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CASO CAPOGRUPPO: ora basta. Lavoriamo per la città.

CASO CAPOGRUPPO
C’è un bombardamento di mille sollecitazioni, anche sporche, che non hanno niente di politico.
Ho voluto e fatto di tutto perché si arrivasse ad un punto di arrivo celere e condiviso, ma la nostra discussione in seno al gruppo ha visto una parte abbandonare la riunione, non riconoscendo l’altra come legittima ad esprimere una soluzione: lo ritengo un fatto grave che non mi appartiene.

Ho sempre preferito il dialogo.

In una forma di cyber bullismo politico, vengo accusata di tradimento, quando non ho mai “sposato” nessuno politicamente, se non unicamente le idee.
E le idee mi hanno portato a fare scelte talvolta interpretate strumentalmente a vantaggio di una parte o dell’altra all’interno del PD.

LE ACCUSE —-
Mi accusano di aver sfiduciato Giorgio De Marchis: FALSO.
Lo era già di fatto, perché la metà non lo riconosceva più come capogruppo.
Nel cercare soluzioni con Omar e lo stesso Giorgio, ho sempre proposto la persona di Omar Sarubbo, ormai da due settimane, nel ruolo di capogruppo.
Lo stesso Alessandro Cozzolino, al quale non ho mai nascosto le mie perplessità su lui in questo ruolo, vedeva positivamente questa soluzione.
Omar continuava a negare la sua disponibilità.
Nella riunione di gruppo del 3 marzo Giorgio fa finalmente sua la mia proposta e indica Omar come suo successore.
Concordo: come Giorgio ho sempre pensato che Omar avesse le caratteristiche adatte per rappresentare il gruppi. Infatti ho accolto e sostenuto la proposta di Cozzolino di darci uno o due giorni per comporre, eventualmente, questo sostegno unanime al nuovo capogruppo.
Non tutti la pensavano così ed hanno chiesto un voto immediato.

RUOLO di VICE-PRESIDENTE —-
Mi si accusa di aver fatto di tutto per avere il ruolo di vice-presidente del Consiglio Comunale: FALSO.
Già a febbraio Giorgio ha comunicato che dopo aver richiesto le disponibilità per la vicepresidenza ai vari membri del gruppo, gli erano pervenute due disponibilità: Fabrizio Mattioli e Nicoletta Zuliani.

Non ho mercanteggiato un bel niente.

Svolgerò il mio ruolo di consigliere comunale così come ho sempre fatto ed è per questo che ho ritenuto importante intervenire con questa nota.

La politica è fatta di scelte ed anche di cambiamenti.
Non di atti denigratori.

Questione capogruppo: chiarisco.

Mi preme dare un chiarimento rispetto alla notizia uscita questa mattina sui diversi giornali e testate online in cui si riporta che io abbia “aggiunto” la mia firma al documento che sfiduciava Giorgio De Marchis da capogruppo PD. Cosi non è, e su una questione di questa rilevanza non posso prestarmi a strumentalizzazioni.

Quel documento firmato da 5 consiglieri PD da me non è stato firmato allora, e non è stato firmato oggi perché non ne condividevo il ragionamento e oggi lo considero un documento superato.

Sono passate alcune settimane da quel documento, nel frattempo, e lo stallo in cui ci troviamo non fa il bene né del gruppo consiliare, né del Partito Democratico. Le vicende amministrative, le gravi questioni relative alla Latina Ambiente ed il territorio, i casi di violenza per le nostre strade, il degrado e l’incapacità di dare risposte da parte della nostra Amministrazione sono temi sui quali da noi consiglieri ci si aspetta risposte senza attendere oltre. L’azione dei consiglieri può anche essere buona singolarmente, ma l’efficacia rischia di scemare se le questioni interne risucchiano la maggior parte del tempo e delle energie e soprattutto se non si lavora come un team. Un team che deve ritrovare subito la capacità di lavorare con vigore.

Avevamo ascoltato il capogruppo chiedere una settimana al termine della quale sarebbe stata convocata una nuova riunione, ma proprio qualche giorno fa ci ha detto che lui non avrebbe convocato nessuna riunione.

E’ stata allora scritta una richiesta di convocazione di una riunione di gruppo, l’unico momento deputato alla discussione e alla sintesi di questioni interne. Questo è unicamente ciò che ho sottoscritto: una richiesta di convocazione di riunione di gruppo consiliare. Riunione nella quale verranno considerati tutti i ruoli, sia quelli dimissionati (vice-presidente del consiglio e presidenza della commissione trasparenza) che il ruolo di capogruppo che, di fatto, non sembra avere la fiducia di una maggioranza. Nella richiesta di convocazione si chiede anche la rivisitazione delle presenze dei vari consiglieri nelle commissioni, viste vecchie uscite e i nuovi ingressi con De Amicis e Fioravante. Ripeto, questa richiesta io ho sottoscritto.

Rispetto alla situazione della nostra città per la quale il Partito Democratico è chiamato ad essere non solo vigile ma incisivo e determinante, dobbiamo davvero mettere un surplus responsabilità, che significa “capacità ddare risposte“. 

In tempi di sofferenza come quelli che stiamo vivendo urge la capacità di uno sguardo che osservi le cose più dall’alto, e che ritrovi la forza ed il coraggio di lavorare unicamente al bene collettivo.