune non li realizzò. Questo comportò il mancato pagamento dei relativi progetti, che invece l’ingegnere vorrebbe vedersi saldati.

“La notifica di esecutività della prima sentenza che obbliga al pagamento – afferma Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico – era già in Comune nel 2013. Perché, quindi, non è stato inserito tra i debiti fuori bilancio già lo scorso anno? E perché non è stato dato seguito ai tentativi di conciliazione bonaria più volte avanzati dal professionista? Chiediamo questo al sindaco Giovanni Di Giorgi, che ancora oggi ha nelle sue mani la delega al Bilancio”.

Zuliani sottolinea quali sarebbero le prime conseguenze del mancato rispetto del Patto di Stabilità:
- riduzione del fondo di solidarietà comunale e del fondo sperimentale di riequilibrio;
- limiti agli impegni per spese correnti;
- divieto di ricorrere all’indebitamento;
- divieto di procedere ad assunzioni di personale;
- riduzione delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza.

Questo significherebbe avere un Comune quasi del tutto immobile.

Cosa ha generato questa situazione? Perché il servizio Urbanistica non ha attivato procedure transattive? Il “dovuto” nei confronti del professionista è praticamente raddoppiato a causa delle conseguenze che i termini scaduti ingenerano, facendo arrivare la somma a quasi un milione di euro.

Una gestione scellerata dei conti pubblici ormai caratteristica di questa amministrazione poteva essere senza dubbio evitata, quantomeno rispondendo alla proposta transattiva che la controparte ha avanzato senza alcuna risposta dall’Ente”.

Non si gioca con i soldi dei cittadini. La questione è gravissima e mi aspetto che ce ne siano diverse altre della stessa fattispecie, magari nascoste in un cassetto”

Festival del Circo vs spese sociali

Io non riesco ad  accettare che in tempi di tagli al sociale venga finanziato con €35.000 il Festival Internazionale del Circo e non l’apertura delle scuola oltre l’orario scolastico per le attività delle associazioni sul territorio per i ragazzi e i giovani.

Non solo, abbiamo una mole di debiti fuori bilancio di €23ML di cui non abbiamo il controllo.

E hanno depotenziato anche l’avvocatura comunale.

 

SITUAZIONE PARTECIPATE al 24 giugno 2014

Ecco il prospetto della situazione finanziaria e debitoria al 24 giugno 2014 delle cinque società Partecipate del Comune di Latina:

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