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Banca dati unica per tutto il comune: open access ai cittadini.

imageUn’unica banca dati per il Comune: una risorsa essenziale per snellire il lavoro dei dipendenti e per fornire servizi più velocemente ai cittadini

La vera trasparenza passa anche dalla condivisione dei dati tra gli uffici del Comune. Ad oggi gli uffici comunali sono come tanti pezzi di un puzzle che non combacia: a chi non è mai capitato di dover comunicare più volte ai diversi servizi, ad esempio, un cambio di domicilio? Con un sistema informatico integrato ed un’unica banca dati si potrebbero risparmiare giornate di fila in Comune. Ad oggi anagrafe, patrimonio, tributi, bilancio, contabilità sono tutti settori che hanno ciascuno il proprio database, scollegato dagli altri. Questo significa che, per acquisire le informazioni necessarie per portare avanti le pratiche, bisogna attendere i tempi dell’ufficio competente e di quello da cui devo arrivare i dati. Con l’accesso ad un unico database, invece, questo potrebbe avvenire in maniera immediata, ma soprattutto si potrebbe evitare finalmente, una volta per tutte, la ridicola prassi di chiedere soldi a persone morte ed a società non più esistenti.

Lo scorso anno, con con l’armonizzazione finanziaria, a tutti gli uffici comunali dei comuni d’Italia è stato fornito un programma trasparenza: sarebbe bastato integrare questo programma con il Sipa, che già era in uso in ragioneria, ed avremmo risparmiato tantissimo lavoro per ogni procedimento. Sarebbe bastato un clic per mandare in pubblicazione. Si dice che i dipendenti comunali siano pochi rispetto al lavoro da fare: basterebbe introdurre la vera digitalizzazione e si risparmierebbe un buon 50% del lavoro di ogni dipendente comunale che potrebbe lavorare con più serenità e con più cura alle sue pratiche.

Oggi gli uffici comunali sono usati dai vecchi politici come orti in cui coltivare consensi elettorali: concessioni senza bando, affidamenti diretti, lavori affidati senza contratto. Avere avuto a disposizione dodici milioni di euro per il Plus ed averne utilizzati scarsi nove milioni significa non essere stati proprio capaci di gestire una mole di denaro per conto della collettività e di aver cercato di ricavare per se stessi ritorni di consenso. Ad esempio, la parte del sociale dei fondi Plus è andata completamente persa.

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Enrico Forte ha firmato nei giorni scorsi il Patto per la Trasparenza: la macchina amministrativa, se saremo chiamati noi alla guida della città, ne uscirà rivoluzionata. E forse qualcuno ne avrà paura perché non sarà più in grado di controllare le proprie clientele come ha fatto finora. Ma c’è di più: noi abbiamo le competenze e l’esperienza necessaria per rendere migliore la città.