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Numeri e legalità: intervento in Consiglio Comunale

Sindaco, oggi abbiamo vissuto un momento speciale nella nostra città. La manifestazione organizzata dagli studenti, dai giovani di latina, che hanno gridato la propria vicinanza al giudice Lucia AIELLI con uno stile assolutamente efficace e da seguire: dichiarandosi contro l’illegalità.

Ma soprattutto chiedendo a gran voce di agire contro quei comportamenti che inibiscono la legalità.

Credo che per tutti noi politici sia stato un colpo quando i ragazzi hanno detto che non volevano noi alla manifestazione.
La percezione, evidentemente, è quella che non sia visibile una condizione di legalità nella nostra società, ma soprattutto nella nostra Latina.
Sono rimasta colpita quando hanno detto: “fateci vedere cosa siete capaci di fare contro la criminalità“. Cosa siamo capaci di fare noi contro la criminalità  che, ormai è noto, è radicata nel nostro territorio?Non credo che possiamo relegare il compito del contrasto alla criminalità solo alle forze dell’ordine.
Non credo che possiamo relegare il compito di contrastare la criminalità solo all’educazione quindi lasciare alle scuole questo onere.
Non credo neanche che possiamo ritenere di fare abbastanza soltanto partecipando ad una manifestazione che si dice contro le mafie e contro l’illegalità.Sembra che il documento che oggi andiamo a votare, l’assestamento di bilancio,  sia distante anni luce da quello che abbiamo vissuto questa mattina. Sembra distante anni luce il tema di un assestamento di bilancio comunale dall’entusiasmo, la forza, l’esuberanza dei giovani che chiedono a gran voce di vivere in una città più equa, più giusta, più legale.
Sembra distante anni luce dalle minacce che il giudice AIELLI ha ricevuto,  dalla condizione di paura che una famiglia è costretta a vivere perché si è vulnerabili: chi lavora per la legalità è vulnerabile.E allora il nostro compito di politici non è soltanto affiancarci a queste forze positive, buone come i nostri giovani, che ci chiedono più legalità e più coraggio.
A noi sta agire con atti amministrativi, numeri di bilancio, scelte di indirizzo, che sembrano non avere nulla a che fare con l’esuberanza  che abbiamo visto questa mattina.E invece no.
Sono il nostro DOVERE.

Guai partecipare ad una manifestazione senza aver dato la certezza a questi giovani che noi stiamo lavorando, che stiamo operando a favore della legalità!
Guai aver partecipato a questa manifestazione e non dare i frutti del nostro lavoro, non far vedere le conseguenze del nostro operare per la legalità!

Da giovani si vive e si è pronti a morire per delle idee, per degli ideali forti: lo abbiamo visto in Cina, lo abbiamo visto in Argentina, lo abbiamo visto in Turchia. La giovanissima afghana che rischiava la vita per andare a scuola ne è un esempio  illuminante.
Da adulti bisogna faticare per cambiare le cose. Bisogna creare le condizioni perché quegli ideali diventino realtà.

Ed Ecco che dobbiamo arrivare ai numeri.
Da adulti capiamo che i numeri contano, parlano, stabiliscono, realizzano, in poche parole dentro ai numeri è racchiusa la capacità del cambiamento.

Un assestamento di bilancio non è altro che una piccola manovra per mantenere i conti pari: le entrate e le uscite devono essere sempre in equilibrio, ciononostante i numeri parlano. Ma non parlano solo i numeri che ci sono: ci sono anche i numeri che mancano, che non sono presenti, e che quindi, proprio per la loro assenza, parlano, anzi gridano forte.
I numeri che mancano sono i numeri delle scelte non fatte che pesano come macigni.

Cominciamo dal cimitero: solo oggi si comincia sul serio a valutare l’ipotesi di una annullamento del contratto oppure di una transazione tra le parti, tra noi e il concessionario. Ma la cosa non si risolve con l’ipotesi di una semplice transazione che, comunque, comporterebbe un onere per l’Ente milionario.

