Valutazioni a caldo sul risultato del Referendum Costituzionale

IMG_5844(Qui il video integrale) Ho apprezzato moltissimo le parole di Renzi: parole di un vero presidente che non si nasconde, che non farfuglia, che si pone di fronte ad una verità che riconosce.  Si è preso la responsabilità dell’errore della personalizzazione, ed ha riconosciuto la vittoria di chi  ha bocciato la sua figura e il suo governo.

Nel suo discorso ha però anche dato valore alle idee e al lavoro del fronte del sì:  di fatto, chi ha espresso il SI ha votato nel merito di una riforma che voleva un cambiamento; chi ha votato NO ha espresso un giudizio negativo nei confronti di Matteo Renzi finalizzandolo alla caduta del governo.

Chi riparte da una idea in cui crede, dà vita al vero agire politico, dà vita alla vera Politica. Da qui possiamo ripartire.  E la vera politica è quella che  sa tradurre le idee in progetti concreti per il bene dei cittadini: le parole che non si traducono in proposte sono chiacchiere, sono un puro esercizio di potere e di vana gloria.

Non possiamo lasciare il campo ai Salvini, Brunetta, Grillo, D’Alema & Co. e ai loro adepti: dobbiamo esserci anche noi. E dobbiamo esserci con più forza e convinzione, con la forza delle proposte, mai del “contro” o in nome di idee che non sanno concretizzarsi.

La Politica non è filosofia e non sono chiacchiere: la Politica è un servizio ai cittadini per organizzare una convivenza equa, giusta e di benessere condiviso.

La vera politica è capace di “leggere” l’oggi, ed ha lo “sguardo lungo”, sa lavorare sodo, e alla fine concretizza.

Ripartiamo da qui.

7 Responses to Valutazioni a caldo sul risultato del Referendum Costituzionale

  1. La politica non è filosofia e non sono……..ect ect, riporto quanto da te detto.
    E’ proprio così ed è per questo che i cittadini hanno bisogno di concretezza, di equità.
    Non conosco nei particolari i meccanismi della politica….. come la maggior parte dei cittadini ma, per esempio, perché per l’ennesima volta non vengono tolti quei privilegi che da anni sono la vergogna del nostro paese? perché? perché? ovvero l’abbiamo capito e vorrei che una volta per tutto chi ci governa (destra, sinistra, centro, alternativi) la smettesse di prenderci in giro.

  2. gaetano zulli

    sono d’accordo.ricominciamo col sentire le proposte/esigenze dal’basso’ e creando una struttura permanente ove sia possibile il confronto.
    Intanto, buona giornata e buon lavoro.Un abbraccio.
    Gaetano.

  3. Piera Vertecchi

    magari lavorare insieme! è quello che pensiamo ma poi tra il dire e il fare…. come qui a Latina… come è difficile ascoltare chi ci sta di fronte

  4. Cara Marilena, quei privilegi non vengono tolti perché non c’è la maggioranza in parlamento per modificare la legge che li stabilisce. Con questa riforma costituzionale qualche privilegio veniva tolto in effetti: non avremmo avuto lo stesso numero di parlamentari, ad esempio. Quando mai ci sarà più una maggioranza in parlamento per modificare questo tipo di privilegi?
    Lo ripeto, siamo tanto bravi noi italiani a urlare e criticare, ma quando poi si tratta di formulare delle proposte credibili e votabili… Tutto si riduce ad un fuoco di paglia.
    Te li immagini tu Salvini, Grillo, Brunetta, Meloni attorno ad un tavolo a togliersi i privilegi? Intanto hanno ottenuto che i loro senatori avranno ancora una poltrona calda e confortevole; poi si faranno una legge elettorale che prevederà il principio della proporzionalità (che garantisce un posticino ai piccoli) e poi torneremo alla solita ingovernabilità con i partiti dal 2% che ricattano i partiti molto più rappresentativi di loro. Ma pare che sia questo quello che vogliono gli italiani

  5. Nessuno vuole modificare i privilegi, neppure Renzi, altrimenti lo avrebbe fatto, come ha fatto altre riforme senza guardare in faccia nessuno (vedi “buona” scuola e Job act). Non facciamone un santo

  6. Volevo precisare che non sono la stessa Marilena del primo intervento

  7. Ciao Marilena (l’altra :-)
    Le regole comuni vanno condivise il più possibile. Per fare un decreto il governo può andare dritto per la sua strada: per cambiare le regole comuni ci vuole una maggioranza. Valla a trovare tu ora una maggioranza che ti toglie il senato o le province o che riduce il numero dei parlamentari: ti diranno “gli italiani si sono espressi e non vogliono la riduzione dei parlamentari.

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