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Dimensionamento: la politica fallisce ancora.

Il caso dell’accorpamento del classico e del Vittorio Veneto votato e deciso in provincia non può passare inosservato in un momento storico in cui la partecipazione dei cittadini non è da intendersi come un atto di cedimento verso il populismo, ma come un momento indispensabile per creare coesione sociale e prevenire i conflitti.

Se la politica non comprende che le decisioni che coinvolgono i cittadini devono essere prese avviando processi di partecipazione, allora non abbiamo capito niente né di politica né di società.

In questo caso specifico, la prudenza è d’obbligo: quando le decisioni investono comunità intere, bisogna dare tempo alle parti di recepire e di vagliare nuove opzioni. L’accorpamento Classico-Vittorio Veneto/Salvemini è percepita come una “fusione a freddo” tra due istituti di orientamenti professionali e pedagogici completamente diversi tanto che sono istituiti con due DPR diversi. Inoltre, il classico ha un titolare dirigente, mentre il Vittorio Veneto/Salvemini è in reggenza.

Le parti che compongono una comunità scolastica sono molteplici: studenti famiglie, docenti e personale ATA che, seppur rappresentati in consiglio d’istituto, hanno bisogno di conoscere scopo, modalità e tempi di un cambiamento così importante, in sostanza necessitano di avere un piano di transizione quando si parla di rivoluzione. Perché essere definitivi invece che prospettare un periodo di due anni per capire le prospettive di ognuno? Perché, soprattutto, ragionare sul dimensionamento scolastico sempre a ridosso della scadenza?

Se la politica riconosce il valore della partecipazione e intende ascoltare invece che imporre, in casi che coinvolgono forti cambiamenti come questo dovrebbe operare con maggior prudenza e coinvolgere tutte le parti in un percorso di ascolto e di condivisione delle decisioni. Solo così si prevengono i conflitti che oggi e sempre vediamo in queste occasioni.

Pensiamo piuttosto a costruire un progetto di lunga visione per la riorganizzazione della formazione sul nostro territorio invece di ragionare di anno in anno e sempre su pressione di uno o dell’altro istituto. Perché non indire gli Stati Generali della Scuola della nostra provincia e costruire per il futuro un’offerta formativa che si possa distinguere per l’eccellenza e la sua aderenza alla vocazione di questo territorio?

Mi pare che la forza della protesta abbia decretato il fallimento della politica anche in questo frangente.

Perdere i finanziamenti non è una maledizione: è incapacità.

schermata-2017-06-24-alle-16-40-09Siamo alle solite. Sembra una maledizione. Altri soldi da restituire perché il Comune non è stato capace di utilizzarli. Questa volta però è per responsabilità dell’Amministrazione Coletta.

Sull’albo pretorio è apparsa una determina, la 2886/2017 per la restituzione di somme non utilizzate. La somma è ingente: circa €300mila (per l’esattezza €199.515 per spese in conto corrente e €89.678 per spese in conto capitale) messi a bando nel 2011-2012 dalla provincia destinati alla riduzione, recupero e raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Avete capito bene: dobbiamo ridare €300mila perché non li abbiamo utilizzati come da progetto per la raccolta differenziata.

A dir la verità la posta era praticamente il doppio.

Funziona così: il finanziamento è di circa €600mila, il 50% viene erogato subito ed entra nella cassa del comune, il secondo 50% viene erogato con la rendicontazione della spesa. Ebbene, abbiamo perso il primo 50% e quindi anche  l’altro.

schermata-2017-06-24-alle-16-42-24Possibile che in quest’anno di Amministrazione l’Assessore Lessio abbia snobbato questa somma che ora dobbiamo rimandare indietro? Perché non si è attivato per utilizzare quella somma? Ma la notizia (funesta) non finisce qui. Nel periodo commissariale il Comune di Latina ha risposto ad un ulteriore bando sempre per lo stesso obiettivo, ma stavolta la somma è molto più alta: circa €1ML. Che fine farà questo finanziamento è tutto ancora da capire.

E non sono noccioline: i servizi e i beni che avremmo pagato con quei €600mila dovranno essere pagati dai cittadini nelle bollette dei rifiuti!!! Invece di alleggerire il PEF e di conseguenza le bollette, perdendo questo finanziamento le andiamo ad appesantire!!

Non credo che l’Assessore Lessio abbia messo questo risultato nella sua relazione annuale.

La scuola programma, una certa politica smembra.

foto 2Una politica distratta si ostina a trattare il mondo della scuola come un mero contenitore di numeri e di costi, ponendo una questione seria rispetto all’adeguatezza dei propri rappresentanti per il ruolo che ricoprono.

Nonostante possa apparire una decisione condivisibile in un’ottica di ottimizzazione e di riordino, quella che con decreto la Presidente della provincia ha preso nei confronti del dimensionamento scolastico di quest’anno, a me pare, per le ricadute devastanti su un istituto come il Manzoni, una mossa che certamente maggiormente penalizza e destabilizza uno dei Licei più grandi della città.
Cui prodest?
(leggi il decreto e l’allegato sul dimensionamento)

Se questa operazione andasse fino in fondo ben 600 studenti sugli attuali 1400 circa verranno scorporati lasciando l’istituto con circa 800 studenti, quindi a rischio autonomia.