Esistono elementi che vanno considerati meglio perché anche i numeri hanno un nome: si potrebbe profilare una situazione di debiti fuori bilancio che non possono essere risolti con una semplice transazione tra lente ed il concessionario. I debiti fuori bilancio vengono valutati anche dalla corte dei conti, devono passare in commissione ed in consiglio, devono essere votati, tutto questo comporta un iter che valuta ed analizza.
La questione delle sepolture ante 1993 è una questione ancora aperta. Chi ha in mano il contratto non può vederselo annullato da una transazione tra l’ente ed il concessionario: andremmo incontro a contenziosi. E già ci sono casi in cui persone con in mano il contratto hanno visto accolto la propria richiesta a non pagare ulteriori soldi per una regolare concessione che non può essere invalidata da un accordo fatto oggi tra ente e concessionario.
Queste sono cose importanti che vanno analizzate, prese in considerazione, cosa che fino ad oggi non è stata fatta seriamente o forse è meglio dire che sono state analizzate, sono state prese in considerazione, ma non è stata fatta una scelta.
Aspettiamo  il parere dei revisori dei conti in merito alla transazione.Altra questione la s.l.m. e le terme: se non riusciamo a vendere le quote della s.l.m. entro un mese, perderemo tutti i diritti sulle quote e passeremo dall’altra parte saremo debitori invece di essere possessori di un bene. Questo significherà una perdita patrimoniale con tutto quello che ne consegue: questa è una condizione risultante da un atteggiamento di attendismo, dal non voler scegliere.
Siamo ormai a fine mandato e chi sceglierà per la città? Saranno le scadenze a scegliere per noi: non saremo più noi ad avere il pallino in mano, non saremo più noi a scegliere sindaco, saranno le scadenze.Altro gioiello di attendismo e di non scelta: la metro.
Ma ci rendiamo conto che solo pochi giorni fa il sindaco ha inviato una lettera Zingaretti in proposito?
Ma ci rendiamo conto che abbiamo già acquistato e pagato delle vetture ormai obsolete che anche se le volessimo usare oggi non potremmo usarle perché vecchie di concetto?
Ci rendiamo conto che se mettiamo in fila tutti soldi che già abbiamo speso per la Metro senza averla, probabilmente ci avremmo guadagnato a costruirla?
E invece abbiamo solo buttato soldi.
Sindaco, lei era presidente della commissione viabilità, avrà certamente studiato affondo tutto il sistema metro e quello che ha comportato! Certamente una volta diventato sindaco, avrà avuto tutti gli elementi per poter scegliere e magari cambiare in itinere. Magari potevate cambiare il percorso, svilupparlo verso la marina, pensare qualcosa di diverso, qualcosa che nascesse da un’idea di città… e invece siamo ancora qui a dirci: il Consiglio ha deciso per la sospensione del progetto…
Qui il problema è che nell’una o nell’altra opzione dobbiamo mettere in conto dai €20 ai €30 ML.
Ma lasciate la scelta ai posteri, meglio non essere ricordati per una scelta impopolare ed economicamente stressante.
E la LatinAmbiente? Sappiamo già tutto. Ma io mi chiedo: possibile che una partecipata a maggioranza nostra, non riesce a chiarire i numeri riguardanti la parte creditoria/debitoria?

Ma se siamo proprietari per il 51%, perché non convochiamo immediatamente un’assemblea dei soci e imponiamo una condotta? Perché non decidiamo di sciogliere questo nodo? Perché cambiare continuamente presidente e membri dell’assemblea? Perché non chiarire i numeri?Voglio concludere con le parole della fine della manifestazione per bocca dei giovani: “noi amiamo la politica ed è l’agire politico che ci permette di portare avanti i nostri ideali, i nostri sogni, le nostresperanze.” Ci dicono: “non voltate le spalle ai problemi, non restate immobili. Vogliamo vedere il cambiamento”.

E il cambiamento, sindaco, non è immobilismo, non è attendismo.

Auguro alla nostra città di vedervi dinamici nelle scelte.

Di chi è Latina?

Un magistrato che indaga viene minacciato di MORTE.
Avvertimenti incendiari rivolti ad attività commerciali vengono considerati “bravate estive”.
Il GOVERNO della città è da troppo tempo in BILICO.

Stiamo dando un messaggio pericoloso alla malavita.

La politica ha il dovere di dare un messaggio UNIVOCO e non soggetto ad interpretazioni: dobbiamo dire che questa è una terra di LEGALITÀ.

I mezzi ce li ha: TRASPARENZA, RIGORE e RISOLUTEZZA.

Quando si decide in pochi – e qui penso alle varianti dei piani particolareggiati per cui si è scelto di non passare in consiglio – quando si deroga sistematicamente alle norme per piegarle ad interessi estranei alla collettività , quando si sceglie di aspettare, lasciando una città nel limbo dell’INCERTEZZA, il messaggio che passa è: QUESTA CITTÀ SE LA PUÒ PRENDERE IL PIÙ FORTE.

Chi si fa interlocutore di interessi privati ed estranei al Bene Comune FACCIA UN PASSO INDIETRO.

Chi ha il potere di modificare gli assetti della macchina amministrativa che favoriscono comportamenti compiacenti abbia il coraggio di rimuovere le zone opache.

Chi sa, faccia emergere le zone grigie.

E poi, dobbiamo mettere in campo un diverso modo di intendere il lavoro PER la città da parte anche dei movimenti civici ed associazioni: non più gruppi antagonisti e protagonisti delle proprie iniziative, viziati dal modus operandi tutto politico del “volersi contare” per capire il proprio PESO, ma collaboratori e cooperanti, ognuno a coprire uno spazio dove l’altro gruppo non arriva.
Solo così potremo stendere un rete che, se solida e solidale, salverà la nostra città.