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Più donne nei ruoli decisionali: Latina è in controtendenza

image«La presenza femminile nei ruoli e nei luoghi decisionali cresce in Italia, ma Latina resta esclusa da questa tendenza. Di più: nel secondo rimpasto di giunta attuato dal sindaco è stato messo alla porta una dei due assessori donna in quota. La nostra città continua a distinguersi in negativo sul fronte della parità di genere e l’amministrazione comunale non fa nulla per sovvertire questo trend».

La consigliera del Pd Nicoletta Zuliani rilancia così l’opportunità della mozione presentata ieri da alcuni suoi colleghi di partito per il riequilibrio delle rappresentanze di genere nell’esecutivo Di Giorgi. La Zuliani porta a sostegno della mozione alcuni dati emersi dall’ultimo rapporto dell’Istituto di ricerche sulla pubblica amministrazione (Irpa), dati che denunciano un ingresso massiccio delle donne nei consigli comunali e in parlamento grazie anche alla recente legge della doppia preferenza di genere nelle amministrazioni comunali. «Nelle nicpizzoamministrazioni pubbliche – dice la Zuliani facendo riferimento allo studio dell’Ipra – la presenza delle donne nella dirigenza di prima fascia è pressoché equa, al 52%. Diversamente, nella dirigenza di seconda fascia crolla a poco più del 10%. Nei ruoli di dirigenza scolastica la presenza femminile è crescente anche a Latina e lo stesso vale per le donne magistrato. Nei ruoli che richiedono conoscenze e competenze certificate – sottolinea la democratica – le donne riescono a ottenere risultati migliori. Ancora non siamo presenti in maniera equa nel mondo finanziario, ma è accertato che le donne con le loro capacità e un lavoro puntuale e creativo impongono livelli più alti di prestazione ed efficacia».20130711-090505.jpg

«Nella nostra città questa tendenza al rialzo non si registra, tutt’altro» rileva con amarezza la Zuliani aggiungendo che la mozione presentata da alcuni esponenti del suo partito «si lancia in un j’accuse che solo il Pd può permettersi. Siamo infatti – spiega la consigliera – l’unico partito che per primo ha imposto l’alternanza uomo donna nelle liste delle primarie e una presenza significativa di donne nelle liste elettorali. Diversamente da Latina si stanno comportando altri comuni e sindaci. Bartolomeo a Formia, per esempio, ha avuto l’intelligenza e il coraggio di imporre una presenza di donne in giunta di oltre il 50%». «A Latina – dice ancora la Zuliani – la questione delle poltrone per le donne è stata vista come ostruttiva rispetto alle ambizioni maschili e l’amministrazione non ha dimostrato alcuna attenzione tanto per le poltrone in giunta quanto per organismi di rappresentanza di base». La consigliera fa riferimento in particolare alla commissione Pari opportunità «per la quale – ricorda – sono stati richiesti pareri al ministero, sono state ignorate le proposte di modifica del regolamento così come tutte le richieste di discussione intorno alla mancata convocazione della stessa commissione. La questione della parità di genere e del riequilibrio delle rappresentanze non è una moda intellettuale o un esercizio di pensiero – conclude la Zuliani – bensì una prassi che vuole valorizzare le donne per il loro apporto decisionale. Una verifica semplice: basta vedere se alle parole si fanno seguire i fatti.».

MINI-DELEGHE: non esistono per il TUEL ma a Latina se ne fa gran uso.

DownloadsE’ di oggi la notizia del nuovo ingresso di Nasso assessore allo sport e delle mini-deleghe alla Sovrani per Pari Opportunità, Asili Nido e Gemellaggi e a Picca in ambito dei rapporti con la Camera di Commercio. Ne abbiamo già una di mini-delega:: quella data ad Alberto Pansera ai Trasporti e Viabilità.

Sostanzialmente la mini-delega è un ampliamento surrettizio del numero degli assessori, cosa non consentita dalla legge, per accontentare gli scontenti e smarcarsi così dalle mille pressioni dei politici rimasti fuori.

Si, perché il mini-assessore in materia di Enti Locali NON ESISTE.

Il TUEL non lo prevede e la parola delega è unicamente usata per riferirsi a una persona sulla quale sono trasferite funzioni del primo cittadino, appunto, su sua delega, e la persona con delega si chiama assessore. Alle città come Latina è consentito un numero non superiore a nove assessori: la regola va rispettata, non aggirata con stratagemmi ai quali vogliamo anche piegare gli articoli dello Statuto.

I mini-delegati, come si intende in questi casi Latinensi, trattandosi di semplici cittadini (la Sovrani è decaduta da consigliere comunale, Picca e Pansera non sono eletti) non possono in nessun caso né rappresentare il primo cittadino, né agire per suo conto, né firmare alcun documento, né partecipare ai lavori delle commissioni, né usare gli uffici e la struttura del Comune in quanto tale.

Si possono invece prevedere figure ad ausilio del primo cittadino che studiano, e supportano il lavoro del sindaco che ha scelto di mantenere per sé alcune deleghe. Il rapporto viene regolato con contratto in cui vengono definite funzioni e le modalità della collaborazione, ovviamente a costo zero per l’amministrazione.

La commissione affari istituzionali sta lavorando per modificare lo Statuto del Comune di Latina anche rispetto a questo punto cercando di dare una parvenza di ufficialità a questa figura che, pur di avere un posticino di prestigio, è pronta a lavorare gratis.