Ci sono ben tre elementi rispetto alle conseguenze negative sull’istituto Manzoni: il primo è il rischio dell’autonomia. Da Liceo leader di innovazione, cultura e didattica diverrà appendice di qualche altro Liceo, anch’esso sottodimensionato, ma non per una volontà dall’alto, bensì per poca attrattiva.

L’altro aspetto riguarda la metodologia dell’iter che questa decisione ha seguito: non ha garantito l’ascolto e la consultazione di tutte le parti in campo. Non solo andavano ascoltati i dirigenti scolastici, ma la norma prevede anche l’ascolto dei genitori e degli alunni nonché delle rappresentanze sindacali che, proprio nelle linee guida della regione specificata debbano essere consultati in rappresentanza dei lavoratori.

L’ultimo aspetto, non trascurabile, è che ormai siamo già a metà orientamento scolastico: questo significa che un gran numero di scuole medie sono state contattate, insieme ai familiari dei ragazzi che si scriveranno alle scuole superiori per l’anno 16/17, e si è già presentats un’offerta formativa che evidentemente non è secondo il dimensionamento.

Esiste una frammentazione dei licei linguistici sul territorio – Majorana oltre 300 studenti, Manzoni 600 studenti, Priverno circa 100 (non toccato perché fuori distretto?)
È vero che il liceo Manzoni è attualmente sovradimensionato rispetto alla struttura che lo ospita – attualmente 13 classi sono allocate nella succursale in via Cairoli c/o V.Veneto – ma gli enti locali troppo spesso dimenticano che la scuola viaggia con programmazioni rigorose fatte con molto anticipo perché l’organizzazione di comunità di migliaia di studenti e la loro formazione non può essere né improvvisata né gestita in modo frettoloso.

Non risulta nessuna comunicazione ufficiale dell’intenzione di voler modificare l’assetto dei licei con l’istituzione di un polo linguistico e conseguenti profonde modifiche dei licei Manzoni e Majorana.

Non risulta neanche che ci sia stata una consultazione a livello politico, dalla quale poteva arrivare un’ulteriore riflessione visto che i sindaci e i rappresentanti dei cittadini in provincia costituiscono comunque canali di istanze territoriali.

Non bisogna mai dimenticare che la scuola è una comunità di migliaia di persone, una macchina complessa che ha imparato a ben progettare con molto anticipo, pena il caos e la totale inefficacia del suo intervento. E quello che la politica qui ha fatto è riversare sulla scuola decisioni tardive, unicamente tecnicistiche, senza tenere in considerazione i tempi, il lavoro in itinere della scuola (orientamento) e gli investimenti a medio e lungo termine fatti dalle scuole (i costi sostenuti per la formazione di docenti dei corsi ESABAC).

Il decreto va oggi revocato, e se si ipotizzano cambiamenti importanti, questi vanno fatti ascoltando e rispettando i tempi del mondo della scuola.
Lo ripeto: una politica distratta si ostina a trattare il mondo della scuola come un mero contenitore di numeri e di costi, ponendo una questione seria rispetto all’adeguatezza dei propri rappresentanti per il ruolo che ricoprono.

Latina ad Auschwitz… senza paragoni

imageIl Comune di Latina organizzerà anche per il 2015 il consueto viaggio ad Auschwitz perché gli studenti del capoluogo visitino ed abbiano impresso nella memoria le immagini dello sterminio e dell’orrore che ancora oggi gelano il sangue. Una notizia che viene accolta con favore da Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico di Latina, che però trova scorretto, nel comportamento dell’amministrazione comunale, l’ennesimo affidamento diretto – senza bando – ad un privato per l’organizzazione del viaggio del prossimo 23 gennaio.

“La trasparenza sembra proprio non essere nelle corde dell’amministrazione comunale di Latina. Lo si può constatare dall’ennesima assegnazione di un incarico ad un privato, senza nemmeno un’analisi comparativa. Il punto è però – spiega la consigliera democratica – che nonostante il sollecito di un dirigente scolastico a fare almeno una comparazione dei costi con altri soggetti, è stata imposta la linea del primo cittadino, pretendendo che l’affidamento dell’incarico precisamente all’agenzia di viaggio già scelta e già utilizzata lo scorso anno per lo stesso viaggio”.

Si tratta di un comportamento che pecca non soltanto in fatto di trasparenza, ma anche dal punto di vista dei conti pubblici. “È interesse dei presidi, infatti, non solo far risparmiare l’ente comunale nelle spese che deve andare a sostenere, ma anche far partecipare a simili viaggi di rappresentanza ed istruzione il maggior numero di alunni possibile”. Una parte della quota del viaggio è infatti a carico del Comune: “Su 500 euro che è il prezzo totale, 300 vengono messi dalle famiglie, mentre i restanti 200 vengono versati dall’ente. Se dalla comparazione dei costi si risparmiasse anche una sola quota, sarebbe un bambino in più nel viaggio.

L’interesse predominante, evidentemente, sembra la salvaguardia di certi rapporti, costi quel che costi. E non ci si barrichi ancora dietro la scusa che si tratta di un incarico al di sotto dei 40mila euro e che quindi l’affidamento del servizio può avvenire senza bando: il comportamento del sindaco non è stato consono per chi dovrebbe pensare ad amministrare la città ed i soldi pubblici nel modo più opportuno specie di questi tempi che richiedono un surplus di trasparenza. Anche alla luce del fatto che i Comuni della Provincia di Latina – fatta eccezione per Cisterna – non potranno usufruire del contributo dell’ente di via Costa”.