Caso proroghe, «La legge smentisce Mignano»

20140107-140443.jpgfoto 1«Se Mignano asserisce che al Comune conviene lavorare in regime di proroga perché costa meno all’amministrazione si prenda la responsabilità delle sue affermazioni perché la legge dice cose diverse da quanto sostenuto dal city manager. Operare in regime di proroga significa operare contra legem». La consigliera del Partito democratico Nicoletta Zuliani risponde all’intervento del braccio destro del sindaco di Latina, pubblicato oggi sulla stampa locale, ricordando allo stesso che «la proroga è un istituto utilizzabile solo in via eccezionale poiché costituisce di per sé una violazione di quanto enunciato dall’articolo 2 del codice dei contratti pubblici, in particolare dei principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione e trasparenza».

«La proroga dunque è teorizzabile nei soli, limitati ed eccezionali casi in cui, per ragioni obiettivamente non dipendenti dall’amministrazione, vi sia l’effettiva necessità di assicurare precariamente il servizio nelle more del  reperimento di un nuovo contraente – sottolinea la Zuliani citando il Consiglio di Stato (Sez. V 11/5/2009, n. 2882) – il che significa – aggiunge la democratica – che si può prorogare solo se è stata indetta una nuova gara ed è quindi definito un termine sicuro per la scadenza della proroga stessa. Analogamente – porta ancora ad esempio la consigliera – l’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, con deliberazione n. 36 del 10/9/2008, si è espressa nel senso che “la proroga rappresenta un rimedio di natura eccezionale finalizzato ad assicurare la prosecuzione del servizio senza soluzione di continuità, nelle more della stipula del nuovo contratto».

«È chiaro che la legge stabilisce qualcosa di diverso da ciò che sostiene Giacomo Mignano. Impariamo così dal city manager – dichiara la Zuliani – una nuova verità, quella per cui gli appalti possono essere pericolosi e non sono poi tanto convenienti. Peccato che operare in regime di proroga così come sta facendo il Comune sia illecito. Se un contratto è in scadenza in una certa data, l’amministrazione deve indire la gara almeno sei mesi prima: se non succede così, io la chiamo mala amministrazione».

Altro effetto negativo di un bilancio a ridosso della fine dell’anno è per la Zuliani la corsa per impegnare le somme facendo realizzare a tecnici esterni “volanti” le progettazioni necessarie, con il rischio che i soldi messi in bilancio poche settimane prima non possano diventare opere per la città. «Il termine del 31 dicembre per impegnare le somme è perentorio – spiega la consigliera piddì – e gli uffici devono essere messi in condizione di lavorare con tempi che garantiscano la legalità. Un’amministrazione che mette a rischio i propri funzionari e dirigenti per incapacità di operare entro questi tempi, per me è un’amministrazione matrigna».

 

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